Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 3 Luglio.
Accadde che:
1985 (37 anni fa): esce nelle sale “Ritorno al futuro”, una delle trilogie più fortunate ed apprezzate degli anni ’80. La prima pellicola diretta da Robert Zemeckis e interpretata da Michael J. Fox e Christopher Lloyd vinse il premio Oscar per il Miglior montaggio sonoro. Nel 2007 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Pare che il progetto si debba a una circostanza fortuita, capitata a Bob Gale nel 1980. Lo sceneggiatore aveva trovato il diario scolastico del padre nella soffitta di casa e, leggendolo, aveva scoperto lati sconosciuti del genitore che lo portarono a fantasticare su cosa sarebbe successo se si fossero incontrati da ragazzi e coetanei. Ne parlò con l’amico Robert Zemeckis, che rimase entusiasta dell’idea e immaginò una variazione sul tema classico dei viaggi nel tempo, narrando non di secoli indietro, ma di una trentina di anni e concentrandosi sulle vicissitudini di un adolescente che si trova a vivere nell’epoca in cui i propri genitori sono a loro volta ragazzi, nella stessa città. Il soggetto piacque subito a Steven Spielberg, ma la sceneggiatura proposta da Gale e Zemeckis fu rifiutata pressoché da tutti gli studios, che reputavano Ritorno al futuro “troppo poco volgare” per attrarre il grande pubblico. Come se non bastasse i due ultimi film diretti da Zemeckis non erano stati un successo al botteghino e pochi produttori se la sentivano di affidargli un progetto tanto ambizioso. La svolta arrivò nel 1984, quando l’attore e produttore Michael Douglas lo ingaggiò per la regia del film “All’inseguimento della pietra verde”: la pellicola fu un successo e rilanciò Zemeckis nell’olimpo dei registi blasonati, dandogli la possibilità di rimettere mano al progetto Ritorno al futuro, che avrebbe consegnato alla storia del cinema uno dei film più celebri e apprezzati di sempre.
1992 (30 anni fa): Bettino Craxi parla alla Camera dei Deputati del finanziamento illecito ai partiti in Italia. È il penultimo discorso di Craxi in Parlamento prima del 29 aprile 1993. Craxi tenne un discorso alla Camera dei deputati per la fiducia al governo Amato che ha segnato la storia italiana. In quel discorso, l’uomo che era diventato il simbolo di un regime fondato su un intreccio di finanziamenti irregolari, corruzione, tangenti e faccendieri, che stava cadendo, mosse accuse pesanti all’intero sistema istituzionale italiano, riportando al centro del parlamento quella polvere che per decenni era stata nascosta sotto il tappeto dell’omertà politica. Quell’uomo che oggi qualcuno prova a santificare mentre altri descrivono come il demonio, dimostrò di essere solo un leader del suo tempo, che aveva partecipato e impersonato i limiti e le storture di un sistema tanto diffuso quanto sbagliato e corrotto. Tangentopoli è uno di quei processi che ha fatto crollare un sistema di potere che sembrava indistruttibile e che aveva infiltrato ogni comparto dello Stato.
Scomparso oggi:
1971 (51 anni fa): muore, a Parigi, Jim Morrison cantautore e poeta. Nato, a Melbourne (Florida), l’8 dicembre 1943 è stato il leader carismatico della band statunitense The Doors dal 1965 al 1971. Jim Morrison è, con il chitarrista Jimi Hendrix e la cantante Janis Joplin uno dei tre rocker caduti nella cosiddetta “Maledizione della J”, caratterizzata dalla morte per tutti e tre i musicisti all’età di 27 anni e in circostanze mai del tutto chiare. Morrison ha incarnato simbolicamente la contestazione giovanile sessantottina deflagrata dall’ateneo di Berkeley e giunta poi in tutta Europa, diventando per tutti una delle icone della rivoluzione di costumi degli anni ’60. egli è stato anche e soprattutto un poeta, con due raccolte di versi di discendenza beat, ancora oggi lette e apprezzate non solo dai suoi fan, ma anche da una certa critica senza paraocchi. A lui e al suo nome si legano brani ormai storici del rock, come “The End”, “Break on Through (To the Other Side)”, “Light My Fire”. Ancora bambino vive una delle esperienze che più lo segna nel corso della sua esistenza, fonte di ispirazione per diverse canzoni e, soprattutto, poesie: nel 1947 lui e la sua famiglia si trovano impelagati in un incidente. Qui, il piccolo Jim, scopre per la prima volta la morte, scorgendo sulla strada una moltitudine di corpi appartenenti ad un gruppo di lavoratori indiani, della tribù Pueblo, molti dei quali insanguinati. Più in là, lo stesso cantante americano asserirà di aver sentito l’anima di uno shamano morto in quell’incidente entrare dentro di lui e influenzarlo per il resto della sua vita. Nel 1964, dove si iscrive a Cinematografia, conosce Ray Manzarek, che gli propone di formare una band, dopo aver sentito cantare alcune delle sue liriche. Il 4 gennaio 1967, l’Elektra pubblica il primo album “The Doors“, che fu subito un successo, diventando uno dei dischi più venduti dell’anno. Jim Morrison, oltre che cantante e poeta, è stato ed è tuttora un’icona a cui molte generazioni si ispirano, condividendone drammi, lamenti, speranze ed illusioni. Non a caso, egli ha dimostrato una grande capacità nel persuadere le masse, spronarle, motivarle; con le sue parole e i suoi gesti sapeva accentrare su di sé un interesse straordinario. Nonostante questo, però, tutta quell’attenzione mediatica sembrava addirittura disprezzarla. In breve, si ritaglia la fama di istigatore di folle, provocatore, ribelle. Durante i suoi concerti non dà freno a nulla: spesso ubriaco e sotto l’effetto di droghe, invita la gente a salire sul palco, provoca le forze dell’ordine, fa l’equilibrista sul palcoscenico, si tuffa tra il pubblico. Ben presto, dal successo vuole addirittura fuggire, preferendo un’esistenza più tranquilla, dedicata alla ricerca, spirituale e poetica. Il 3 luglio, la ragazza di Jim Morrison, Pamela Courson lo trova privo di vita nel bagno della loro abitazione. Il caso fu chiuso in breve tempo con la celebrazione dei funerali. La causa ufficiale della morte fu quella di una insufficienza cardiaca, probabilmente conseguente ad una eccessiva quantità di eroina. Bisogna dire probabile perché non fu eseguita nessuna autopsia al cadavere. Sam Bennet, amico del cantante, nel 2007 in occasione del libro “The End: Jim Morrison” racconta una diversa ipotesa a quella fino ad allora conosciuta a tutti. Ovvero che Jim Morrison è deceduto nel bagno del locale Rock & Roll, dove si era recato per procurarsi dell’eroina e dove sarebbe morto a causa di un’overdose. Sempre secondo Sam, furono gli stessi spacciatori che per occultare il corpo del cantante decisero di riportarlo a casa e deporlo nel bagno della sua stessa casa. L’intera parabola esistenziale di Morrison sembra essere una fulminea apparizione sul palcoscenico della vita, breve ma intensa, come un lampo che appare all’improvviso squarciando il buio della notte e illuminando, per un brevissimo istante, ciò che esso celava.