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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 26 Aprile.

Accadde che:

1478 (543 anni fa): a Firenze, avviene la congiura dei Pazzi, una cospirazione ordita dalla famiglia di banchieri fiorentini de’ Pazzi avente lo scopo di stroncare l’egemonia dei Medici, tramite l’appoggio del papato e di altri soggetti esterni, tra cui la Repubblica di Siena, il Regno di Napoli e il Ducato di Urbino. La congiura porta all’uccisione di Giuliano de’ Medici e al ferimento di Lorenzo il Magnifico, senza tuttavia condurre alla fine del potere mediceo su Firenze, come era nei piani. La “Congiura dei Pazzi” è stata l’unica congiura ai danni della famiglia Medici, che riuscì nell’intento di eliminare un componente della famiglia e portò a conseguenze durevoli sulle sorti degli equilibri italiani sul finire del Quattrocento. Bandini e Francesco de Pazzi di avventarono sul povero Giuliano, colpendolo per ben 19 volte al corpo e al capo, sfigurandolo orribilmente. La sua scomparsa sconvolse Firenze, perché Giuliano era un personaggio benvoluto. Le prime vittime sono state, tuttavia, proprio i Pazzi, che avevano erroneamente creduto (un po’ come quindici secoli prima avevano fatto gli assassini di Gaius Iulius Caesar) di poter contare sul sostegno popolare. I Medici, invece, hanno colto i frutti di decenni di buongoverno e di investimenti nell’abbellimento, nella cura e nell’arricchimento di Firenze, pertanto i palazzi degli assassini sono stati presi d’assalto e saccheggiati e tutti i protagonisti della congiura impiccati. Alcuni critici letterari pensano che lo scrittore Luigi Pulci, amico stretto di Lorenzo il Magnifico, appena avvenuta la congiura sia rimasto scosso e abbia deciso di cambiare il finale della sua opera satirica, “Il Morgante” inserendo la scena violenta della strage di Roncisvalle, che richiama proprio la congiura ai danni del suo amico.

1986 (35 anni fa): l disastro di Černobyl’, un incidente nucleare, nell’allora Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Al 2021 è il più grave incidente della storia del nucleare civile e l’unico, insieme a quello di Fukushima del 2011, a essere classificato con il settimo livello, il massimo, della scala di catastroficità INES. Poco dopo l’una del mattino del 26 aprile 1986 il reattore numero quattro nella centrale di Chernobyl, in Ucraina, esplode. L’incidente sprigiona una potenza equivalente a 500 bombe atomiche, come quella sganciata su Hiroshima. La nube tossica causa la morte immediata di 31 persone e l’evacuazione di 400 mila persone dall’area, ma tutto il mondo ne è terrorizzato. Negli anni la catastrofe ha causato migliaia di tumori, coinvolgendo circa 8,4 milioni di persone tra Ucraina, Bielorussia e Russia. Le cause dell’incidente, che l’Urss tentò di insabbiare, sono da attribuire a errori tecnici, cattiva gestione, problemi relativi all’impianto.

Nato  oggi:

1798 (223 anni fa): nasce  a Saint Maurice (Francia) Eugene Delacroix  artista e pittore francese, considerato il principale esponente del movimento romantico del suo paese. La prima commissione pubblica è del 1819, quando dipinge per la chiesa di Orcemont la “Vergine delle messi”, ispirata a Raffaello. Di natura abbastanza solitaria (non si sposò mai); aveva solo alcuni amici a lui vicini, tra cui un altro genio romantico, Chopin, di cui dipinse un ritratto e che descrisse come “L’artista più vero che avessi mai incontrato”. Delacroix ebbe una grande influenza su una vasta schiera d’artisti, in particolare per il suo vibrante e disinibito uso del colore. Tra coloro che copiarono il suo lavoro e ne rimasero influenzati ci furono Cézanne, Degas, Van Gogh. La produzione di Delacroix è enorme, dopo la sua morte gli esecutori testamentari trovarono più di 9000 diversi lavori nel suo studio, tra cui alcune centinaia di dipinti e 6000 disegni. Disegnava ogni giorno, come un musicista si esercita con le scale, e si vantava della velocità con la quale lavorava, dichiarando: “Se non sei capace di fare uno schizzo di un uomo che cade dalla finestra prima che dal quinto piano arrivi a terra, allora non sarai mai capace di produrre lavori monumentali”.  Tra i suoi dipinti più noti: La Libertà che guida il popolo” del 1830, che raffigura tutte le classi sociali unite in lotta contro l’oppressore, guidate dalla personificazione della Francia, Marianne, che in quest’opera assurge anche a simbolo della Libertà. Marianne è colta nell’attimo in cui avanza sicura sulla barricata, sventolando con la mano destra il Tricolore francese e impugnando con la sinistra un fucile con baionetta, a suggerire la sua diretta partecipazione alla battaglia. Indossa abiti contemporanei e anche un berretto frigio, assunto come simbolo dell’idea repubblicana dai rivoluzionari già nel 1789, ha il seno scoperto e i piedi nudi ed è realistica sino alla peluria sotto le ascelle, particolare che non fu apprezzato dai contemporanei. Nella sua posa monumentale e impetuosa la Libertà esorta il popolo a seguirla e a ribellarsi contro la politica reazionaria di Carlo X. Muore a Parigi il 13 agosto 1863.

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