Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 1° Aprile.
Accadde che:
1748 (274 anni fa): l’antica città di Pompei torna alla luce grazie agli scavi archeologici voluti da Carlo III di Borbone. I Borbone, per ragioni di prestigio, avevano un grande interesse per le antichità e, dopo gli splendidi ritrovamenti della vicina Ercolano, promossero nuove ricerche sulle tracce dell’antica Pompei. Fu così che Carlo di Borbone incaricò gli ingegneri Roque Joaquin de Alcubierre, Karl Jakob Weber e Francisco Vega di iniziare scavi sistematici. Il 23 marzo 1748 venne aperto un cantiere in un’antica zona conosciuta come “Civita”, collocata su un importante incrocio stradale che congiungeva Castellammare di Stabia con Nola e il 1° aprile vennero effettuati i primi importanti ritrovamenti, ed anche se Alcubierre credeva di essere sul luogo dell’antica “Stabiae” quella è la data convenzionalmente adottata come l’esordio dell’area archeologica di Pompei. Nel 1763, venne finalmente trovata la prova definitiva che il cantiere si trovava sulla zona dell’antica Pompei: il ritrovamento di un’epigrafe recante la dicitura “Res Publica Pompeianorum”.
1934 (88 anni fa): Pio XI proclama santo Don Bosco. Terminava così il lungo processo di beatificazione e canonizzazione, iniziato a Torino il 4 giugno 1890. Il Papa, da giovane prete, ebbe il piacere di sedere a tavola con Don Bosco e conoscere l’Oratorio da lui fondato a Valdocco. Conosceva in dettaglio il grande lavoro che l’uomo aveva fatto per i ragazzi poveri e abbandonati. Ecco perché non esitò a sostenere il processo di canonizzazione del suo amico. La canonizzazione, però, avrebbe incontrato molti ostacoli. Dopo una battuta d’arresto nel 1926, era stata accelerata dall’intervento personale del pontefice, che lo aveva conosciuto e dichiarò: “Noi siamo con profonda compiacenza tra i più antichi amici personali del venerabile Don Bosco”. Il processo di canonizzazione si svolge come una vera seduta di tribunale, in cui una parte difende la memoria del venerabile, mentre l’ altra, il cosiddetto “avvocato del diavolo”, espone motivazioni contro la santificazione. Nel caso di Don Bosco le obiezioni esposte furono “l’astuzia” proverbiale del sacerdote e il sospetto di aver “plagiato” i ragazzi. Per il passo successivo, la beatificazione, era necessario un miracolo. Nel 1921 si verificò la guarigione di Teresa Callegari, ventitreenne piacentina malata di poliartrite. La ragazza raccontò di aver visto Don Bosco dopo aver recitato una novena in suo onore. Ben cinque medici confermarono che la guarigione di Teresa non aveva motivazioni scientifiche, così fu proclamato beato. Nel frattempo, al sacerdote torinese era stata attribuita anche la guarigione miracolosa di Suor Provina Negro, delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Altri due miracoli furono riconosciuti pochi anni dopo, permettendo la definitiva canonizzazione. San Giovanni Bosco è uno di quei santi che hanno guadagnato il rispetto e l’ammirazione anche dei non credenti; sia come benefattore per Torino, sia per le missioni. Ma anche come educatore, visto che è ricordato tra i maggiori nomi della pedagogia italiana del XIX secolo.
Nato oggi:
1946 (76 anni fa): nasce, a Fusignano (Ravenna), Arrigo Sacchi allenatore di calcio, dirigente sportivo e opinionista, è considerato uno dei migliori allenatori nella storia del calcio. Voci non certissime raccontano che nella fanciullezza tifasse Inter e che amasse farsi portare a San Siro a vedere la partita dei nerazzurri. Di certo, c’è solamente che fin dall’adolescenza è stato attratto inesorabilmente dal calcio, tentando in tutti i modi di inserirsi in squadre di vario tipo. Si trova così a guidare squadre come il Fusignano, l’Alfosine e il Bellaria. Approda in serie A nel campionato 1987/88. Silvio Berlusconi, neopresidente milanista, decide di chiamarlo sulla panchina della sua squadra dopo l’ottima prova che il Parma guidato da Sacchi (allora in serie B), effettua contro il Milan di Liedholm in Coppa Italia. Con la squadra milanese vincerà lo scudetto nel 1987/88, arriverà terzo nel 1988/89 e secondo nel 1989/90 e nel 1990/91; ha poi vinto una Supercoppa Italiana (1989), due Coppe dei Campioni (1988/89 e 1989/90), due Coppe Intercontinentali (1989 e 1990) e due Supercoppe Europee (1989 e 1990). Dal 13 novembre 1991 subentra ad Azeglio Vicini come commissario tecnico della Nazionale Italiana ai Mondiali USA del 1994, ottenendo il secondo posto dietro il Brasile. Nel 1995 porta l’Italia alla qualificazione per la fase finale dell’Europeo ’96. Nel 1996 rinnova il contratto che lo avrebbe legato alla guida della Nazionale fino a tutto il 1998, ma poco tempo dopo, in seguito a polemiche sulla sua conduzione, ha preferito lasciare il posto a Cesare Maldini. Infine, il suo ultimo incarico è stato quello alla guida del Parma, che lascia dopo solo tre partite. Sacchi, in seguito, ha lavorato come direttore dell’area tecnica, dietro le quinte della panchina del Parma. Poi alla fine del 2004 è volato in Spagna, per diventare Direttore tecnico del Real Madrid. Nel mese di ottobre 2005, l’Università di Urbino, ha conferito a Sacchi la laurea honoris causa in Scienze e Tecniche dell’Attività Sportiva.