Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 20 gennaio.
1961 (61 anni fa ): John F. Kennedy diventa ufficialmente il 35º presidente degli Stati Uniti. Inizia così, sessantuno anni fa, una presidenza entrata nell’immaginario e nel mito, ma tragicamente finita a causa dell’attentato a Dallas. È stato il primo presidente cattolico e anche il più giovane. Il giorno prima si svolse una delle feste che è stata tra le più grandi mai viste a Washington. Venne organizzata da Frank Sinistra, che chiese ai teatri di Broadway di sospendere gli spettacoli, per quella sera, per permettere a molte star di essere presenti all’evento. Il discorso di Kennedy è diventato uno dei più importanti del 900, grazie anche a una frase ormai diventata citazione imprescindibile: “Nella lunga storia del mondo, solo a poche generazioni è stato garantito il ruolo di difendere la libertà nell’ora del massimo pericolo. Non mi sottraggo a questa responsabilità, anzi, le do il benvenuto. Non credo che qualcuno di noi cambierebbe il suo posto con un altro popolo o con un’altra generazione. L’energia, la fede, la dedizione che porteremo in questo sforzo illuminerà il nostro paese e chi lo serve, e la luce di questo fuoco può davvero illuminare il mondo. Dunque, miei concittadini americani, non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”.
1986 (36 anni fa): i governi di Gran Bretagna e Francia danno l’annuncio della costruzione di un tunnel sotto il canale della Manica. Il primo ad avanzare questa proposta fu l’ingegnere francese Albert Matthieu-Favier nel lontano 1802. Il tunnel ferroviario fu completato nel 1994, è lungo oltre 50 km e unisce il comune inglese di Cheriton nel Kent e quello francese di Coquelles nei pressi di Calais. Per la maggior parte del tracciato la galleria si trova a circa 40 metri sotto il fondo del mare. Il costo complessivo dell’opera che ha visto impegnati per 7 anni 15.000 lavoratori si aggira intorno ai 10 miliardi di sterline (circa 11 miliardi di euro).
Scomparso oggi
2018 (4 anni fa): muore a Locri, a soli 43 anni, investito da un’auto, all’uscita del cinema, sulla statale 106, Pasquale Sgotto, imprenditore di Siderno. Nel ricordarlo, pubblichiamo l’articolo che Rosario Vladimir Condarcuri, ha scritto all’epoca del tragico evento, in cui si legge tutto il dolore di chi, all’improvviso, ha perso un caro amico.
“Maledetto sabato. Alle 23,30 precise ricevo una telefonata che mai avrei voluto ricevere. Mi chiama un amico di Locri e mi dice: “C’è stato un incidente all’uscita del cinema, alla fine del paese, mi dicono che è morto un tuo amico, Pasquale Sgotto”.
La vita spesso si decide in poche parole. In pochi secondi, forse 20.
Con Pasquale ci conosciamo da sempre, le nostre famiglie sono sempre state vicine, mio padre era molto amico di tutta la famiglia, con Nino poi c’era un rapporto particolare. Spesso capitava che in caso di lutti di parenti o amici ci si sedeva insieme per scrivere il manifesto e in questo mio padre era un esperto. Negli anni sia io che lui abbiamo sostituito i nostri genitori in questo rito che, nonostante la tristezza di certi momenti, dava dignità alle persone a noi care. In una di queste circostanze Pasquale mi sbalordì con una sua richiesta che mi fece molto piacere: era morto mio zio Dante e io ho seguito tutte le procedure con Pasquale, il quale alla fine del funerale mi disse: “Da una morte nasce la vita, per cui ti chiedo se ti farebbe piacere se io cresimassi tuo figlio Virgilio”. Non dimenticherò mai la mia gioia, perché l’affetto che ci legava si trasformava in qualcosa di più forte, che è come se andasse a scriversi nel DNA . Da lì abbiamo iniziato a chiamarci compari. Nel ricordare questo episodio mi si stringe il cuore, perché mai avrei potuto immaginare di essere oggi qui a scrivere di questo atto di affetto che non si realizzerà, come non riusciremo a vivere molte delle cose che questo rapporto avrebbe portato, come è stato per i nostri genitori. Sicuramente il nostro patto continuerà a vivere, come Pasquale continuerà a far parte della mia vita, anzi questo assurdo destino legherà ancora di più noi che rimaniamo. Pasquale negli anni era diventato un punto di riferimento, anche perché oltre all’amicizia abbiamo iniziato anche dei rapporti di collaborazione tra la sua azienda e il giornale, che è uno dei mezzi di espressione del ricordo, per cui ci sentivamo per vari motivi, in particolare quando c’era un parente che voleva dedicare un saluto, un ricordo a un caro che non c’era più. Ricordo anche i momenti di difficoltà nel novembre del 2013, quando dopo aver pubblicizzato la casa funeraria, qualcuno le aveva dato fuoco. Ma nonostante questo Pasquale e il padre Nino non si lasciarono intimorire e proseguirono per la loro strada a testa alta. Oggi che purtroppo la mancanza inizia a diventare realtà i pensieri continuano a riempire la mia mente. Ricordo in questi giorni molti episodi simpatici, molte telefonate, molti incontri. Sale la rabbia, perché queste cose non dovrebbero accadere, non si può morire all’uscita di un cinema a 43 anni. Non si può”.