Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 6 Novembre.
Accadde che:
1928 (94 anni fa): la cittadina di Mascali, che sorgeva nel basso versante orientale dell’Etna, viene cancellata dalle mappe topografiche a causa di una colata lavica che la sommerse. L’eruzione del 1928 costituisce l’unico evento eruttivo, dal XVIII secolo ad oggi, che ha causato la distruzione di un centro abitato dell’Etna. Nel 1928 la città di Mascali sorgeva in collina, a 120 metri di quota, e contava circa 3.000 abitanti, dediti alla coltivazione delle campagne. L’eruzione ebbe inizio alle ore 16 circa del 2 novembre. Poco dopo una frattura eruttiva si attiva nella Valle del Leone ad una quota di circa 2600 metri, caratterizzata da una debole attività effusiva. Il 3 novembre alle ore 15:35 una nuova fessura si impianta tra i 2200 e i 1550 metri di quota. Il 4 novembre, dopo la fine dell’attività eruttiva a quota 2000 metri, si attiva una nuova frattura intorno ai 1200 metri. La lava emessa in questa località si riversò a valle in più bracci distinti. In poco tempo, vengono raggiunte le prime case dell’abitato di Mascali, che sarà distrutto completamente durante le ore successive. L’effusione lavica ebbe termine il 16 novembre. Le ultime manifestazioni eruttive ebbero fine giorno 20.
1999 (23 anni fa): gli australiani votano per mantenere la regina britannica come loro capo di Stato. Gli australiani erano chiamati a pronunciarsi a favore o contro una «Repubblica d’Australia». Inoltre, veniva chiesto loro di esprimersi in merito all’opportunità di introdurre nella costituzione un nuovo preambolo che riconoscesse, per la prima volta, il ruolo fondamentale degli aborigeni, in quanto primi occupanti del continente, e l’importanza del contributo economico, sociale e culturale degli immigranti che a partire dal 1947 sono andati in massa a insediarsi in territorio australiano. Alla fine, ha vinto la regina ed il referendum è stato bocciato.
Scomparso oggi:
2007 (15 anni fa): muore, a Milano, Enzo Biagi giornalista, scrittore, conduttore televisivo e partigiano. Nato, a Lizzano in Belvedere (Bologna), è stato uno dei volti più popolari del giornalismo italiano del XX secolo. Di umili origini, il padre lavorava come aiuto magazziniere di uno zuccherificio, mentre la madre era una semplice casalinga. Dotato di un talento innato per la scrittura, fin da bambino si dimostra particolarmente versato per le materie letterarie. Allo scoccare del diciottesimo anno di età, diventato maggiorenne, si dà al giornalismo, senza per questo abbandonare gli studi. Intraprende i primi passi della carriera lavorando in particolare come cronista al Resto del Carlino e, a soli, ventuno anni diventa professionista. Quella, infatti, era l’età minima per entrare nell’albo professionale. Allo scoppio della secondo conflitto mondiale, è richiamato alle armi e, dopo l’8 settembre del 1943, per non aderire alla Repubblica di Salò, varca la linea del fronte aggregandosi ai gruppi partigiani operanti sul fronte dell’Appennino. Il 21 aprile 1945 entra in Bologna con le truppe alleate e annuncia dai microfoni del Pwb la fine della guerra. Il dopoguerra a Bologna è per Biagi un periodo di numerose iniziative: fonda un settimanale, “Cronache” e un quotidiano “Cronache sera”. Da questo momento, prende avvio in modo definitivo la grande carriera di quello che diverrà uno dei giornalisti italiani più amati di sempre. Il suo ingresso in Rai è datato 1961 e si è protratto in pratica fino ai nostri giorni. Sono anni di intenso lavoro e di soddisfazioni non da poco. Biagi è richiestissimo e la sua firma compare su La Stampa, la Repubblica, il Corriere della sera e Panorama. Nel corso della sua lunghissima carriera ha pubblicato oltre ottanta libri.