Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi principali che hanno segnato la data del 12 Aprile.
Accadde che:
1633 (390 anni fa): Galileo Galilei è accusato di eresia e processato dalla Chiesa. Sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo fu processato e condannato dal Sant’Uffizio, nonché costretto all’abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino nella propria villa di Arcetri. Solo 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II, alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, ha dichiarato riconosciuti “gli errori commessi” sancendo la conclusione dei lavori di un’apposita commissione di studio da lui istituita nel 1981. Un episodio della storia veramente vergognoso nato dopo la pubblicazione dello scienziato del “Dialogo sopra i massimi sistemi” che scatenò l’ira della Chiesa e costrinse Galileo Galilei a ritrattare le sue concezioni astronomiche per evitare la condanna a morte. Benché assolto dall’accusa di eresia, gli fu proibito di pubblicare ancora scritti in cui venisse sostenuta la teoria eliocentrica. Nell’opera “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” si espresse come un convinto difensore del copernicanesimo, che sosteneva il modello astronomico eliocentrico, ovvero la centralità del Sole nell’universo.
1944 (79 anni fa): re Vittorio Emanuele III di Savoia annuncia alla radio la sua abdicazione in favore del figlio Umberto II, che già rivestiva il titolo di luogotenente del regno, non appena gli alleati entreranno a Roma. Nel suo lungo regno, Vittorio Emanuele III ricevette dalla stampa, da eminenti uomini di cultura o da politici, alcuni epiteti passati alla storia. Gli epiteti celebrativi sono legati alla Grande guerra, alla sua assidua presenza al fronte, e alla sua “alta guida” delle operazioni belliche che portarono il Regno alla vittoria sul tradizionale nemico dell’Unità italiana: “Re soldato”, “Re di Peschiera”, “Re della Vittoria”, o semplicemente “Re Vittorioso”. Di riflesso alla sua politica improntata a idee di pace e protezione sociale, fu dipinto come il “Re socialista”, e, similmente, per il suo appoggio a Giolitti fu noto come il “Re borghese”. Dopo l’8 settembre fu anche chiamato dai fascisti di Salò “Re Fellone”, appellativo che rimase in una certa stampa. Il re era all’inizio riluttante all’abdicazione, ma andando avanti essa fu vista come l’unica possibilità per scindere le sorti di casa Savoia, malvista per l’appoggio offerto per 20 anni al fascismo e a Mussolini in particolare. L’abdicazione fu duramente criticata dalla stampa di sinistra italiana: l’Unità definì la decisione del sovrano “Un atto ignobile e grottesco” e l’Avanti! bollò Vittorio Emanuele III come “Il re fascista”, descrivendo inoltre il nuovo re Umberto II come “principe fascista”. Più moderato fu il quotidiano democristiano Il Popolo, il quale sottolineò come l’abdicazione del sovrano non avrebbe arrestato l’impegno della Democrazia Cristiana per il referendum istituzionale. Alla fine, il re e la regina Elena decisero di andare in esilio in Egitto, ospiti di re Farouk I, dove l’ex sovrano morì il 28 dicembre 1947.
Scomparso oggi:
1945 (79 anni fa): muore, in Georgia (Stati Uniti), Franklin Delano Roosevelt politico. Nato, a New York, il 30 gennaio 1882 è stato il 32º presidente degli Stati Uniti d’America dal 1933 al 1945. Governò il paese in due dei più difficili periodi della sua storia: quello seguente la crisi economica scoppiata nel 1929 e la Seconda Guerra Mondiale. Con il suo programma di riforme economiche (New deal) e la sue capacità strategiche e diplomatiche si rivelò un grande leader che portò il suo Paese alla posizione di superpotenza e di guida dell’Occidente. Minorato dalla poliomelite nell’uso degli arti inferiori, non rinunciò all’attività politica; nel dopoguerra divenne figura di primo piano nell’ambito del partito democratico. Nel 1932 fu eletto presidente degli USA, ed impose un programma di risoluti interventi governativi nella vita economica. La piena ripresa dell’economia americana, intorno al 1939, confermò il buon successo della sua opera. Eletto Presidente per la terza volta nel 1940, riuscì a portare gli USA a fianco della Gran Bretagna, facendo votare al Congresso una serie di provvedimenti con cui si abbandonava la politica della neutralità e si forniva concreto sostegno agli Inglesi. Dopo l’attacco a Pearl Harbour e la conseguente dichiarazione di guerra al Giappone, il Presidente partecipò con Churchill e Stalin, alle varie conferenze in cui fu stabilita la conduzione strategica della guerra e discusso il futuro assetto politico-economico mondiale. Rieletto nel 1944 muore, improvvisamente, per emorragia cerebrale.