Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 12 Febbraio.
Accadde che:
1554 (468 anni fa): nove giorni dopo essere diventata regina d’Inghilterra, Lady Jane Grey viene decapitata, per tradimento. Quando Jane salì sul patibolo, dopo otto mesi di prigionia, chiese perdono per aver offeso Maria, pur proclamandosi innocente; quando le misero la benda sugli occhi, non riuscì a trovare il ceppo sul quale appoggiare la testa, suscitando la compassione dei presenti, tanto che John Feckenham, decano della cattedrale di San Paolo, la aiutò ad appoggiare la testa sul ceppo. Così, Lady Jane Grey fu decapitata e sepolta prima in una tomba anonima, poi, nel 1876, nella Cappella Reale della chiesa di San Pietro ad Vincula, per decisione della regina Vittoria, accanto alle spoglie di Anna Bolena e Caterina Howard. Prima di morire Edoardo VI, designò come futura sovrana la cugina Jane. Quando i genitori, il suocero e il marito le comunicarono la notizia, la giovane si rifiutò di diventare regina, affermando che la legittima erede di Edoardo era Maria (figlia di Enrico VIII e di Caterina d’Aragona). Ma i suoi familiari, facendo leva sui suoi sentimenti religiosi, la convinsero ad accettare il trono per mantenere la fede anglicana in Inghilterra che, con Maria, sarebbe stata sostituita dalla fede cattolica. Allora Jane accettò la corona, ma Maria, che godeva del consenso popolare, fu dichiarata legittima sovrana d’Inghilterra, così depose Jane e la fece imprigionare, assieme al consorte, nella Torre di Londra.
1951 (71 anni fa): all’età di 17 anni, Soraya sposa lo Scià a Teheran. È stato definito il matrimonio del secolo, Reza Pahlavi regala, alla futura sposa, un diamante di oltre 22 carati, lei indossa un abito di Dior tempestato da 6.000 autentici brillanti Il loro matrimonio ebbe fine il 6 aprile 1958, quando lo Scià la ripudiò dopo che fu evidente che non avrebbe potuto dargli dei figli. Lo stesso Scià diede annuncio della separazione pubblicamente, visibilmente affranto, definendola “sposa adorata”. Nonostante il matrimonio combinato fosse sfociato in una grande passione, Soraya, anni dopo, confessò che la famiglia Pahlavi non la fece mai sentire a suo agio, che la madre dello Scià fu sempre troppo presente e ingombrante. Il loro amore è nato spontaneo e non si tratta di un comune amore, ma di una passione così grande che forse può spiegare la triste fine di Soraya. Il sospirato figlio maschio non arriva e nel frattempo lo Scià è costretto all’esilio da basse beghe politiche interne. Si rifugia a Roma, dove assediato da giornalisti e fotografi rilascia una romantica dichiarazione: per lui ci sono due fedi: il Corano e Soraya. Passano gli anni, ma i figli non arrivano e sempre più il terrore attanaglia lo Scià. Una legge dinastica impone al principe di avere un erede o abdicare a favore di un fratello. La sorte però si accanisce ancor di più su questa coppia, perchè il fratello minore dello Scià, possibile erede al trono muore in un incidente aereo. Rimane quindi una sola possibilità: sposare un’altra donna che possa dare allo Scià il sospirato erede. Pertanto, con immenso dolore, la coppia è costretta a separarsi. Da quel momento, la vita per Soraya è un fardello da trasportare sulle spalle, fingendo di vivere una nuova vita.
Nato oggi:
1923 (99 anni fa): nasce, a Firenze, Franco Zeffirelli regista, sceneggiatore, scenografo e politico. Debutta nel cinema, nel 1947, interpretando il ruolo di Filippo Garrone ne “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa ed assistendo Visconti sul set de “La terra trema”. Il primo film da lui diretto è “Camping” (1958). Nel cinema restano famose le sue trasposizioni letterarie: dalla romantica vicenda di “Romeo e Giulietta” del 1968, a una sentita biografia del poverello d’Assisi, ossia il “San Francesco” del 1972, all’ “Amleto” del 1990. La sua opera è dominata da una vena romantica di accurata sensibilità sia per il particolare che per la definizione dei personaggi. Resta memorabile il suo Gesù di Nazareth del 1977, entrato nella storia del cinema per il ritratto particolarmente umano del Cristo, la cui eterea spiritualità pervade l’intera opera. Infine nel campo dell’opera lirica non si possono dimenticare le storiche produzioni, a cominciare dalla “Traviata” con Maria Callas. Franco Zeffirelli, che era dichiaratamente omosessuale, dichiarò di non apprezzare il «movimento gay», in quanto per lui “l’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa”. Muore a Roma, all’età di 96 anni, il 15 giugno 2019.