fbpx
giovedì, Settembre 19, 2024
spot_imgspot_img
HomeApprofondimentiIl tempo dei ricordi

Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data dell’8 Luglio.

Accadde che:

1579 (444 anni fa): viene ritrovata miracolosamente l’icona della Madonna di Kazan’ da una bambina che aveva ricevuto in sogno istruzioni dalla Madonna stessa. La santa icona venne così alla luce, avvolta in un vecchio drappo e perfettamente conservata. L’icona fu trasportata con solenne processione nella vicina Cattedrale di San Nicola e, successivamente, fu collocata nella Cattedrale dell’Annunciazione. La Madonna di Kazan’ è un’immagine di Maria, madre di Gesù, che prende il nome dalla città di Kazan’, nel XVI secolo capitale del Khanato di Kazan’ che fu conquistata nel 1552 da Ivan il Terribile durante la sua spedizione contro i Tatari. Divenne ben presto l’icona mariana più venerata in Russia nel tardo Medioevo. Era considerata la protettrice della famiglia: veniva donata agli sposi subito dopo la cerimonia nuziale e collocata nella carrozza che conduce gli sposi verso la loro nuova casa. Secondo la tradizione, l’icona doveva entrare per prima nella casa, come Signora del focolare domestico. Si suppone che l’icona originale sia stata dipinta probabilmente a Costantinopoli all’inizio del secondo millennio e fu poi trasportata dalla capitale dell’impero bizantino a un monastero di Kazan’, a 800 chilometri a est di Mosca, dal quale, presumibilmente a causa dell’invasione dei Tatari, scomparve nel 1209.

1978 (45 anni fa): Sandro Pertini è eletto settimo presidente della Repubblica Italiana, al sedicesimo scrutinio con 832 voti su 995. Rimarrà in carica fino al 1985, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire la carica. L’elezione fu particolarmente travagliata a causa, da un lato, del recente assassinio di Aldo Moro e, sotto un altro versante, per la tumultuosa ondata di scandali che silurarono la legittimazione del Presidente della Repubblica uscente, Giovanni Leone. Ragion per cui, il Parlamento in seduta comune dovette prendersi molto tempo nello studiare un profilo, che potesse garantire un equilibrio politico-istituzionale all’interno delle istituzioni e che potesse rappresentare un amalgama del tessuto politico e sociale del Paese. Il profilo del socialista Pertini emerse subito nell’immaginario collettivo del Parlamento. Ligure, laureato in Giurisprudenza all’Università di Modena e in Scienze Politiche a Firenze, presente nel Partito socialista italiano sin dal primo dopoguerra, ed esponente della primissima ora della lotta antifascista, aderì al Partito Socialista Unitario di Turati all’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Il contributo politico-istituzionale maggiore, che pose solide fondamenta alla sua salita al Quirinale, fu la Presidenza della Camera, assunta ininterrottamente dal 1968 al 1976 dopo aver ricoperto la carica di Vicepresidente. Divenuto presidente, Pertini diede ampi spazi alle opposizioni senza dare spazio a momenti di ostruzionismo e favorendo l’instaurarsi di convenzioni costituzionali all’interno delle commissioni e dell’assemblea per una maggiore leale collaborazione tra maggioranza e opposizione. La grande popolarità del Presidente unita al suo carisma portò la dottrina ad interrogarsi sulle potenzialità e sui limiti dell’ampio uso delle esternazioni presidenziali: emersero molte riflessioni, che sancirono di dare impulso all’azione politica per rendere il Quirinale un simbolo di unità e di vicinanza politica per tutte le componenti della Repubblica, dai partiti alla società civile. A riprova di tutto ciò, si possono allegare le scelte del Presidente sulla sua vita quotidiana, come quella di non vivere al Quirinale, ma di mantenere come residenza la sua casa presso Fontana di Trevi assieme alla moglie, la necessità di rimanere aggiornato costantemente su ogni fatto di cronaca e non (esultanza alla finale dei mondiali di calcio del 1982 in Spagna o la veglia al capezzale di Alfredino Rampi, il bambino caduto in un pozzo artesiano nel 1981) e le consistenti iniziative volte a favorire il dialogo tra i partiti e la prevenzione di spaccature nel delicato periodo di passaggio dalla formula della solidarietà nazionale, sino alla nascita del Pentapartito. Nel 1980, in occasione del messaggio di fine anno ha dichiarato: “Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno del popolo italiano colui che compie atti di disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione.”

Scomparso oggi:

1971 (52 anni fa): muore, a Milano, Arnoldo Mondatori editore fondatore della omonima casa editrice. Nato, a Poggio Rusco (Mantova), il 2 novembre 1889 riuscì a imporsi come uno dei principali editori italiani del XX secolo. Figlio di una famiglia umile, Arnoldo è costretto ad abbandonare la scuola appena in quarta elementare, senza prendere la licenza. Il primo approccio con il mondo del lavoro arriva in una drogheria, a diretto contatto con la gente, dove dimostra subito di saperci fare e si guadagna sul campo, per le sue qualità di venditore, il soprannome di “Incantabiss”, termine che in dialetto significa “incantatore di serpenti”. Nel 1911 conosce Tomaso Monicelli (padre di Mario Monicelli), di stanza ad Ostiglia dopo l’ottimo esordio teatrale. L’anno dopo, il drammaturgo fonda “La Sociale”, embrione di quella sarà la futura casa editrice Mondadori. Viene pubblicata la prima collana della casa gestita da entrambi, dedicata alla letteratura per ragazzi: “La Lampada”. Allo scoppio della prima guerra mondiale poi, Arnoldo Mondadori riesce ad aprire un suo stabilimento tipografico, fondando contemporaneamente una sua casa indipendente, specializzata in libri didattici: “La Scolastica”. Mondadori intuisce le grandi potenzialità del poeta Gabriele D’Annunzio. Lo scrittore abruzzese, infatti entra nella cerchia dei futuri autori pubblicati da Mondadori, i quali si aprono anche ad autori come Trilussa, Panzini, Pirandello e tantissimi altri. Nel 1919, Arnoldo si trasferisce a Milano, dove costruisce una nuova azienda con 250 lavoratori. Nascono altre collane di successo e riviste popolari che gli consentono di farsi conoscere anche dal popolo più lontano dalla letteratura di tipo elevato. Scommette, poi, su Walt Disney e diventa l’editore di “Topolino”, uno degli affari migliori e più fruttuosi della sua carriera. Alla fine della seconda guerra mondiale prendono vita anche altre collane legati all’ambito della fantascienza. Nel 1965, l’editore mantovano lancia una collana di libri tascabili nelle edicole (i futuri Oscar Mondadori): un esperimento epocale, di grande impatto sul grande pubblico. Infine, prima della sua morte,  stampa i “Meridiani”: prestigiose monografie che faranno la storia e che, per oltre un quarantennio, rappresenteranno il sogno di gloria di ogni autore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI

Le PIU' LETTE