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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 30 Luglio.

Accadde che:

1672 (349 anni fa): scoppia l’affare dei veleni, uno scandalo verificatosi a Parigi, durante il regno di Luigi XIV, tra il 1677 e il 1682, in cui un discreto numero di eminenti membri dell’aristocrazia fu implicato e condannato con l’accusa di avvelenamento e stregoneria: lo scandalo coinvolse anche la cerchia ristretta del sovrano e portò all’esecuzione di trentasei persone. Luigi XIV per far fronte alla crescente minaccia e risolvere con discrezione il problema sempre più gravoso istituì, una apposita commissione, formata da quattordici giudici scelti ai vertici della magistratura, col compito di istruire i vari processi in parallelo e di condurli nella più assoluta riservatezza. Tutti i casi presi in esame avevano a che vedere con l’uso del veleno e il sovrano voleva che il popolo non ne venisse a conoscenza. A questo tribunale fu dato il nome di” Camera Ardente”. Nel 1672 alla morte di un ufficiale di cavalleria di nome Godin de Saint-Croix, nei suoi documenti personali furono scoperte alcune memorie che accusavano la sua amante, la marchesa di Brinvilliers d’aver avvelenato il proprio padre, i suoi due fratelli e sua sorella per impadronirsi delle loro eredità. La marchesa di Brinvilliers fu sottoposta a processo e giustiziata nel 1676. Nel febbraio del 1677 viene arrestata Magdeleine de La Grange, una indovina accusata di avere inscenato (con l’aiuto di un prete) un finto matrimonio con un vecchio avvocato, da cui era andata ad abitare e di averlo successivamente avvelenato per ereditarne i beni. Normalmente questi due casi potrebbero sembrare comuni casi di cronaca nera dell’epoca, ed effettivamente lo sono ma l’ultimo caso metteva in luce, almeno secondo l’accusata, un complotto ai danni del sovrano e il coinvolgimento del ministro della Guerra, il marchese di Louvois. Durante queste inchieste furono citati personaggi noti ed influenti e nessuno fu risparmiato da questo vortice di scandali e segreti a corte.

1792 (229 anni fa): a Parigi, viene eseguita pubblicamente per la prima volta “La Marsigliese”. Il testo e la musica furono scritti dall’ufficiale dell’esercito francese Claude Joseph Rouget de Lisle. Inizialmente, il nome non fu Marsigliese, ma “Chant de guerre pour l’armée du Rhin”  divenne nota come Marsigliese, perché cantata dalle truppe di volontari provenienti da Marsiglia durante il viaggio verso Parigi, dov’erano diretti per assaltare il Palazzo delle Tuileries e porre fine alla monarchia. L’assenza della firma di Rouget, dal primo spartito della Marsigliese, ha sempre fatto dubitare dell’autenticità dell’opera: è certo che le melodie non sono originali e che vennero copiate dal Tema e variazioni in do maggiore del compositore italiano Giovanni Battista Viotti, vissuto tra il Settecento e l’Ottocento. L’opera ha una certa somiglianza, anche con il concerto per pianoforte ed orchestra numero 25 in do maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart. La Marsigliese fu subito adottata come inno dai rivoluzionari, proclamata inno nazionale il 14 luglio del 1795. L’inno fu poi bandito da Napoleone nel 1807: bisognerà aspettare fino al 1876 prima che diventi di nuovo inno nazionale della Francia. Il testo è piuttosto cruento invita a combattere e vincere per la patria, ed ha diverse strofe piuttosto crude. La parte più controversa, che negli ultimi anni ha causato diverse polemiche, è quella che fa riferimento al “Sangue impuro”, che porta immediatamente a pensare a contenuti razzisti, anche se si tratta di un’interpretazione anti-storica: nel 1794 la Francia era stato il primo paese dell’Europa continentale ad abolire la schiavitù. Il sangue impuro era probabilmente quello di austriaci e prussiani, che proprio mentre veniva scritta la Marsigliese avevano invaso la Francia per restituire il potere al re Luigi XVI, all’epoca sostanzialmente prigioniero del governo rivoluzionario. Nel 1992 cento tra politici e intellettuali francesi, tra cui la moglie dell’allora presidente François Mitterrand, firmarono una petizione per cambiare le parti più sanguinose dell’inno. La richiesta, fatta proprio durante il 200esimo compleanno dell’inno, venne respinta.

Nata oggi:

1818 (203 anni fa): nasce a Thornton (Regno Unito) Emily Bronte scrittrice, la più celebre delle tre sorelle Brontë, famosa per il suo unico romanzo “Cime tempestose”. Emily era la sesta dei figli del reverendo Patrick, al secolo Patrick Brunty (o Brandy), il quale decise di mutare il suo cognome in Brontë in onore dell’ammiraglio Nelson, di cui era fervente ammiratore. La vita di Emily fu subito costernata da lutti, tra cui la morte della madre Mary e dispiaceri, compreso quello per la vita dissipata del fratello Branwell. Rifugiarsi in un mondo fantastico appariva ad Emily e ai suoi fratelli  e sorelle l’unico modo per sfuggire alla solitudine. Fin da bambini i fratelli Brontë, su consiglio del padre, si dilettarono nell’ideare storie fantastiche che finiranno per confluire in un ciclo di narrativa fantastica: “Angria, interamente in prosa e Gondal”, una raccolta di poesie.  Gondal ha rappresentato un banco di prova per quello che nella produzione della Brontë sarà il romanzo Wuthering Heights, il notissimo Cime tempestose, pubblicato sotto lo pseudonimo maschile di Ellis Bell nel 1847, Il titolo prende ispirazione da Wuthering Heights, luogo in cui si svolgono le vicende narrate, cioè quelle terre poste sulla sommità di un colle dove spira il vento e la pioggia è perennemente presente tanto da creare un’atmosfera spettrale. Nel romanzo, la storia d’amore dolorosa è il pretesto per un’analisi dei lati oscuri dell’Io, delle ossessioni che si celano nell’animo di un uomo avvinto dal dolore, il rapporto e gli effetti, che la natura incontaminata e dominatrice ha sull’uomo solo, ma libero nei panorami della brughiera inglese. Il successo del romanzo, che oggi è considerato fra i più importanti della letteratura inglese, si fece attendere. Alcuni critici erano convinti che si trattasse di un primo esperimento letterario di Charlotte e solo successivamente si comprese la complessità del romanzo di Emily e le dovute differenze con le opere delle sue sorelle. Emily seppe dar vita ad un romanzo dalle mille sfumature e quei tratti, insieme romantici e gotici, sembrano esprimere a pieno quell’attrazione per il sublime e l’abisso, che attrae e piace ancora così tanto oggi. Il protagonista maschile Heathcliff, anti-eroe gotico e complesso, ama con la stessa forza con cui odia. La sua relazione con Catherine domina i decenni, passa attraverso le generazioni e sconvolge l’esistenza di due famiglie. i due, pur distruggendosi a vicenda, non riescono a fare a meno della propria ossessione. Proponiamo una delle più belle frasi tratte dal romanzo: “Qui riesco quasi a concepire come un amore possa durare tutta una vita: mentre finora ero assolutamente convinto che nessun amore potesse resistere un anno”. Emily muore il 19 dicembre 1848 nella sua amata casa paterna a Haworth immersa nella brughiera inglese.

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