Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 13 Febbraio.
Accadde che:
1633 (390 anni fa): il filosofo, astronomo e matematico italiano Galileo Galilei arriva a Roma per affrontare le accuse di eresia per aver sostenuto la teoria copernicana, secondo la quale la Terra gira intorno al Sole. Galileo affrontò ufficialmente l’Inquisizione romana nell’aprile dello stesso anno e accettò di dichiararsi colpevole in cambio di una sentenza più leggera. Messo agli arresti domiciliari a tempo indeterminato da papa Urbano VIII, trascorse il resto dei suoi giorni nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze, prima di morire l’8 gennaio 1642. La ricerca di Galileo lo ha portato a diventare un sostenitore del lavoro dell’astronomo polacco Niccolò Copernico. Tuttavia, la teoria copernicana di un sistema solare centrato sul sole era in conflitto con gli insegnamenti della potente Chiesa cattolica romana, che all’epoca governava essenzialmente l’Italia. Gli insegnamenti della Chiesa sostenevano che la Terra, non il sole, fosse al centro dell’universo. Oggi, Galileo è riconosciuto per aver fornito importanti contributi allo studio del moto e dell’astronomia. Il suo lavoro ha influenzato scienziati successivi come il matematico e fisico inglese Sir Isaac Newton, che ha sviluppato la legge della gravitazione universale. Nel 1992, il Vaticano ha formalmente riconosciuto il suo errore nel condannare Galileo.
1927 (96 anni fa): in Italia viene istituita la tassa sul celibato, durante il periodo fascista. Il proposito era quello di favorire i matrimoni e, di conseguenza, incrementare il numero delle nascite. Secondo l’ideologia fascista, una popolazione numerosa era indispensabile per perseguire gli obiettivi di grandezza nazionale che si pretendeva spettassero all’Italia, oltre che per avere un esercito. Il più numeroso possibile interessava i celibi di età compresa tra i 25 e i 65 anni. Era composta da un contributo fisso che variava a seconda dell’età: partiva da 70 lire per le fasce più giovani, tra i 25 e i 35 anni, salendo poi a 100 lire fino a 50 anni, per poi abbassarsi, se si superava tale età, a 50 lire. Dai 66 anni si veniva esentati da tale pagamento. Tali importi furono aumentati due volte: nell’aprile 1934 e nel marzo 1937, con una aliquota aggiuntiva che variava a seconda del reddito del soggetto. L’importo era devoluto all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Nonostante la misura legislativa, negli anni successivi, si verificò una decrescita del tasso di natalità. La tassa fu abolita dal Governo Badoglio il 27 luglio 1943.
Scomparsa oggi:
1539 (484 anni fa): muore, a Mantova, Isabella d’Este nobile, mecenate e collezionista d’arte. Nata, a Ferrara, il 19 maggio 1474 è stata reggente del marchesato di Mantova per quasi un anno durante l’assenza del marito Francesco II Gonzaga e per due anni durante la minorità del figlio Federico. Questa straordinaria figura d’intellettuale e promotrice culturale al femminile fece di Mantova una delle più raffinate corti dell’Italia rinascimentale. Fin da bambina fu circondata da cose belle e preziose ed apprese quel gusto per i viaggi che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita, seguendo la mamma a Venezia, Napoli e in molte altre città. A soli sei anni fu promessa in sposa al quindicenne Francesco Gonzaga, erede del confinante Marchesato di Mantova, per rinsaldare i già stretti vincoli parentali intercorrenti fra due Stati che avevano tutto l’interesse a fare fronte comune per mantenere la loro fragile indipendenza, in anni in cui le due super-potenze dell’epoca (Impero e Regno di Francia) si sfidavano sul tavolo di un’Italia mai tanto divisa. Ma Francesco, oltre ad essere brutto, rozzo e poco istruito, si trovava più a suo agio in compagnia dei suoi soldati che alle feste di corte. Amante della caccia e della guerra, concepiva le donne come il “riposo del guerriero”, Fu uno dei pochi uomini a non subire il fascino di colei che, dopo tutto, era sua moglie, preferendole una serie di amanti passeggere. Isabella, invece, gli rimase sempre fedele anche perché gli uomini le interessavano poco e di essi le bastava la galante adorazione che le riservavano. Così per esempio l’Ariosto, il Boiardo, Bernardo Tasso per lei scrissero gratis e il famoso editore di quegli anni, Aldo Manunzio, le inviò i suoi libri più costosi. Durante le lunghe assenze del marito sempre più spesso impegnato in condotte militari, era lei a reggere le sorti dello Stato e lo faceva bene, trattando alla pari con papi, re, imperatori, diplomatici ed alti prelati all’unico scopo di garantire l’indipendenza ed il benessere dei propri domini. Il consorte, pur in privato sparlando della moglie e lamentandosi della sua eccessiva indipendenza, non poteva però farne a meno, tanto più che fu lei, col suo abile lavorio diplomatico, a cavarlo dalla prigione veneziana dov’è era stato rinchiuso dopo essere caduto in un’imboscata. Rimasta vedova nel 1519, trascorse il resto dei suoi anni fra il bellissimo studiolo che si era fatta costruire nel Palazzo Ducale di Mantova ed i viaggi che tanto amava,