Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data dell’11 Maggio.
Accadde che:
1860 (161 anni fa): Giuseppe Garibaldi sbarca, con i Mille, a Marsala. La vicenda ha avuto come protagonisti anche le navi dell’Armata di Mare delle Due Sicilie e due vascelli da guerra della Royal Navy britannica. I garibaldini, a bordo dei vapori Piemonte e Lombardo, partiti da Quarto presso Genova, con l’appoggio delle forze liberali italiane e della monarchia sabauda, dopo più di cinque giorni di navigazione, entrarono nelle acque marsalesi riuscendo, nonostante l’intervento borbonico, ad ultimare lo sbarco e a prendere la città, dando avvio a una sequenza di battaglie e rivolte nel Regno delle due Sicilie, che portarono alla sua fine e permisero l’unità d’Italia. Lo sbarco venne agevolato dalla presenza di alcune navi inglesi nel porto adibite all’esportazione dell’ormai famoso vino Marsala; il timore di suscitare la reazione dei britannici, colpendo erroneamente le loro navi da carico, scoraggiò i Borboni dal bombardare i due piroscafi carichi di garibaldini. I Marsalesi, in un primo tempo, accolsero “L’eroe dei due mondi” con una certa freddezza, ma quando il Generale pronunciò, dall’attuale Palazzo VII Aprile, lo storico discorso con il quale dichiarava decaduto il governo borbonico e prometteva giustizia e benessere, il popolo s’infiammò e Marsala, marciò contro l’esercito borbonico. Da Marsala, Garibaldi solleverà la popolazione locale e comincerà la risalita fino a Napoli, scacciando per sempre i Borboni dall’Italia e unificando il Regno.
1912 (109 anni fa): viene pubblicato il Manifesto tecnico della letteratura futurista, scritto da Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del futurismo, con il quale gli esponenti dell’avanguardia introdussero un nuovo stile letterario, che andava a colpire direttamente le basi di tutta la grammatica italiana. Il futurismo, un’avanguardia artistica e culturale, che si diffuse in Italia durante il XX secolo, si basava sul sentimento di contrarietà, che questi nutrivano nei confronti della cultura dell’epoca, considerata troppo tradizionalista e appartenente a un passato ormai remoto. Velocità, dinamismo, sfrenato attivismo, azione violenta, erano questi i pilastri su cui si sarebbe fondato il nuovo sapere del futurismo.
Nato oggi:
1920 (101 anni fa): nasce a Buenos Aires, da una famiglia calabrese emigrata in Argentina all’inizio del secolo, Enotrio Pugliese poeta e pittore. Tornò nella sua San Costantino Calabro con la famiglia nel 1926 e lì rimase fino al 1939 quando, conseguita la maturità classica, si trasferì a Roma, per iscriversi alla facoltà di Chimica, anche se dopo preferì la pittura. La sua prima mostra risale al 1946, con una serie di disegni acquerellati sulle Fosse Ardeatine. Dopo la seconda guerra mondiale, ha frequentato lo studio del pittore Domenico Purificato e, in seguito, ha preso parte alle più importanti rassegne e premi nazionali. È stato il pittore calabrese che, meglio di ogni altro artista, ha dipinto questa terra, con una fedeltà e una adesione costante alle bellezze naturali, ma anche alle miserie e alle ambizioni negate della sua Calabria, senza nostalgia o retorica, ma con precisione e rigore. Le sue opere si conservano nella sede del Parlamento Italiano, in Musei, Pinacoteche e collezioni importanti. Tra i suoi scritti: “Fatti, figuri e cosi calavrisi”. Muore a Pizzo (Vibo Valentia) nell’agosto 1989. Disse di lui il poeta Franco Costabile: “Anche quando appare più appassionato per certi accadimenti di avanguardia Enotrio mantiene costante la sua disciplina e il suo riserbo per una chiara fedeltà alla Calabria, che è la sua profonda sorgente”.