Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 16 Dicembre.
Accadde che:
1773 (249 anni fa): nel porto di Boston, diversi americani, travestiti da guerrieri indigeni Mohawk, per non farsi riconoscere dalle autorità inglesi, salirono su tre navi cariche di casse di tè e rovesciarono 340 di quest’ultime in mare, distruggendo così circa 42 tonnellate di tè e causando un grave danno economico alla Compagnia delle Indie. A tutt’oggi non è chiaro se l’azione fu voluta dai leader ufficiali del movimento secessionista americano o se fu una reazione estemporanea di un gruppo di rivoltosi. Essa è, però, passata alla storia non come un episodio di vandalismo, ma come l’inizio della Rivoluzione americana manifestazione del diritto dei cittadini delle colonie di ribellarsi al governo inglese. La scelta di assaltare navi cariche di casse di tè non fu casuale: i coloni reagirono, infatti, contro una tassa sul consumo della bevanda imposta dal Governo inglese.
1942 (80 anni fa): il capo delle SS, Heinrich Himmler, ordina la deportazione di tutti gli zingari che vivevano in Germania, eccetto quei pochi che lavoravano nel progetto di guerra tedesco, nel campo di sterminio di Auschwitz. Ebbe inizio così “la soluzione finale” del supplizio gitano. Secondo le stime, furono circa 600 mila rom a perdere la vita nei lager e nelle uccisioni di massa. Facendo leva sull’approvazione di molti tedeschi, che pur non essendo nazisti avevano però pregiudizi sociali contro i Rom, il Regime dichiarò quest’ultimi “una razza inferiore”. Il destino dei Rom fu molto simile, in alcuni aspetti, a quello degli Ebrei. Durante il Regime Nazista, le autorità tedesche sottoposero i Rom all’internamento, al lavoro forzato, e, infine, allo sterminio. Le autorità tedesche, inoltre, assassinarono decine di migliaia di Rom nei territori che l’esercito aveva occupato in Unione Sovietica e in Serbia, insieme ad altre migliaia nei centri di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Chelmo, Belzec, Sobibor, e Treblinka.
Nata oggi:
1775 (247 anni fa): nasce, a Steventon (Regno Unito), Jane Austen il 16 dicembre 1775, è stata figura di spicco della narrativa neoclassica e una delle autrici più famose e conosciute del panorama letterario del Regno Unito e mondiale. Ha scritto sei romanzi, iniziati intorno ai vent’anni, ma pubblicati solo a partire dal 1811: “Ragione e sentimento”, “Orgoglio e pregiudizio”, “Mansfield Park”, “Emma”, “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”. La sua breve vita fu spesa interamente in Inghilterra. Lo Hampshire, dove nacque e morì, è caratterizzata da un entroterra collinoso, che scende dolcemente fino al mare e favorita da un clima piuttosto mite rispetto alle abitudini delle isole britanniche. Jane visse in questo paesaggio quieto e dominato dai boschi e lo amò tantissimo fino all’anno 1801, quando il padre George, decise di trasferire la famiglia nella bellissima città termale di Bath. A seguito della morte del capofamiglia, Jane, la sorella Cassandra e la madre si trasferirono a Southampton, a casa del fratello Frank; nel 1809 decisero, però, di trasferirsi nel cottage di Chawton che l’altro fratello, Edward, aveva messo loro a disposizione. Il cottage diventerà un luogo importantissimo per l’opera dell’autrice. Qui Jane spese gli ultimi anni della sua vita. In generale, le notizie che abbiamo dell’esistenza della scrittrice sono piuttosto scarse e incerte, anche in considerazione del fatto che delle tante lettere che scrisse, solo pochissime sono giunte fino a noi; Cassandra ne bruciò la maggior parte e, soprattutto, come qualcuno desidera credere, quelle che rivelavano di più a proposito dei sentimenti più profondi e degli episodi cruciali della vita di Jane. Dell’opera di Austen l’eccelsa Virginia Woolf scrisse: “Qualunque cosa lei scriva è compiuta e perfetta e calibrata. Il genio di Austen è libero e attivo. È padrona di emozioni ben più profonde di quanto appaia in superficie: ci guida a immaginare quello che non dice. In lei vi sono tutte le qualità perenni della letteratura.” Il campionario femminile che ci offrono i suoi romanzi è così completo e ben definito da sembrare un manuale di comportamento. Il suo, però, non è mai un intervento censorio, severo o pregiudizievole: la sua penna indugia su pregi (meno) e difetti (con maggiore attenzione) con il preciso e semplice intento di descriverli e, spesso, trattandoli con delicata ironia. Le ladies di Jane Austen sono le vere e grandiose protagoniste della sua letteratura, sono personaggi così pieni di vita, di sensazioni e di personalità da differenziarsi nettamente l’una dall’altra, così come sono del tutto diverse tra loro le donne della realtà. In ognuno dei romanzi si trova il contraltare alla donna che è il movente dell’intreccio, un uomo nei confronti del quale la protagonista si pone in termini (generalmente) di amore, (spesso) di inganno, (sempre) di denaro. Ecco alcune frasi tratte dai suoi romanzi: “Non è proprio l’indifferenza verso il resto del mondo l’essenza del vero amore”? oppure: “Vi è una ostinazione in me che non tollera di lasciarsi intimidire dalla volontà altrui. Il mio coraggio insorge a ogni tentativo di farmi paura.” Muore, a Winchester (Regno Unito), all’età di 42 anni, il 18 luglio 1817.