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giovedì, Ottobre 31, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi principali che hanno segnato la data del 31 Ottobre.

Accadde che:

1512 (512 anni fa): Michelangelo Buonarroti finisce la decorazione della volta della Cappella Sistina, a Roma. Considerato uno dei capolavori assoluti e più importanti dell’arte occidentale, l’opera è stata commissionato da papa Giulio II. Fu un’immane sfida per l’artista che, sebbene non sentisse la pittura come la forma d’arte a lui più congeniale, terminò la complessa decorazione di quasi 550 m² in soli quattro anni e quasi senza aiuti. La Volta della cappella Sistina fu decorata da Michelangelo con le storie della Genesi e altri soggetti dell’Antico Testamento. L’artista progettò una grande opera per la rappresentazione di 9 episodi tratti dal libro della Genesi. Lateralmente a queste rappresentazioni, sul lato lungo della volta, sono rappresentati venti giovani nudi detti Ignudi. Si tratta di figure quasi angeliche che partecipano di umanità e divinità. Il concetto principale dell’opera è la centralità dell’uomo nell’universo creato da Dio. Le scene raccontano la creazione e in particolare la vicenda umana. Michelangelo però non progettò la sua opera in modo pienamente autonomo. Lavorò, infatti, con i teologi della corte papale che lo guidarono nelle corrette rappresentazioni iconografiche. Inoltre, furono attenti a creare delle relazioni con gli affreschi già esistenti sulle pareti.

1992 (32 anni fa): la Chiesa cattolica riabilita Galileo Galilei dopo la condanna del 1633. Quel giorno, papa Giovanni Paolo II ha compiuto uno degli atti più significativi del suo pontificato nei confronti della scienza, riabilitando Galileo Galilei, il padre della fisica moderna e di un metodo scientifico non in contrasto con la fede. Dopo circa 360 anni Galileo, infatti, tornava formalmente ad essere figlio legittimo della chiesa cattolica, anche se moralmente ed intimamente, scontando l’abiura delle sue teorie sul sistema solare, non era mai stato realmente al di fuori della comunità religiosa del suo tempo. Il Papa, ammettendo gli errori della sentenza del 22 giugno 1633, emessa dal Tribunale del Sant’Uffizio, presieduta dal cardinale Roberto Bellarmino, riabilitò e nobilitò il ruolo della scienza, avvicinandola alla fede, operazione che per secoli era risultata impossibile per mere ragioni di opportunità politica.

Scomparso oggi:

1993 (31 anni fa): muore, a Roma, Federico Fellini regista, sceneggiatore, fumettista e scrittore. Nato, a Rimini, il 20 gennaio 1920 è considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema, attivo per quarant’anni, dal 1950 al 1990, realizzando diciannove film in cui ha ritratto una piccola folla di personaggi memorabili. Federico frequenta il liceo classico della città, ma lo studio non fa molto per lui. Comincia allora a procurarsi i primi piccoli guadagni come caricaturista: il gestore del cinema Fulgor, infatti, gli commissiona ritratti di attori celebri da esporre come richiamo. Grazie a questa esperienza, nel 1938 sviluppa una sorta di collaborazione epistolare con giornali e riviste, come disegnatore di vignette. Nel 1939 si trasferisce a Roma, dove frequenta il mondo dell’avanspettacolo e della radio e comincia a scrivere copioni e gag. Alla radio incontra, nel 1943, anche Giulietta Masina che sta interpretando il personaggio di Pallina, ideato dallo stesso Fellini. Tra i due sarà un colpo di fulmine, tanto che nell’ottobre di quell’anno i due si sposano. Negli anni della guerra collabora alle sceneggiature di una serie di titoli di buona qualità, mentre subito dopo è fra i protagonisti del neorealismo, sceneggiando alcune delle opere più importanti di quella scuola cinematografica: con Rossellini scrive i capolavori “Roma città aperta” e “Paisà”.  Nel 1953, con “I vitelloni” il suo nome varca i confini nazionali e viene conosciuto all’estero. In questa pellicola, il regista ricorre per la prima volta ai ricordi, all’adolescenza riminese con i suoi personaggi stravaganti. L’anno dopo con “La strada” conquista l’Oscar, ed è la consacrazione internazionale. Il secondo Oscar, invece, arriva nel 1957 con “Le notti di Cabiria”. Nel 1959, con “La dolce vita” si acuisce l’interesse per un cinema non legato alle tradizionali strutture narrative. Alla sua uscita il film suscita scandalo, soprattutto negli ambienti vicini al Vaticano: gli si rimprovera, assieme ad una certa disinvoltura nel presentare situazioni erotiche, di raccontare senza reticenze la caduta dei valori della società contemporanea. Nel 1963 esce “8½”, forse il momento più alto dell’arte felliniana. Nel 1973, con “Amarcord” il regista ritorna alla Rimini dell’adolescenza. Nella primavera del 1993, qualche mese prima di morire, Fellini riceve il suo quinto Oscar, alla carriera.  Nel 1992 il regista scriveva queste parole alla moglie, alla vigilia di una delicata operazione: “Tu sai di essere veramente la mia vita… tu sola mi fai tornare sereno. Auguri di mille stagioni insieme”. Federico Fellini e Giulietta Masina restarono insieme, nel bene e nel male, fino alla morte. Tuttavia, la loro unione fu tormentata per il comportamento di Fellini che si concesse molte trasgressioni. Giulietta, fervente cattolica, sopportò persino i tradimenti, per amore prima di tutto, ma anche per salvare il matrimonio che considerava un sacramento indissolubile. E per questo spesso fu considerata una vittima, succube di un marito affascinante ma scomodo e, a tratti, persino crudele.

 

 

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