Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi importanti che hanno segnato la data del 20 Maggio.
Accadde che:
325 (1698 anni fa): avviene il Primo Concilio di Nicea il primo ecumenico (cioè universale) della storia della Chiesa, convocato dall’imperatore Costantino, sotto il pontificato di Silvestro I, per ristabilire nella Chiesa e nell’impero di Roma la pace turbata dall’eresia di Ario (arianesimo). Vi parteciparono circa 300 vescovi, provenienti da tutte le province dell’Impero. Ario non negava la Trinità, ma sosteneva che Gesù non era ingenerato ed eterno come il Padre, ma era stato generato, in un certo senso adottato dal Padre, quindi non identificabile con Dio stesso, negando la natura divina di Gesù. Il concilio si concluse con queste decisioni: il Figlio venne proclamato consustanziale (identico quanto alla sostanza e alla natura) a Dio Padre; pose fine allo scisma di Melezio vescovo di Licopoli; decise che la Pasqua fosse celebrata la prima domenica dopo il plenilunio, successivo all’equinozio di Primavera; individuò tre sedi episcopali maggiori: Roma, che esercitava la sua autorità sugli ecclesiastici dell’Occidente; Alessandria, preposta all’Egitto; Antiochia, sul resto dell’Oriente; emanò norme che disciplinarono la condotta dei chierici e stabilirono il principio del celibato ecclesiastico.
1940 (83 anni fa): i primi prigionieri arrivano nel nuovo Campo di concentramento di Auschwitz, il più grande realizzato dal regime nazista. Esso comprendeva tre campi principali, tutti destinati inizialmente ai prigionieri selezionati per i lavori forzati. Uno di essi, però, funzionò anche come centro di sterminio per un periodo piuttosto lungo. Come la maggior parte dei campi di concentramento tedeschi, anche Auschwitz I era stato costruito con tre obiettivi: incarcerare a tempo indeterminato nemici veri e presunti del regime nazista e delle autorità tedesche d’occupazione in Polonia; avere rifornimento continuo di manodopera da destinare ai lavori forzati nelle imprese; eliminare fisicamente piccoli gruppi all’interno della popolazione, la cui morte veniva ritenuta essenziale da parte delle SS. Anche Auschwitz aveva una camera a gas e un crematorio.
Scomparso oggi:
2001 (22 anni fa): muore, a Roma, Renato Carosone all’anagrafe Renato Carusone, cantautore, pianista, direttore d’orchestra e compositore. Nato, a Napoli, il 3 gennaio 1920 è stato definito “Genio della musica”. Sin da piccolo si esercita con il pianoforte della madre, che la perde quando ha solo sette anni. Il padre, però, lo spinge a studiare musica e a soli 14 anni Renato scrive la sua prima composizione per pianoforte e a soli 17 anni riesce a diplomarsi in pianoforte. Viene ingaggiato da una compagnia d’arte che si imbarca verso l’Africa Orientale, dove lavora alcuni mesi come direttore d’orchestra. Viene, ben presto, richiamato in Italia, per lo scoppio della guerra, dove intrattenere i soldati, grazie alle proprie abilità musicali. Nel 1949, Carosone forma un trio per una serie di date a Napoli. Il gruppo inizia a suonare e man mano che trascorrono le serate il neonato Trio acquisisce uno stile sempre più definito. Grazie all’incontro con Nino Oliviero, autore di grande successo, arriva la svolta professionale: nel 1950 riescono a incidere un 78 giri che contiene “Oh Susanna”. Nello stesso anno Il gruppo partecipa al Festival di Sanremo classificandosi al terzo posto con la canzone “… e la barca tornò sola”. Tuttavia, il vero exploit commerciale arriva con “Maruzzella”, composta da Carosone nel 1954. Altre canzoni destinate a segnare la musica italiana ed internazionale sono “Anema e core” e “Malafemmena”, resa celebre dalla voce di Totò. Nel momento in cui il cantante incontra in maniera del tutto casuale il paroliere Nisa, la sua carriera compie un ulteriore balzo in avanti. È, infatti, con lui che scrive una delle canzoni più straordinarie della musica italiana: “Tu vuò fa’ l’americano”. Il 7 settembre 1959, al culmine del successo, l’artista sceglie di ritirarsi. Torna attivamente sulla scena musicale solo 15 anni più tardi, nell’agosto del 1975, per poi partecipare ad alcuni impegni internazionali di grandissimo rilievo. Le sue canzoni sono considerate immortali e influenzano ancora oggi la musica moderna.