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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 13 Settembre.

Accadde che:

1906 (118 anni fa): il Santos-Dumont 14-bis, detto anche Oiseau de Proie (uccello da preda, rapace), è il primo aereo a volare in Europa. Si tratta del primo velivolo dotato di un vero e proprio carrello di atterraggio e capace di decollare in maniera autonoma. Dopo il successo dei fratelli Wright, con i loro Flyer I, II e III in Francia si avvertì la necessità, spinta da un moto di orgoglio, di superare i risultati dei pionieri statunitensi e di generare aeroplani migliori. Alberto Santos-Dumont, un ingegnere brasiliano naturalizzato francese, nell’estate del 1906, completò il suo aereo. Il suo progetto prese forma proprio a partire dalle sperimentazioni di Voisin. Dopo svariati test, il cambio del motore e alcuni incidenti di percorso, il velivolo venne presentato pubblicamente il 13 settembre 1906. Tante persone accorsero intorno al campo di Bagatelle per assistere all’evento. Il primo tentativo fallì, a causa di un problema di combustione nel motore. Il secondo vide l’aereo staccarsi da terra solo per una decina di metri e fu un autentico successo.

1968 (56 anni fa): la Procura della Repubblica di Roma sequestra “Teorema”, il film di Pasolini con l’accusa di “oscenità”, a causa delle scene di rapporti sessuali che facevano da padrone. Il 14 ottobre, dello stesso anno, seguì la Procura della Repubblica di Genova. Il processo contro Pasolini e il produttore del film, Donato Leoni, venne poi trasferito per competenza territoriale a Venezia, terminando poco dopo, il 23 novembre 1968. Al termine di una camera di consiglio lunga un’intera ora, il Tribunale decise di assolvere gli imputati, stabilendo che “trattandosi incontestabilmente di un’opera d’arte, Teorema non può essere sospettato di oscenità”. Protagonista del film è un giovane, che giunge a Milano ospite di una famiglia benestante. Il padre, proprietario di una fabbrica, la madre, moglie fedele, il figlio maschio, appassionato d’arte, ma senza il coraggio necessario a farne una professione, la figlia femmina, fragile, malinconica, inquieta, e la servitù, tra le cui fila stava Emilia. Tutti da lui conquistati carnalmente, uno dopo l’altro. Al suo congedo, il vuoto dell’ignoto, la consapevolezza della dissolutezza. L’idea di Teorema, esposta da Pier Paolo Pasolini in un’intervista del 1966, era quella della visita di Dio, che mostra e rivela, avvolto nell’aura del sacro, il reale, in tutta la sua brutalità. Teorema fu presentato alla ventinovesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ma il pubblico degli specialisti ne disertò la proiezione.

Scomparso oggi:

1928 (96 anni fa): muore, a Motta di Livenza (Treviso), a causa di un incidente stradale, Italo Svevo pseudonimo di Aron Hector Schmitz, scrittore e drammaturgo. Nato, a Trieste, il 19 dicembre 1861 da una famiglia ebraica benestante, trascorse la sua giovinezza studiando materie tecniche commerciali e frequentando scuole sia in Germania che a Trieste. Nel 1880 lavora presso la filiale triestina di una banca Viennese, ma questo lavoro non lo esalta molto e continua a coltivare la sua passione per la letteratura.
Nel 1892 pubblica il suo primo libro Una vita, ma il romanzo non ebbe il successo sperato.
Nel 1896 si sposa con la cugina Livia Veneziani, scrive i pensieri di un innamorato nel Diario per la fidanzata. Ettore Schmitz nel 1898 scrive il suo secondo libro Senilità e come il primo romanzo risultò un insuccesso. Nel 1907 conosce lo scrittore irlandese James Joyce suo insegnante d’inglese, l’opportunità di confrontarsi direttamente con uno scrittore affermato, fa suscitare in Svevo nuovi stimoli per ritornare a scrivere dopo la lunga pausa, dovuta a tanti insuccessi. Durante il periodo della Prima guerra mondiale Italo Svevo inizia a studiare le teorie della psicoanalisi di Freud, utilizzate come tema fondamentale per scrivere il suo romanzo più famoso “La coscienza di Zeno”. Nei suoi romanzi emergono gli elementi tipici della corrente letteraria del Decadentismo: il disagio, l’autoanalisi, le riflessioni consce o inconsce, il malessere fisico e psicologico dell’uomo nel rapporto con la società.

 

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