Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 18 Giugno.
Accadde che:
1940 (82 anni fa): Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito, pronuncia, alla camera dei Comuni, il celebre discorso dell’ ”Ora Migliore”: “Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e gli oceani; combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell’aria. Difenderemo la nostra isola qualunque possa esserne il costo. Quella che il generale Weygand ha chiamato la Battaglia di Francia è finita … la Battaglia d’Inghilterra sta per iniziare. Da questa battaglia dipende la sopravvivenza della civiltà cristiana. Da essa dipende la nostra vita britannica e la lunga continuità delle nostre istituzioni e del nostro Impero. Tutta la furia e la potenza del nemico devono presto essere rivolte a noi. Hitler sa che dovrà distruggerci su quest’isola o perdere la guerra. Se riusciamo a tenergli testa, tutta l’Europa potrà essere liberata e la vita del mondo potrà avanzare verso vasti altopiani illuminati dal sole. Ma se falliamo, allora il mondo intero, inclusi gli Stati Uniti, compreso tutto ciò che abbiamo conosciuto e a cui teniamo, sprofonderà nell’abisso di una nuova era oscura resa più sinistra, e forse più protratta, dalle luci della scienza perversa. Prepariamoci quindi ai nostri doveri, e quindi rendiamoci consapevoli che se l’Impero britannico e il suo Commonwealth dureranno per mille anni, gli uomini continueranno a dire: Quella fu la loro ora migliore”. In un momento di grande apparente pericolo per la sopravvivenza nazionale britannica, le parole dl Primo Ministro parlarono non solo di sopravvivenza e interesse nazionale ma anche di cause nobili, quali: libertà, civiltà cristiana e diritti delle piccole nazioni. Per questi valori la Gran Bretagna stava combattendo e per essi Churchill pensava che anche gli Stati Uniti avrebbero dovuto combattere e alla fine l’avrebbero fatto; era sua intenzione, inoltre, debellare una volta per tutte i germi del nazionalismo e bellicismo europeo. Il discorso durò 36 minuti, Churchill, come sua abitudine, apportò revisioni al suo dattiloscritto di 23 pagine fino al momento e anche durante il discorso.
1983 (39 anni fa): Sally Ride è la prima donna americana a volare nello spazio. Sally stava vagando per i corridoi dell’università e trovò in bacheca un messaggio che catturò la sua attenzione: la NASA cercava 35 astronauti. La Ride fu una delle 8.900 persone a fare domanda e, nel 1978, entrò nel primo programma spaziale per entrambi i sessi della storia americana. La missione del 18 giugno 1983 durò circa sei giorni, durante i quali furono spediti in orbita due satelliti, ed eseguiti esperimenti farmacologici. Sally ritornò nello spazio nel 1984, totalizzando 340 ore di volo con la NASA. L’astronauta divenne direttore del California Space Institute e fondò il Sally Ride Science che, da allora, si dedicò a creare programmi di intrattenimento per insegnare ai più giovani la scienza. Ride morì, il 23 luglio 2012, a 61 anni, per un cancro. Ha detto: “Per una qualche ragione, non mi sono lasciata sopraffare dallo stereotipo che la scienza non era una cosa per ragazze”.
Nata oggi:
1943 (79 anni fa): nasce, a Bologna, Raffaella Carrà, pseudonimo di Raffaella Maria Roberta Pelloni, soubrette, cantante, ballerina, attrice e conduttrice televisiva e radiofonica. A soli otto anni si trasferisce nella capitale per seguire Jia Ruskaia, fondatrice dell'”Accademia Nazionale di Danza di Roma”. Consegue il diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e, subito dopo, nel 1960 arriva il vero e proprio debutto cinematografico: il film è “La lunga notte del ’43”. Il successo televisivo arriva nel 1970 con lo spettacolo “Io Agata e tu”, in cui Raffaella balla per tre minuti alla sua maniera, lanciando quello stile di showgirl brillante. Sempre nello stesso anno affianca Corrado Mantoni in “Canzonissima”: l’ombelico scoperto, sfoggiato durante la sigla mentre canta “Ma che musica maestro!”, dà scandalo. L’anno seguente è ancora a “Canzonissima” e lancia il noto “Tuca Tuca”, oltre alla canzone “Chissà se va”. Prosegue con: “Ma che sera” (1978), “Fantastico 3” (1982). Nel 1995, ritorna in televisione con “Carràmba che sorpresa”: che farà registrare un record di ascolti clamoroso, tanto che condurrà altre quattro edizioni del programma, nella fascia più importante del sabato sera. Grazie a questa rinnovata popolarità presenta nel 2001 la VI edizione del Festival di Sanremo. Negli anni diviene una vera e propria icona gay, anche se come ammette lei stessa non sa spiegarne il motivo. Nel novembre 2020, il quotidiano britannico “The Guardian” la descrive come la “Pop star italiana che ha insegnato all’Europa la gioia del sesso”. Muore, a Roma, il 5 luglio 2021. Una delle sue frasi più belle è la seguente: “Amo la tenerezza. È la chiave dell’amore. Quello che resta quando finisce il fuoco del sesso”.