Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 27 Ottobre.
Accadde che:
1922 (102 anni): in Italia avviene la Marcia su Roma, con a capo Benito Mussolini. La marcia avvenne dopo mesi di violenze squadriste contro sedi e iscritti di partiti e sindacati di sinistra e in un contesto democratico compromesso dal susseguirsi di governi deboli. La marcia iniziò il 26 ottobre, con Perugia come quartiere generale dell’iniziativa. Da qui i quadrumviri, nominati qualche giorno prima da Mussolini, coordinavano le operazioni. Il 27 ottobre circa ventimila camicie nere partirono da Santa Marinella, Tivoli, Monterotondo e dal Volturno e, requisendo convogli ferroviari, si diressero verso la capitale, difesa a sua volta da 28.400 soldati. Mussolini non era con loro: tesseva le fila della sua ascesa al potere da Milano, dove aveva la direzione del giornale Il popolo d’Italia. Ogni ora che passava il clima diventava sempre più incandescente: da diverse regioni d’Italia squadre di combattimento provavano a raggiungere Roma requisendo i treni. La manifestazione ebbe termine il 30 ottobre, quando il re Vittorio Emanuele III incaricò Mussolini di formare un nuovo governo.
1986 (38 anni fa): i principali rappresentanti delle religioni del mondo si riuniscono ad Assisi, su invito di Papa Giovanni Paolo II per un incontro di preghiera in nome di San Francesco, profeta della pace. Si aprì una nuova stagione di dialogo, che ha portato tanti frutti, aiutando a superare incomprensioni, diffidenze e chiusure. “La pace è un cantiere aperto a tutti”, disse Giovanni Paolo II in un mondo segnato dalle tensioni della guerra fredda. A partire da quella storica giornata, è nato un movimento di pace che ha ottenuto alcune conquiste e impedito che le situazioni di alcuni paesi fosse ancora peggiore di quella che viviamo. Per la prima volta, le religioni si trovarono insieme per la pace, dopo essersi ignorate o, peggio, combattute per secoli. E da allora, ogni anno fino a oggi, hanno continuato a farlo negli incontri internazionali promossi dalla Comunità di Sant’Egidio.
Nato oggi:
1952 (72 anni fa): nasce, a Manciano (Arezzo), Roberto Benigni attore, comico, regista e sceneggiatore italiano, è diventato personaggio pubblico tra i più conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo. Personalità aperta e dall’allegria contagiosa, Benigni sente molto presto l’esigenza di fare nuove esperienze, di viaggiare e di vedere il mondo; soprattutto sente il desiderio di mettersi in mostra e far ridere le persone, cosa che gli dà un gusto inebriante. Il passo dalle “rappresentazioni” private a quelle pubbliche è breve. Benigni aderisce con entusiasmo a diverse produzioni sempre più attratto dalla dimensione attoriale anche se in lui prevale di gran lunga la vena comica. È proprio grazie alla partecipazione a diversi spettacoli che viene a crearsi la fama del comico. La grande popolarità arriva nel 1978 con il programma di Renzo Arbore “L’altra domenica”, in cui il comico compare nelle vesti di un bizzarro e del tutto particolare critico cinematografico. Nel 1983, comincia a prendere in mano anche la parte registica delle sue produzioni: esce “Tu mi turbi” un titolo che apre la strada al grande successo popolare di “Non ci resta che piangere”, interpretato in coppia con Massimo Troisi e che offre una serie di gag e tormentoni che hanno la forza di entrare nel linguaggio comune rimanendo ancora oggi immortali. Durante le riprese di “Tu mi turbi” conosce l’attrice Nicoletta Braschi, che diventerà sua moglie il 26 dicembre 1991, momento dal quale comparirà in tutti i film diretti da Benigni. Nel 1988 Benigni manda in tilt i botteghini italiani con il film “Il piccolo diavolo” e, nel 1991, esce sugli schermi “Johnny Stecchino” e firma un record di incassi per il cinema italiano. Nel 1998 arriva la vera e propria consacrazione internazionale con: “La vita è bella”. La pellicola suscita un vero e proprio vespaio a causa dell’argomento trattato, quello della deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. L’ottica scelta non è quella “banalmente” drammatica: la sceneggiatura utilizza un’inedita miscela di tragicomico, il che in realtà non fa che aumentare in diversi punti la commozione per lo scempio che l’immensa tragedia ha comportato. Critiche e disquisizioni di lana caprina a parte, il film trionfa nell’edizione degli Oscar del 1999, vincendo la statuetta non solo nella categoria “miglior film straniero” ma anche come “miglior attore protagonista”. Memorabile l’esplosione di gioia di Roberto Benigni all’annuncio del suo nome da parte di Sophia Loren, una scena che rimarrà sicuramente negli annali delle cronache: il comico balzò addirittura sui braccioli delle sedie della sala in cui erano convenuti tutti i divi di Hollywood.