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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 18 Aprile.

Accadde che:

1938 (84 anni fa): appare la prima storia di Superman sul numero 1 della rivista Action Comics. L’immagine d’esordio del supereroe nelle edicole statunitensi fu quella di un uomo con un costume blu e un mantello rosso in grado di sollevare un’auto, tra un gruppo di passanti impauriti. Superman è un personaggio dei fumetti creato nel 1933 da Jerry Siegel e Joe Shuster. Si tratta del primo supereroe della storia dei fumetti noto in Italia, in passato, anche con il nome di Ciclone, l’uomo fenomeno, l’Uomo d’acciaio e Nembo Kid.  Tutto ha inizio alla fine degli anni 20, a Cleveland, Ohio. Jerry Siegel era il figlio di operai ebrei immigrati. A differenza dei suoi coetanei non amava il baseball o il football, ma era appassionato di fantascienza e la macchina da scrivere era la sua migliore amica. Si dilettava a inventare storie popolate da astronauti, alieni e creature provenienti da pianeti lontani. A scuola passava la maggior parte del tempo da solo e nessuno sembrava capirlo, fino a quando non incontrò Joe Shuster.  Nel 1932, Jerry perse suo padre, morto di infarto mentre subiva una rapina a mano armata. Jerry era tormentato perché voleva giustizia per il padre, ma non si perse d’animo e, con l’amico Joe, si dedicò con tutto sé stesso a un nuovo progetto. Un anno dopo nacque Superman: un eroe con la missione di combattere il crimine, un essere in grado di fare qualsiasi cosa, ma il cui unico scopo era aiutare gli altri.

2002 (20 anni fa): a Milano, un aereo da turismo, pilotato dall’italo-svizzero Gino Fasulo, 64 anni, si schianta contro il 26º piano del Grattacielo Pirelli,  il palazzo più alto della città. Al momento dell’impatto al “Pirellone” stavano lavorando circa 300 dipendenti della Regione Lombardia. Lo schianto all’altezza del 25esimo piano del grattacielo ha provocato un incendio, l’alzarsi di una densa colonna di fumo che ha oscurato tutta la zona, non lontana dalla stazione centrale. L’impatto dell’aereo con l’edificio ha provocato una caduta di detriti: vetri, metallo, fogli di carta che si sono sparsi su tutta la piazza. Ci sono stati tre deceduti e settanta i feriti trasportati all’ospedale. Nella relazione d’inchiesta riguardo all’incidente, l’ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza al Volo) chiarì che la causa probabile fosse da ricercare nell’incapacità del pilota di gestire in maniera adeguata la condotta della fase finale del volo in presenza di problematiche tecnico-operative e ambientali.

Scomparso oggi:

1955 (67 anni fa) muore, a New Jersey (Stati Uniti), Albert Einstein fisico. Nato a Ulma (Germania), il 14 marzo 1879 è considerato il più importante fisico del XX secolo. Nel 1905 pubblica tre studi teorici. Il primo  contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Il secondo studio, sull’interpretazione dell’effetto fotoelettrico, contiene un’ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce; Einstein afferma che in determinate circostanze la radiazione elettromagnetica ha natura corpuscolare, ipotizzando che l’energia trasportata da ogni particella che costituisce il raggio luminoso, denominata fotone, sia proporzionale alla frequenza della radiazione. Il terzo e più importante studio  reca il titolo “Elettrodinamica dei corpi in movimento”: esso contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Proprio quest’ultimo studio porterà Albert Einstein a conseguire il premio Nobel per la Fisica nel 1921. Con l’avvento al potere di Hitler, Einstein è costretto a emigrare negli Stati Uniti. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista, il Nobel tedesco rinuncia alle posizioni pacifiste e nel 1939 scrive assieme a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale viene sottolineata la possibilità di realizzare una bomba atomica. La lettera segna l’inizio dei piani per la costruzione dell’arma nucleare. Ovviamente, lo scienziato disprezza profondamente la violenza e, conclusi questi terribili anni di conflitti, si impegna attivamente contro la guerra e contro le persecuzioni razziste, compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Prima di morire espresse verbalmente il desiderio di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò l’autopsia, di propria iniziativa rimosse il cervello e lo conservò a casa propria in un barattolo sottovuoto per circa 30 anni. Il resto del corpo fu cremato e le ceneri furono disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein furono messi al corrente, acconsentirono  che il cervello fosse sezionato in 240 parti da consegnare ad altrettanti ricercatori; la parte più grossa è custodita nell’ospedale di Princeton. Una delle sue frasi più celebri è la seguente: “Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima”.

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