Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 1 Agosto.
Accadde che:
1519 (502 anni fa): Carlo V viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero. A capo della Casa d’Asburgo, durante la prima metà del ‘500, fu sovrano di un “Impero sul quale non tramontava mai il sole”, che comprendeva: i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero esteso su Germania e nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe. Nato nel 1500 a Gand, nelle Fiandre, da Filippo il Bello e Giovanna la Pazza, Carlo ereditò tutti i possedimenti familiari in giovane età, data l’infermità mentale della madre e la morte precoce del padre. Si pose come obiettivo quello della costruzione di una unità politica-religiosa in Europa, che prendeva il nome di monarchia universale cristiana. A tal fine mise in piedi un vasto esercito costituito da lanzichenecchi tedeschi, tercios spagnoli, cavalieri borgognoni, e condottieri italiani. Per sostenere il costo enorme delle sue truppe, utilizzò l’argento derivante dalle conquiste da lui ordinate ai danni di Aztechi e Inca da parte di Hernán Cortés e Francisco Pizarro e cercò altre fonti di ricchezza affidando ai Welser la ricerca della leggendaria El Dorado. Inoltre, la base concreta della sua potenza finanziaria era da rintracciarsi nella forza economico-industriale dei Paesi Bassi. In linea con il suo disegno universalistico, Carlo V viaggiò continuamente nel corso della sua vita, senza stanziarsi in un’unica capitale. Incontrò sul suo cammino tre grandi ostacoli, i quali minacciavano l’autorità imperiale in Germania e Italia: il Regno di Francia, ostile all’Austria e circondato dai possedimenti carolini di Borgogna, Spagna e Impero; la nascente Riforma Protestante, appoggiata dai principi luterani; e l’espansione dell’Impero Ottomano ai confini orientali e mediterranei dei domini asburgici. Tra il 1529 e il 1535 affrontò la minaccia islamica, dapprima difendendo Vienna dall’assedio turco, poi sconfiggendo gli Ottomani in Nord Africa e conquistando Tunisi. Tuttavia, questi successi furono vanificati negli anni Quaranta dalla fallimentare spedizione di Algeri e dalla perdita di Budapest. Di fronte alla prospettiva di un’alleanza tra tutti i suoi disparati nemici, Carlo V abdicò nel 1556 e divise l’impero asburgico tra suo figlio Filippo II di Spagna e suo fratello Ferdinando I d’Austria.
1941 (80 anni fa): viene prodotta la prima Jeep. Allo scoppio della prima Guerra Mondiale, gli Stati Uniti avevano pensato possibilità di avere a disposizione un leggero e pratico veicolo di terra per gli spostamenti. L’urgenza di risolvere la questione rimase in stato “Dormiente” fino alla fine degli Anni Trenta, quando le potenze dell’Asse avevano iniziato ad avanzare in Europa e Nord Africa creando un’impellente esigenza per gli Alleati: potersi muovere agilmente con un mezzo meccanico capace di affrontare tutte le condizioni possibili. Nel luglio 1940, il Governo americano si fece promotore di un bando di gara, esteso alla creme dell’industria automobilistica della Federazione, per avere a disposizione, in tempi molto brevi, un piccolo fuoristrada 4×4, leggero e agile. La American-Bantam e la Willys-Overland Motor Company furono le prime (e uniche) aziende a rispondere all’iniziativa. In un secondo momento entrò nei giochi anche la Ford, creando una gara a tre contendenti. In poche settimane tutti presentarono i rispettivi progetti e, per l’autunno 1940, ricevettero una prima richiesta per la produzione di alcune decine di esemplari come prototipi da sottoporre al Governo per i test di verifica. Nel marzo del 1941 il veicolo risultato il migliore di tutti fu il Quad della Willys Overland. Nell’agosto del ’41 l’esercito americano decise di utilizzare la Willys MB per le operazioni militari in guerra. Prima della fine della seconda Guerra Mondiale verranno costruiti oltre 630.000 esemplari della Jeep, suddivisi tra Willys Overland e, su licenza, Ford.
Scomparsa oggi:
1903 (118 anni fa): muore a Terry (Dakota dl Sud) Calamity Jane, pseudonimo di Martha Jane Canary-Burke, personaggio famoso dell’epoca statunitense del selvaggio West. Nata a Princeton (Missouri) il 1 maggio 1852, è entrata nella leggenda per essere stata la prima donna pistolero. Prima di sei figli di Robert, con problemi di alcolismo e gioco d’azzardo, e Charlotte costretta a prostituirsi per mandare avanti la baracca, finché la famiglia non decide di dare una svolta alla propria vita partendo in cerca di fortuna verso Ovest. Nel 1865 si dirigono verso il Montana per tentare la sorte come cercatori d’oro, ma Charlotte muore durante il viaggio, lungo cinque mesi e Robert decide di proseguire fino allo Utah e ricominciare a coltivare la terra. Qui nell’estate del 1866 mette su una fattoria, ma non dura molto perché l’anno dopo muore. Martha deve farsi carico dei cinque fratelli e pensa che la cosa migliore sia spostarsi ancora. Destinazione Wyoming, dove giunge nel Maggio del 1868. È il 1874 quando comincia ufficialmente la sua vita avventurosa sulle Grandi Pianure. È durante questi anni che spunta il soprannome con cui sarà conosciuta da allora in avanti. Glielo dà il capitano della sua compagnia salvato da Jane durante un’imboscata, quando torna indietro per afferrarlo mentre cade da cavallo e portarlo in salvo: “Ti chiamerò Calamity Jane, l’eroina delle pianure”, le dice appena si riprende. Jane si veste da uomo, beve forte, gioca a carte, sputa a terra, bestemmia, spara, cavalca e salva diligenze. Come la volta in cui si imbatte in una diligenza inseguita dai nativi americani, che hanno colpito a morte il guidatore. Jane la raggiunge, prende le redini e porta in salvo tutti i passeggeri. Nonostante l’aria da dura, testimoniata anche da molte fotografie dell’epoca, nasconde un cuore d’oro. Pare che nel 1878 si sia persino dedicata a curare le vittime di un’epidemia di vaiolo, che aveva colpito la zona. La ritroviamo sulle Black Hills nel 1903 dove la tenutaria di un bordello, Dora DuFran, le offre rifugio e un lavoro. Per alcuni mesi Jane si guadagna da vivere facendo il bucato alle ragazze di Belle Fourche, ma a Luglio dello stesso anno salta su un treno per tornare a Deadwood. Completamente ubriaca, salta la fermata e arriva fino a Terry, un villaggio di minatori appena più avanti. La portano all’hotel Calloway e chiamano un medico ma è troppo tardi, muore per le conseguenze dell’alcolismo. Non muore però la sua leggenda, da allora Calamity Jane è diventata un personaggio presente in romanzi di frontiera, fumetti, film, documentari, serie tv, persino un musical.