Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 27 Gennaio.
Accadde che:
1945 (80 anni fa): i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz, trovandolo già evacuato. Vi trovarono, all’interno, circa 7 mila prigionieri, che erano stati lasciati nel campo. Molti erano bambini e una cinquantina di loro aveva meno di otto anni. I sovietici trovarono anche cumuli di vestiti e tonnellate di capelli pronti per essere venduti. Nel novembre del 1944, due mesi prima della liberazione, il ministro dell’interno nazista Heinrich Himmler ordinò di distruggere le camere a gas di Birkenau rimaste ancora in funzione, ma non quelle di Auschwitz. La SS cominciarono a evacuare il campo a metà gennaio 1945. Migliaia di prigionieri furono uccisi mentre altri, circa 60 mila, furono costretti a un’evacuazione forzata e a prendere parte a quelle che sarebbero poi divenute famose come “Marce della morte”. Le marce procedevano in due diverse direzioni: verso nord-ovest, fino a Gliwice, per 55 chilometri lungo i quali venivano raccolti anche i prigionieri dei sottocampi dell’Alta Slesia Orientale (Bismarckhuette, Althammer e Hindenburg); e verso ovest, per circa 60 chilometri, in direzione di Wodzislaw. Durante il cammino, le SS spararono a chiunque cedesse e non fosse più in grado di proseguire: è stato calcolato che circa 15 mila prigionieri siano morti durante queste marce. Chi sopravviveva veniva, invece, caricato su treni merci e portato nei campi di concentramento in Germania. Le forze sovietiche furono le prime ad avvicinarsi ad alcuni tra i campi più importanti, già nel luglio del 1944. Sorpresi dalla rapida avanzata sovietica, i Tedeschi avevano cercato di nascondere le prove dello sterminio distruggendo il campo. Il personale aveva dato fuoco al grande crematorio usato per bruciare i corpi dei prigionieri uccisi, ma nella fretta dell’evacuazione le camere a gas erano rimaste intatte. Nei mesi seguenti, i Sovietici liberarono altri campi negli stati Baltici e in Polonia.
1962 (63 anni fa): terminano le riprese di “Licenza di uccidere”, il primo film della saga di James Bond, interpretato da Sean Connery. A differenza di tutto quello che è uscito nei cinema durante gli anni ‘50, questo film è già con entrambi i piedi negli anni ‘60, è sfacciato e provocatorio, autoironico e sopra le righe. Si tratta del primo capitolo della serie dedicata all’agente segreto britannico James Bond, ispirato al romanzo di Ian Fleming, pubblicato nel 1958. Nonostante sia stato il primo libro a essere portato sullo schermo, Licenza di uccidere non è il primo romanzo di Fleming: la comparsa di James Bond avvenne infatti in “Casino Royale”, uscito nel 1953. Pur realizzata a basso costo, la pellicola si rivelò un grande successo commerciale e la prima di una longeva serie. Già da questo primo capitolo, sono presenti alcuni dei marchi di fabbrica dei film di 007 come la cosiddetta sequenza gunbarrel e la raffinata elaborazione stilistica dei titoli di testa.
Scomparso oggi:
2009 (16 anni fa): muore, ad Agrate Brianza (Monza), Mino Reitano, pseudonimo di Beniamino Reitano cantante, cantautore e attore. Nato, a a Fiumara (Reggio Calabria), il 7 dicembre 1944 perde la mamma a soli 2 anni, crescendo con il padre, un ferroviere con la passione per la musica: suonava il clarinetto ed era il direttore della banda del paese. Trasmette al figlio la sua stessa passione, infatti, Mino, studia musica per otto anni in Conservatorio, imparando a suonare il pianoforte, il violino e la tromba. La sua carriera musicale inizia nei primi anni Sessanta, dividendosi tra l’Italia e la Germania. Tutto comincia con un incontro speciale, quello con i Beatles: con loro Mino, stringe amicizia ad Amburgo, ed insieme si esibiscono nel locale Star Club del quartiere a luci rosse. Lui con il gruppo Benjamin and His Brothers, cioè Mino con i fratelli Antonio, Gegè, Franco e Domenico, mentre i ragazzi di Liverpool non ancora famosi, si facevano chiamare Silver. Nel 1967, debutta al Festival di Sanremo con “Non prego per me” un brano scritto da Mogol e Lucio Battisti, ma il successo arriva nel 1968 con: “Avevo un cuore (che ti amava tanto) e Una chitarra, cento illusioni”. L’anno dopo, ritorna a Sanremo in coppia con Claudio Villa, cantando “Meglio una sera piangere da solo”. In quello stesso anno scrivee per Ornella Vanoni “Una ragione di più”. Nel 1988 ritorna sul palco del Festival di Sanremo con un altro brano che riscuoterà un grande successo: “Italia”, una canzone patriottica che conquistò, immediatamente, il pubblicò. La sua ultima partecipazione al Festival della Canzone risale al 2002 con “La mia canzone”, senza però ottenere grande successo. Nel 2007 gli viene diagnosticato un cancro all’intestino. Ecco le sue parole, in una delle sue ultime interviste su come stia affrontando la sofferenza: “ Mi affido a Gesù e alla Madonna. Gesù è l’immagine della bontà, il Figlio di Dio, di Colui che ha creato il Bene, il mondo, la natura. La Madonna è Sua Madre, mia Madre, la mamma della Chiesa, la discepola fedele che mai ha perduto la speranza. E sull’esempio di Maria, neanch’io perdo la speranza di farcela. Inoltre, Uno dei doni più belli che la vita mi ha dato è stato proprio quello della famiglia: una moglie splendida e due figlie che mi sono sempre vicine e non mi lasciano mai. Cos’altro avrei potuto pretendere di più?”. Purtroppo, non riuscirà a vincere la battaglia contro la malattia. Nel corso della sua vita non ha mai dimenticato la sua terra, dimostrandole con le parole e con i fatti amore e completa dedizione.