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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 6 Aprile.

Accadde che:

1327 (696 anni fa): ad Avignone, durante la Settimana Santa, fuori dalla chiesa di Santa Chiara, il poeta Francesco Petrarca vede per la prima volta Laura, colei che diventò la musa perfetta per ispirare sonetti e scritti, in un turbinio di emozioni che rimasero immortali. Laura, infatti, in un attimo lo travolge e cambia non solo il corso della sua vita, ma anche la sua produzione letteraria. Alcuni critici letterari ritengono che la donna sia tutta un’invenzione di Petrarca; mentre altri, grazie ai riferimenti presenti negli scritti dell’autore, pensano che si tratti in realtà di Laura de Noves, sposa del marchese de Sade. Un dettaglio che lega la donna alla moglie di de Sade è la morte avvenuta per via della peste nera, certo molto comune a quel tempo, ma la data dell’evento coincide per entrambe le giovani. Laura viene descritta da Francesco Petrarca nel “Canzoniere”, con il nome di Madonna Laura. Nell’opera troviamo traccia delle fasi dell’innamoramento, Laura rappresenta l’amore ideale, raccontato come un rapporto platonico, un’amicizia casta e spirituale. L’amore del poeta non è mai stato ricambiato, motivo per cui si leggono versi pieni di dolore.  Questo tormentato amore è stato parte della produzione letteraria dello scrittore, ma è anche una parte del suo strazio. L’irrequietezza è una caratteristica evidente dell’animo di Petrarca, diviso tra le passioni terrene e gli ideali di purezza cristiana che sfociano nel suo rapporto con Dio.

2009 (14 anni fa): alle 3:32 una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 distrugge L’Aquila e 56 altri borghi. Morirono 309 persone, ci furono oltre 1.500 feriti e 100mila sfollati, con danni incalcolabili. Tra le vittime si registra il decesso di Giovanna Berardini che avrebbe dovuto dare alla luce sua figlia Giorgia il giorno seguente al terremoto e invece morì nella sua casa insieme al marito e al figlio; per questo motivo, non è raro trovare nel conteggio delle vittime anche il nome della nascitura e, di conseguenza, un numero totale di 309 morti. Numerose le persone estratte vive dalle macerie, anche dopo molte ore dalla scossa principale, tra cui Marta Valente, 24 anni, studentessa di Ingegneria, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni, estratta dopo 42 ore, nonché Maria D’Antuono, 98 anni, trovata viva dopo 30 ore, che ha dichiarato di aver trascorso il tempo lavorando all’uncinetto. Alle prime luci del mattino del giorno seguente L’Aquila era sfigurata: diversi edifici monumentali e civili crollarono, tra cui la Casa dello Studente e il Palazzo della Prefettura, ma gravemente danneggiati anche l’università e l’ospedale San Salvatore. Il patrimonio storico-artistico era ferito a morte: tutte le chiese furono dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti, assieme a palazzi storici come il Forte spagnolo, uno dei simboli della città. Il sisma colpì duramente anche l’impianto produttivo e il tessuto imprenditoriale aquilano: molti negozi e attività commerciali chiusero. Gli aquilani erano sotto choc. La scossa principale si collocò all’interno di una serie di eventi sismici che ebbero inizio già nel dicembre 2008. La prima lieve scossa si verificò il 14 dicembre 2008, a seguire il 16 gennaio 2009 e nei giorni a venire con magnitudo via via sempre maggiore, sino a culminare con la drammatica scossa del 6 aprile. Alla luce dei danni e delle vittime il sisma dell’Aquila è risultato il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca moderna dopo quello di Messina del 1908. Giorgia Meloni, ieri, è arrivata in città per partecipare ad una messa in ricordo delle vittime della tragedia, dichiarando: “L’Aquila ha avuto la forza di rialzarsi. C’è un tema di semplificazione, la ricostruzione pubblica avrà gli stessi iter semplificativi che avrà ad esempio il Pnrr, quindi c’è ancora un lavoro da fare e siamo impegnati in quello”.

Scomparso oggi:

1520 (503 anni fa): muore, a Roma, Raffaello Sanzio pittore e architetto, fra i più celebri del Rinascimento. Nato, ad Urbino, il 6 aprile 1483 è considerato uno dei più grandi artisti di ogni tempo e fra i massimi interpreti del concetto estetico del Bello. Rimasto orfano a soli undici anni, viene affidato allo zio sacerdote, Bartolomeo. Raffaello aveva già mostrato il suo talento, dato che Giorgio Vasari, suo contemporaneo, racconta che da bambino era stato di grande aiuto al padre nelle numerose opere che Giovanni eseguiva nello stato di Urbino. La prima opera documentata di Raffaello è una pala d’altare per la chiesa di San Nicola da Tolentino a Città di Castello. Nel 1504 si trasferisce a Firenze per imparare le lezioni dei grandi pittori Leonardo da Vinci e Michelangelo. Le opere del periodo fiorentino, fino al 1507, dai ritratti (Dama col liocorno, Agnolo Doni, Maddalena Doni, La gravida) alle Madonne (Madonna Connestabile, Madonna del prato, Madonna del cardellino, La bella giardiniera) sono una prova della facilità con cui l’artista ha saputo prendere spunto dalle varie correnti dell’epoca. Verso la fine del 1508 si trasferisce a Roma, dove inizia a lavorare per papa Giulio II, che gli commissiona una serie di decorazioni nelle sue stanze a Palazzo Vaticano. Commissione che ha segnato la svolta nella carriera del pittore, dal momento che fino ad allora era considerato un artista in formazione e non aveva ancora ricevuto incarichi di tale importanza e prestigio. Da allora, pur lavorando anche per altri mecenati, rimane prevalentemente al servizio di Giulio II e del suo successore Leone X, diventando l’artista più ricercato di Roma. Nel 1514, dopo la morte del Bramante, viene nominato architetto dalla chiesa di San Pietro che Giulio II sta facendo costruire. I progetti di Raffaello per San Pietro verranno modificati dopo la sua morte, ma per un breve periodo gli permettono di diventare anche l’architetto più importante di Roma. La maggior parte della sua opera architettonica va però persa, perché demolita o modificata.

 

 

 

 

 

 

 

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