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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 7 Marzo.

Accadde che:

1876 (147 anni fa): Alexander Graham Bell ottiene il brevetto per l’invenzione cui dà il nome di telefono. L’invenzione del telefono elettrico è ufficialmente attribuita al fiorentino Antonio Meucci che nel 1871 dimostrò il funzionamento del suo apparecchio chiamato “telettrofono”. Meucci, però, non aveva i soldi per rinnovare il brevetto al suo modello e, secondo alcuni in Italia, l’invenzione gli fu “scippata” da Alexander Graham Bell. Le comunità scientifiche continuano a dividersi sull’attribuzione della paternità dell’invenzione e ad oggi la questione non è ancora ben definita. Da parte sua Bell si era dedicato fin da piccolo agli studi di acustica e sull’emissione della voce. Il suo interesse per le problematiche connesse alla comunicazione verbale era maturato dalle esperienze familiari: il padre e il nonno erano professori di dizione e la madre era sordomuta. Su quest’ultima testò i suoi primi apparecchi finalizzati alla rieducazione dei sordomuti all’uso della voce. Bell brevettò il suo primo telefono il 7 marzo 1876 e l’episodio gli spalancò le porte del successo economico. Fondò una compagnia telefonica a cui diede il suo nome e portò il telefono in giro per il mondo estasiando sovrani e capi di Stato, tra cui la regina Vittoria.

1912 (111 anni fa): Roald Amundsen annuncia la scoperta del Polo Sud. Amundsen, dopo aver confermato l’esistenza del passaggio a nord-ovest, organizzò una spedizione con lo scopo di arrivare per primo al Polo Nord. Quando, però, prima Frederick Cook e poi Robert Peary reclamarono la vittoria nella competizione artica, Amundsen decise di rivolgere le sue attenzioni al Polo Sud ancora inviolato. Ma preferì non dichiarare pubblicamente le sue intenzioni, tenendo all’oscuro persino il resto dell’equipaggio che sarebbe dovuto partire con lui per la storica missione. L’operazione consisteva nel caricare le slitte con viveri e strumentazioni, viaggiare per diversi chilometri lungo la Barriera di Ross, lasciando il materiale, in modo da poter partire più leggeri e avere basi di appoggio per ogni evenienza. Dopo una falsa partenza, la spedizione cominciò ufficialmente il 19 ottobre 1911. Dopo circa un mese di viaggio a tappe forzate, il gruppo raggiunse il margine della Barriera e iniziò ad affrontare l’attraversamento dei monti Transantartici, la catena montuosa che divide l’Antartide occidentale da quella orientale con elevazione massima oltre i 4.500 metri. Amundsen e i suoi raggiunsero una cresta del ghiacciaio a 3.200 metri e si prepararono per l’ultima fase del tragitto verso il Polo Sud. Arrivarono il 14 dicembre 1911, ma dal momento che nessuna delle due spedizioni aveva portato con sé il troppo ingombrante telegrafo senza fili, cioè l’unica apparecchiatura che avrebbe consentito loro di comunicare direttamente dal Polo, il successo della spedizione di Amundsen fu reso noto solo il 7 marzo 1912.

Nata oggi:

1908 (115 anni fa ): nasce, a Roma, Anna Magnani attrice, considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia è tra le poche attrici a essere celebrata come mito, talento unico e grande personalità artistica in tutto il mondo. Anna Magnani è stata una figura chiave del neorealismo italiano, interpretando con stile inimitabile il personaggio della popolana focosa e sboccata, ma allo stesso tempo sensibile e generosa, incarnazione dei valori genuini di un’Italia minore. Anna Magnani è ricordata per quella sua inarrivabile e passionale carica umana, che talvolta sfociava in sanguigne manifestazioni di rabbia o di affetto, e che la distinguevano, oltre come inarrivabile interprete, come donna forte e sensibile, anche se profondamente tormentata. Cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà, comincia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all’Accademia d’Arte Drammatica.Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi e nel 1934 passa alla rivista. Diviene ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò. Fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa, ma intensa relazione amorosa.  Il 1955 è l’anno in cui Anna Magnani vince addirittura il premio Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann, “La rosa tatuata”.  Negli anni ’60 si rituffa nel teatro, mentre tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi film-tv scritti e diretti da Alfredo Riannetti, quali “La sciantosa”, “1943: un incontro”, “L’automobile” e “…correva l’anno di grazia 1870”. La sua ultima, breve, apparizione sugli schermi è stata nel film “Roma” (1972) di Fellini, nella parte di se stessa. Muore di cancro, a Roma, il 26 settembre 1973, all’età di sessantacinque anni. Una delle sue più belle citazioni è la seguente: “Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza in meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori”. Di Anna Magnani il regista Vittorio De Sica disse: “La prima cosa che conobbi di Anna Magnani fu la sua risata. Era una risata forte, prepotente, dolorosa, una risata quasi feroce che mi ferì i timpani e il cuore. Era un’eccezione fisica di straordinario talento”.

 

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