Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 2 dicembre.
Accadde che:
1804 (220 anni fa): nella Cattedrale di Notre-Dame, a Parigi si svolge, alla presenza di Papa Pio VII, la solenne e storica doppia incoronazione con la quale Napoleone Bonaparte e sua moglie, Giuseppina di Beauharnais, divennero imperatore e imperatrice dei francesi. L’epico evento, già di per sé importante e fastoso, assunse un’aura affascinante e quasi mistica, proprio per il particolare valore che lo stesso Napoleone volle attribuirgli. Il coraggioso e intrepido generale corso, infatti, dopo aver completamente cancellato ogni traccia della tradizionale monarchia dell’ancien regime, diede a quest’ultima il colpo fatale quando decise di porre da solo sul proprio capo la corona che lo avrebbe portato a governare una delle Nazioni più potenti del tempo. Napoleone unì per l’occasione una serie di riti e costumi, incorporando cerimonie della tradizione carolingia, antica e della Rivoluzione francese, il tutto guarnito da un notevole sfarzo.
1984 (40 anni fa): all’uscita da una chiesa, di fronte ai propri familiari, viene assassinato Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia. Aveva denunciato Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco e Vito Ciancimino ma non era stato creduto e trascorse 12 anni tra carcere e manicomio. Cresciuto in una famiglia mafiosa, nel 1973 decise di cambiare vita. Così elencò gli scempi della famiglia Liggio, denunciò Calò, ed altri 27 mafiosi come autori del delitto del procuratore Scaglione. Scattò la retata: cento capi clan finirono in prigione, ma dopo il processo sono stati tutti assolti per insufficienza di prove. Gli unici ad essere condannati furono proprio Leonardo Vitale e lo zio, l’uomo che lo aveva introdotto nella famiglia di Porta Nuova e capo del clan dei Danisinni. L’uomo, in Appello, fu dichiarato seminfermo di mente e rinchiuso in diversi manicomi giudiziari. A causa delle sue dichiarazioni sulla mafia, infatti, venne sottoposto a numerose perizie psichiatriche e i medici stabilirono che era affetto da schizofrenia. Anche i parenti presero le distanze. Il giorno della sua morte, era stato appena dimesso dal manicomio giudiziario, quando fu colpito in testa da un colpo di pistola. Morirà dopo cinque giorni di agonia. Vitale, il primo pentito di mafia, venne messo a tacere per sempre dai corleonesi che mandano così un segnale a chi ha voltato le spalle a Cosa nostra
Nato oggi:
1946 (78 anni fa): nasce, a Reggio Calabria, Gianni Versace stilista, uno dei più grandi nomi della moda italiana nel mondo. All’età di 25 anni decide di trasferirsi a Milano per lavorare come disegnatore di abiti. Nel 1975, presenta la sua prima collezione di abiti in pelle per Complice, mentre il 28 marzo 1978, a Milano, presenta la sua prima collezione donna firmata con il suo nome. Nel 1982, gli viene assegnato il premio “L’Occhio d’Oro” come miglior stilista 1982/83 Collezione Autunno/Inverno donna; è il primo di una lunga serie di riconoscimenti che coroneranno la sua carriera. In questa collezione, Versace introduce quegli elementi in metallo che diventeranno un dettaglio classico delle sue produzioni. I giovani sono sempre stati una delle maggiori fonti di ispirazione per Gianni Versace: nel 1983 lo stilista è invitato al Victoria & Albert Museum di Londra per intervenire ad una conferenza sul suo stile, per parlare a un vasto gruppo studenti e presentare la mostra “Arte e moda”. Nel 1988, dopo aver presentato a Bruxelles i costumi per un balletto ispirato alla storia di Evita Peron la giuria del premio “Cutty Sark” nomina Gianni Versace “stilista più innovativo e creativo”. Nel 1993, il Consiglio degli stilisti d’America gli assegna l’Oscar americano per la moda. Egli inventa il concetto di stilista trasformando, allo stesso tempo, in star le top model del momento, da Naomi Campbell a Claudia Schiffer. Crea una moda sexy e glam, fa diventare leggendaria Elisabeth Hurley grazie al mitico abito nero con le spille da balia oro, indossato per l’anteprima del film “Quattro matrimoni e un funerale”, nel 1994. Di Gianni Versace, l’amico Franco Zaffirelli ha detto: “Con la morte di Versace l’Italia e il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività”. In una delle sue interviste, Gianni dichiarò: “Penso che sia responsabilità di uno stilista cercare di infrangere le regole e le barriere”. Viene assassinato, a Miami, il 15 luglio 1997.