Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 3 Febbraio.
Accadde che:
1959 (66 anni fa): è il “The day the music died”, il giorno in cui morì la musica. Tre giovani promesse americane del rock, Buddy Holly, Ritchie Valens e Big Bopper, muoiono insieme in un incidente aereo, durante una tournée che li vedeva protagonisti. L’aereo didecollò da Mason City, in Iowa, sotto la neve. Non arrivò mai in Minnesota, perché si schiantò dopo aver percorso meno di dieci chilometri. Morirono tutti e tre, insieme al pilota Roger Peterson. La notizia fu scioccante per milioni di giovani americani, che avevano perso uno dei cantanti che aveva definito la loro generazione e altri due dei musicisti più famosi dell’epoca. Buddy Holly aveva soltanto 22 anni, ma era già famosissimo: aveva cominciato ad andare in televisione a 16 anni e, in poco tempo, era finito ad aprire i concerti di Elvis Presley. Con i suoi occhiali con la montatura spessa, le sue chitarre Fender Stratocaster al collo e la sua voce interrotta da singhiozzi e falsetti aveva creato uno stile che prima non c’era. Insieme ad altri musicisti come Johnny Cash, Chuck Berry e Bill Haley stava facendo quella che sarebbe stata ricordata come una delle più importanti rivoluzioni culturali della seconda metà del Novecento: stava inventando il rock and roll, il genere che avrebbe dominato la musica dei decenni successivi. Valens aveva origini messicane, considerato uno degli inventori del Chicano rock, uno stile che mescolava il rock and roll alla musica latino americana e, l’anno prima, aveva pubblicato “La Bamba”, ancora oggi una delle canzoni più famose degli anni Cinquanta. Aveva avuto così tanto successo che dovette lasciare la scuola per soddisfare tutte le richieste che aveva in giro per gli Stati Uniti. Richardson era, invece, più vecchio, aveva fatto il botto con la canzone “Chantilly Lace”, uscita nel 1958, in cui simulava una telefonata ammiccante con la sua fidanzata, in un tono comico.
1991 (34 anni fa): si conclude, a Rimini, l’ultimo congresso del Partito Comunista italiano. Fu un momento molto importante per la storia della sinistra in Italia e per la politica italiana in generale: segnò la fine della storia del più grande partito comunista dell’Europa occidentale. Alla fine del congresso fu approvato lo scioglimento del PCI e la nascita del Partito Democratico della Sinistra: tra i dirigenti di allora che approvarono questa linea ci furono Walter Veltroni, Massimo D’Alema e Giorgio Napolitano. Il simbolo del nuovo partito era una quercia; falce e martello comparivano ma in piccolo, alla base del tronco della quercia. Achille Occhetto divenne il primo segretario del PDS, Stefano Rodotà venne eletto come primo presidente.
Scomparso oggi:
1960 (65 anni fa): muore, a Roma, all’età di 38 anni, a causa di un incidente stradale Fred Buscaglione, all’anagrafe Ferdinando Buscaglione, cantautore, polistrumentista e attore. Nato a Torino il 23 novembre 1921, è stato il cantante più innovativo degli anni Cinquanta. In un’epoca in cui la musica leggera italiana era ancora legata a motivi dei decenni precedenti o a rime banali trite e ritrite, Buscaglione irrompe sulla scena con canzoni completamente diverse, come “Che bambola!”, “Teresa non sparare”, “Eri piccola così”. Anche il personaggio che presenta è completamente diverso: niente aria ispirata e sofferente, nessun gesto romantico o d’effetto con le braccia. Si presenta in scena, invece, come una caricatura da film, con la sigaretta all’angolo della bocca, i baffetti da gangster e le pose da duro viste nei polizieschi americani. Alla fine della guerra è molto attivo sulla scena musicale torinese, suonando in complessi che annoveravano alcuni tra i più importanti jazzisti dell’epoca. Il “personaggio” Buscaglione si impone come un vero e proprio “cult”, capace di promuovere imitazioni e modi di fare. Si schianta alle 6.30 di un freddo mercoledì di Febbraio contro un camion carico di tufo, in una strada del quartiere romano dei Parioli. Gli operai a quell’ora andavano a lavorare, lui rientrava da una notte di baldoria. Ha vissuto una vita al massimo e la morte tragica lo ha proiettato direttamente nel mito.