Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 17 Gennaio.
Accadde che:
1925 (98 anni fa): Benito Mussolini firma le “leggi fascistissime” rendendo così fuori legge tutti i partiti, al di fuori di quello Fascista. Si tratta di una serie di norme giuridiche che iniziarono la trasformazione dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia nel regime fascista. Il compimento, ancorché parziale, di tale processo sarebbe avvenuto, però, soltanto nel 1939 quando, pur senza mutare direttamente gli articoli interessati dello Statuto del Regno, la Camera dei deputati sarà sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni, la cui composizione e la portata reale dei poteri ne escluderanno i caratteri di effettiva titolarità della rappresentanza nazionale e di co-titolarità, condivisa con il re e con il Senato, del potere legislativo. In sintesi, queste leggi stabilivano che: il Partito Nazionale Fascista era l’unico partito ammesso, con Regio Decreto n. 1848 del 6 novembre 1926 che prevedeva lo scioglimento di tutti i partiti, associazioni e organizzazioni che esplicano azione contraria al regime. Tra gli altri punti centrali: il capo del governo doveva rispondere del proprio operato solo al re d’Italia e non più al parlamento, la cui funzione era così ridotta a semplice luogo di riflessione; il Gran Consiglio del fascismo, presieduto da Mussolini e composto da vari notabili del regime, era l’organo supremo del partito fascista e quindi dello Stato; tutte le associazioni di cittadini dovevano essere sottoposte al controllo della polizia; gli unici sindacati riconosciuti erano quelli fascisti; erano proibiti, inoltre, scioperi e serrate e, infine, tutta la stampa doveva essere sottoposta a controllo, ed eventualmente censurata se aveva contenuti anti-nazionalistici e/o di critica verso il governo.
1929 (94 anni fa): Braccio di Ferro, un personaggio dei fumetti creato da Elzie Crisler Segar, appare per la prima volta con una striscia su un quotidiano. Raggiungerà presto una notevole popolarità, tanto che nel 1933 gli verrà dedicata una serie di cortometraggi animati cinematografici realizzati dai Fleischer Studios e intitolata Popeye the Sailor, da subito molto popolare. In Italia, farà la sua prima comparsa nel marzo 1935 su una tavola dal titolo “Il teatro dei bei tipi“che solo successivamente venne rinominata Popeye. Sebbene la striscia Thimble Theatre di Segar fosse al suo decimo anno, quando Braccio di Ferro fece il suo debutto, il marinaio divenne rapidamente l’obiettivo principale della striscia. Nel corso degli anni, Braccio di Ferro è apparso anche in comic book, cartoni animati televisivi, videogiochi, centinaia di pubblicità e prodotti periferici (che vanno dagli spinaci alle caramelle), e nel film live-action del 1980 diretto da Robert Altman che vide l’esordio cinematografico di Robin Williams, nei panni di Braccio di Ferro. Nel 2002, TV Guide classificò Braccio di Ferro al 20º posto nella sua lista “50 Greatest Cartoon Characters of All Time”.
Nata oggi:
1933 (90 anni fa): nasce, al Cairo, Dalida pseudonimo di Iolanda Cristina Gigliotti, cantante e attrice. Inizia a farsi notare per il suo bell’aspetto già a 17 anni vincendo il concorso di bellezza “Miss Ondine”. Poi viene eletta Miss Egitto: la vittoria le offre l’opportunità di iniziare a farsi strada nel mondo del cinema. È il 1956 quando, ispirandosi al film “Sansone e Dalila”, decide di adottare il nome d’arte Dalila. Nello stesso anno registra il primo 45 giri con “Madona”, versione francese di “Barco negro”. In due anni sono più di 500.000 le copie dei dischi di Dalida vendute in Francia. Si fa conoscere in Italia cantando “Gli zingari” durante il “Musichiere”, trasmissione tv. Nel 1964, è la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto più di 10 milioni di dischi. Il Festival di Sanremo, che l’aveva corteggiata negli anni precedenti, nel 1967 ospita Dalida che canta insieme a Luigi Tenco, con cui aveva instaurato una relazione, “Ciao amore ciao”, scritta dallo stesso Tenco: Dalida inciderà la canzone anche in francese, mantenendo stesso titolo. Colpita dalla bellezza della canzone, pare sia stata la stessa cantante a convincere il cantautore piemontese a partecipare alla manifestazione; addirittura gli organizzatori, che l’avevano esclusa in prima battuta, la fecero poi partecipare al Festival perché Dalida minacciava di non prendervi più parte. La giuria poi elimina “Ciao amore ciao” e il 26 gennaio Luigi Tenco si suicida con un colpo alla tempia. È Dalida che entrando nella stanza d’albergo del cantante lo trova rivolto per terra. La cantante, che chiedeva di fermare il Festival, lascia Sanremo per volontà degli organizzatori. Il 26 febbraio tenta di togliersi la vita, a Parigi, in maniera molto lucida: finge di recarsi all’aeroporto per depistare il suo staff, affitta la camera 410 all’hotel “Principe di Galles”, utilizzando il suo nome Yolanda Gigliotti, appende sulla porta il biglietto su cui è scritto “Si prega di non disturbare” e ingerisce molti farmaci dopo aver scritto tre lettere: una all’ex marito, una alla madre in cui le dice di non disperarsi, ed una al pubblico che adorava. Una cameriera, insospettita dal fatto che una luce accesa filtrava dalla porta della stanza, non riordinata da 48 ore, avverte il direttore che entra da un’altra stanza e trova Dalida in coma. Dopo cinque giorni la cantante esce dal coma e si salva. Un anno dopo partecipa a “Partitissima” (ex “Canzonissima”) e vince con “Dan dan dan”. Ritirando il premio, dice “Lassù qualcuno è contento” riferendosi evidentemente a Luigi Tenco. La carriera è sempre più trionfale, ma il male di vivere si ripresenta nel 1977 e spinge nuovamente Dalida a tentare il suicidio. Nel 1981 Dalida festeggia i 25 anni di carriera con la consegna di un disco di diamante per aver venduto 86 milioni di dischi in tutto il mondo e per aver interpretato ben 38 dischi d’oro in 7 lingue. Il 2 maggio 1987, Dalida chiama il fratello-manager Orlando che le annuncia di aver rinviato un previsto servizio fotografico a causa del freddo; la sera, dice alla cameriera che farà tardi perché ha intenzione di recarsi a teatro e le chiede di svegliarla verso le 5 pomeridiane del giorno successivo. In realtà, con la macchina fa il giro dell’isolato, per poi barricarsi nella sua villa della rue d’Orchamps ed ingerire un cocktail di barbiturici. A Parigi, il 3 maggio 1987, Dalida si toglie la vita, a vent’anni dal primo tentativo e a dieci dal secondo. Accanto al corpo lascia appena un biglietto: “La vita mi è insopportabile. Perdonatemi”.