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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 1º Giugno.

Accadde che:

1942 (80 anni fa): il giornale di Varsavia, Liberty Brigade, pubblica le prime notizie ufficiali riguardo l’esistenza di campi di concentramento, organizzati dal regime nazista. Fino a quel momento, mai nessuno aveva sollevato pubblicamente e a livello di stampa la questione. Si espande quindi il dramma degli ebrei a livello nazionale prima e internazionale poi. I campi di concentramento anche chiamati campi erano luoghi in cui le persone venivano incarcerate senza il bisogno di osservare le consuete norme di arresto e di custodia. Poteva trattarsi di campi di lavoro, campi per prigionieri di guerra, campi di transito, dove venivano raccolti prigionieri in attesa di essere spostati. Alcuni di questi campi di concentramento, o alcune parti, vennero convertiti in campi di sterminio, dotati delle strutture necessarie per uccidere sistematicamente i prigionieri in modo sistematico e massificato. La responsabilità della vita dei prigionieri nei campi di sterminio era interamente nelle mani dell’IKL o ispettorato dei campi di concentramento. Tutto questo era possibile anche perché, sin dal 1933, il sistema dei campi di concentramento, la loro sorveglianze ed i loro prigionieri, non erano soggetti a nessun tipo di autorità amministrativa e legale al di fuori delle SS e della polizia di regime. In altre parole, i campi di prigionia tedeschi erano sotto una giurisdizione extra-legale autorizzata dallo stesso Hitler e, quindi, erano al di fuori delle leggi dello stato tedesco.

1988 (34 anni fa): il presidente statunitense Ronald Reagan e quello sovietico Michail Gorbačëv stipulano un accordo per l’eliminazione dei missili a media gittata. Dopo la sottoscrizione avvenuta nel dicembre del 1987, Stati Uniti e Unione Sovietica attuano il trattato INF, un importante accordo per il disarmo. I due presidenti si sono impegnati a eliminare tutti i missili a media gittata in dotazione alle due super potenze. Il trattato ha un valore fondamentale, in quanto segnò un punto di svolta nel processo negoziale, legato al controllo degli armamenti tra le due superpotenze. Per la prima volta, infatti, i sistemi d’arma oggetto del negoziato non venivano ridotti o ritirati, ma effettivamente eliminati. In secondo luogo, l’URSS accettò una serie di regole e clausole che non aveva mai precedentemente accettato, in primis un rigido sistema di ispezioni internazionali sul proprio territorio. In parte, questa accettazione fu dovuta alla pressione generata dal deterioramento della situazione nel Patto di Varsavia, in parte fu spinta dalla grande scommessa politica di Gorbačëv, culturalmente molto influenzato dalle posizioni più innovative presenti nei settori più avanzati delle grandi socialdemocrazie europee, alle quali voleva “Agganciare” l’URSS, come parte di un sofisticato progetto politico teso a fare rientrare l’URSS nel gioco politico mondiale dal quale il bipolarismo l’aveva progressivamente emarginata. Nel 1991, le superpotenze adottarono un trattato per la proibizione di questi armamenti e ne vennero smaltiti quasi 2.700.

Scomparso oggi:

1970 (52 anni fa): muore, a Milano, Giuseppe Ungaretti poeta, scrittore, traduttore, giornalista e accademico. Nato, ad Alessandria d’Egitto, l’8 febbraio 1888 è stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. Nella città natale trascorre l’infanzia e i primi anni della giovinezza. Il padre, però, che lavorava come operaio alla costruzione del canale di Suez muore in un incidente; la madre riesce a mandare avanti la famiglia grazie ai guadagni di un negozio della periferia di Alessandria. Il piccolo Giuseppe viene, così, allevato dalla madre, da una balia sudanese e da Anna, un’anziana croata. Nel 1915, pubblica le prime liriche. Scoppia la guerra e viene richiamato e inviato sul fronte del Carso e su quello francese dello Champagne. La prima poesia dal fronte di Ungaretti è datata 22 dicembre 1915. Del giorno successivo è la famosa poesia “Veglia”. Trascorre l’intero anno seguente tra prima linea e retrovie; scrive tutto “Il porto sepolto”. Ungaretti si rivela poeta rivoluzionario, aprendo la strada all’ ermetismo: le liriche sono brevi, a volte ridotte ad una sola preposizione, ed esprimono forti sentimenti. Nel 1937, una prima tragedia familiare colpisce Ungaretti: muore il fratello Costantino. Per lui scrive le liriche “Se tu mio fratello” e “Tutto ho perduto”. Da lì a poco, per un attacco di appendicite malcurato, muore in Brasile anche il figlio Antonietto, di soli nove anni, a cui dedica la poesia “Giorno per giorno”.  Gli ultimi anni di vita del poeta sono intensissimi: è eletto presidente della Comunità europea degli scrittori e tiene, come visiting professor presso la Columbia University una serie di lezioni, stringendo fra l’altro amicizia con letterati e pittori beat del Village newyorkese. Nella notte tra il 31 dicembre 1969 e il 1° gennaio 1970 scrive l’ultima poesia “L’impietrito e il velluto”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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