Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 3 Aprile.
Accadde che:
1896 (127 anni fa): esce il primo numero de La Gazzetta dello Sport, dall’unione delle due testate Il Ciclista e La Tripletta, tre giorni prima che iniziassero ad Atene le prime Olimpiadi dell’era moderna. Negli anni Ottanta del XIX secolo, a Milano, lo sport inizia a diventare un’attività popolare, la gente si appassiona soprattutto di ciclismo, ippica e podismo. La prima tiratura è di 20.000 copie di color verde. Il 4 settembre 1896 si tenta il passaggio ad una carta color giallo “alla francese”, ma l’esperimento dura poco perché dal 1º gennaio 1897 si torna al verde chiaro originale e la Gazzetta assume il nome attuale. Il 2 gennaio 1899 il giornale esce in edicola con il nuovo colore rosa che si impone subito e diventerà il simbolo distintivo del giornale. Il 10 luglio 2006, il giorno dopo la vittoria della nazionale di calcio italiana nei mondiali di calcio 2006, la tiratura del giornale ha battuto il record italiano precedente (che apparteneva sempre a La Gazzetta) con l’incredibile cifra di 2.302.808 copie.
1973 (50 anni fa): Martin Cooper utilizza per la prima volta un cellulare per fare una telefonata, dando vita a una nuova era nel campo delle telecomunicazioni. L’ingegnere della Motorola usò un dispositivo dalle dimensioni simili a quelle di una scarpa per mettersi in contatto con Joe Engel, suo amico e rivale della Bell Laboratories AT&T, impegnato nel suo stesso ramo di ricerca. “Alla Motorola ce l’abbiamo fatta, la telefonia cellulare è una realtà!”: è con questa frase che Cooper è entrato di diritto nella storia della tecnologia. Nonostante l’importante risultato raggiunto furono, comunque, necessari altri 10 anni per arrivare alla commercializzazione del primo telefonino. Chiamato Morotola DynaTAC, acronimo di Dynamic Adaptive Total Area Coverage, il dispositivo richiese non solo svariati anni di duro lavoro, ma anche un investimento di un milione di dollari. Esteticamente molto lontano dai moderni smartphone, il cellulare pesava un chilo, era piuttosto voluminoso e non aveva un display. Inoltre, costava quattromila dollari e, come se non bastasse, aveva una batteria che durava solo mezz’ora e richiedeva svariate ore per ricaricarsi.
Scomparso oggi:
2010 (13 anni fa): muore, a Pavia, Maurizio Mosca giornalista, conduttore televisivo e opinionista. Nato, a Roma, il 24 giugno 1940 ha impresso il suo nome nel mondo del giornalismo sportivo e del piccolo schermo. Per anni, ha trattenuto il pubblico nella sua effervescente e colorita narrazione degli eventi sportivi, firmando pagine di tv che sono rimasti nella storia. Suo padre, Giovanni Mosca, era un umorista, giornalista e scrittore; il fratello Paolo, scomparso nel 2014, era uno scrittore. All’alba della sua importante carriera, Maurizio ha lavorato per il quotidiano La Notte di Milano, poi a La Gazzetta dello Sport, (testata in cui è stato anche direttore ad interim. Oltre che per la sua straordinaria parabola nel mondo della carta stampata e del piccolo schermo, Mosca è famoso anche per i suoi pronostici sportivi con il “pendolino“, assoluto protagonista di sipari entrati di diritto nella memoria della televisione italiana. L’appello del martedì, dove entrava in scena vestito da magistrato e nella quale, è stato uno dei programmi in cui il suo volto l’ha fatta da padrone, tra accenti ironici a metà strada tra la cornice dell’opinionista e quella del puro showman, pioniere assoluto della narrazione di un calcio in cui restano indimenticabili le sue “bombe di mercato“. Tra i format di cui ha calcato le scene, verve inossidabile e gestualità rovente, figurano anche “Controcampo”, “Zitti e Mosca” e “La Mosca al naso”. Sulla sua tomba ha voluto un epitaffio che sigilla il perimetro di un carattere poco incline all’anonimato, sempre pronto a far parlare di sé: “Ho cercato di spargere allegria tra la gente“.