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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 10 Febbraio.

Accadde che:

1986 (36 anni fa): inizia il Maxiprocesso di Palermo, ideato da Rocco Chimici, con oltre 400 imputati. Per evitare la scadenza degli ordini di custodia cautelare di una parte degli imputati, il giudice Alfonso Giordano, decide di far celebrare il processo ogni giorno ininterrottamente, fatta eccezione per alcuni sabati e la domenica. Il 16 dicembre viene letta la sentenza di primo grado: i giudici dopo 349 udienze, 1314 interrogatorie 35 giorni di camera di consiglio emanano pene detentive per un totale di 2665 anni, ridotti a 1576 nella sentenza di secondo grado, a causa del mancato riconoscimento della componente mafiosa in molti dei delitti “eccellenti”.  Il 30 gennaio 1992, in Cassazione tutte le condanne vengono riconfermate e chi era stato precedentemente assolto, ora è rinviato a nuovo giudizio. Nel 1992, in risposta alla sentenza del Maxiprocesso, Cosa Nostra uccide prima il deputato della DC Salvo Lima (marzo), il proprio referente politico; poi con le stragi di Capaci (maggio) e via d’Amelio (luglio) muoiono Falcone e Borsellino e i loro uomini della scorta.

2005 (17 anni fa): si commemora per la prima volta il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Istituito con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, concede anche un riconoscimento ai congiunti degli infoibati. Alla legge si è arrivati con un consenso esteso delle forze politiche. La scelta della data non è stata casuale, infatti proprio il 10 febbraio 1947 furono firmati i trattati di Pace a Parigi con il quale si assegnavano l’Istria, Quarnaro, Zara e parte del territorio del Friuli Venezia Giulia alla Jugoslavia. I territori in questione erano stati assegnati all’Italia con il Patto di Londra, mentre la Dalmazia venne annessa a seguito dell’invasione nazista in Jugoslavia. Nel testo di legge si leggono le motivazioni: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata […] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero”.

Nato oggi:

1791 (231 anni fa): nasce, a Venezia, Francesco Hayez pittore. È stato il massimo esponente del Romanticismo in Italia, vissuto nell’epoca di passaggio tra la cultura neoclassica e quella romantica, ponendosi come il principale pittore italiano di quest’ultima corrente. Non solo: con alcune sue opere altamente simboliche e di elevato valore patriottico, come il famoso Bacio, dipinto in tre versioni, Hayez è diventato il pittore simbolo dell’Unità d’Italia. La sua arte dimostrava una sensibilità nuova in Italia nell’affrontare soggetti di carattere storico o politico, come i Vespri siciliani, dipinto ispirato a un fatto della storia d’Italia, o I profughi di Parga, che raccontava invece un fatto d’attualità. Artista dalla lunga carriera, attraversò diverse epoche: fu pittore dell’Italia napoleonica, artista in grado d’interpretare le istanze del Risorgimento, apprezzato da Mazzini che lo riteneva “il capo della scuola di Pittura Storica, che il pensiero nazionale reclamava in Italia”, e fu poi pittore che visse nei primi anni dell’Unità d’Italia. E di sicuro è stato uno dei maggiori artisti italiani del XIX secolo. Muore, a Milano, il 21 dicembre 1882.

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