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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 1 Luglio.

Accadde che:

1908 (113 anni fa):  viene adottato il segnale SOS come segnale internazionale per la richiesta di soccorso. Espresso in codice Morse, è composto da tre punti, tre linee, tre punti (· · · — — — · · ·), reinterpretati come la frase inglese “Save Our Souls”, salvate le nostre anime. Dato che venne deciso di trasmetterlo senza separazione fra le singole lettere, è diventato un’unica parola conosciuta come SOS. Venne proposto per la prima volta, in occasione della seconda conferenza radiotelegrafica internazionale a Berlino, nel 1906. Già l’anno precedente, tuttavia, il governo tedesco lo aveva introdotto come notzeichen, un segnale di soccorso convenzionale per le trasmissioni radio, insieme ad altre indicazioni internazionali che dovevano regolare le comunicazioni tra marconisti. L’anno dopo, data anche la sua facilità di interpretazione, sostituì il precedete CQD, anche se ci volle il 14 aprile del 1912, il naufragio del Titanic e il suo SOS raccolto dalla nave Carpathia, giunto a destinazione troppo tardi per salvare la nave e la maggior parte dei passeggeri, perché il segnale venisse universalmente riconosciuto e venisse dato seguito alla legge internazionale del 1906, che prevedeva l’introduzione di questa sequenza obbligatoriamente a partire dal primo luglio 1908. Dopo la Seconda guerra mondiale, con la diffusione delle comunicazioni radiofoniche, è stato introdotto anche il codice di richiesta di soccorso per navi e aerei “Mayday (deriva dalla pronuncia dell’ultima parola della frase francese venez m’aider, venite ad aiutarmi), dato che, se pronunciato esseoesse diventa poco più che un sibilo. Tanto diffuso e retaggio dei grandi disastri della storia, da essere diventato un modo di dire e anche il titolo di una celebre canzone del gruppo svedese degli Abba.

2005 (16 anni fa): gli esperti della National Gallery  annunciano che, analizzando ai raggi infrarossi il dipinto “La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, hanno trovato sotto di questo un disegno precedente, attribuibile allo stesso Leonardo. Il dipinto ritrovato raffigura una donna in ginocchio, con un braccio proteso e gli occhi rivolti verso il basso. Secondo gli esperti dello stesso museo, l’idea di Leonardo era di un quadro che raffigurasse l’adorazione di Gesù Bambino. Una prima idea, quando gli venne commissionato il lavoro, che in un secondo momento l’artista  avrebbe abbandonato, arrivando a dipingere il famoso dipinto che raffigura La Vergine delle Rocce. Ciò testimonia anche come Leonardo abbia cambiato idea, quindi coperto il primo disegno con l’attuale dipinto. Che secondo alcuni esperti raffigura la Madonna con Gesù Cristo bambino mentre incontra per la prima volta l’infante Giovanni Battista, mentre secondo altri potrebbe rappresentare il momento dell’Immacolata Concezione. Il perché, infine, l’artista, abbia deciso di dipingere sopra il disegno precedente, rimarrà per sempre un mistero. I sei esperti hanno scoperto il disegno grazie a mappe a macro fluorescenza ai raggi X (MA-XRF) e con immagini agli infrarossi e iperspettrali.

Nata oggi:

1961 (60 anni fa): nasce a Sandringham (Regno Unito) Diana Frances Spencer conosciuta anche come Lady Diana, è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe di Galles, erede al trono del Regno Unito. Dopo il divorzio dal coniuge, mantenne il titolo di Principessa di Galles, ma senza il trattamento di Altezza Reale, pur rimanendo membro ufficiale della famiglia reale come madre del futuro re, fatto verificatosi per la prima volta nella storia della famiglia reale britannica. Fin da piccola Diana soffre della mancanza della figura materna: la madre è spesso assente e trascura la famiglia. Non solo, quando Diana ha solo sei anni, lascia la famiglia per vivere con un facoltoso proprietario terriero. Quando la futura principessa compie sedici anni, in occasione di una cena per la visita della regina di Norvegia, incontra il Principe di Galles ma fra i due, al momento, non scatta alcun colpo di fulmine. La giovane Diana, nel tentativo di condurre una vita il più possibile vicina, per quanto possibile, a quella dei suoi coetanei si trasferisce in un appartamento di Coleherm Court. Ad ogni buon conto, questo suo desiderio interiore di “Normalità” la induce a cercare l’indipendenza e a cercare di cavarsela con le sue forze. Si adatta a svolgere lavori anche non prestigiosi, come quelli della cameriera e della babysitter e a dividere la sua casa con altre tre studentesse. La compagnia delle altre ragazze ha un effetto positivo in tutti i sensi: proprio grazie al loro aiuto e al loro sostegno psicologico che Lady Diana affronta il corteggiamento di Carlo. I due si fidanzano e, nel giro di breve tempo, convolano a nozze. La cerimonia è uno degli eventi mediatici più attesi e seguiti del globo, anche per la massiccia presenza di personalità di altissimo rango provenienti di tutto il mondo. Inoltre, la differenza di età della coppia non può che sollevare inevitabili pettegolezzi. Quasi dieci anni separano il principe Carlo da Lady D: lei ventiduenne appena uscita dall’adolescenza, lui trentatreenne già avviato alla maturità. Purtroppo, il matrimonio non va come così bene come le immagini della cerimonia lasciavano sperare, anzi, è palesemente in crisi, nemmeno la nascita dei figli William e Harry riesce a salvare un’unione già compromessa. Fin dall’inizio del loro matrimonio, fra i due, c’era la figura di Camilla Parker-Bowles, un’ex compagna di Carlo. Tale è lo stato di tensione della principessa, il suo grado di infelicità e di rancore che tenta più volte il suicidio, con forme che vanno dai disturbi nervosi alla bulimia. Nel dicembre 1992 viene annunciata ufficialmente la separazione della coppia reale, che divorzierà il 28 agosto 1996. Diana ha rivoluzionato il modo di fare beneficenza: è entrata in contatto con i malati di Aids, in un periodo storico in cui se ne aveva paura; viaggi intorno al mondo, con destinazione paesi poveri, per sensibilizzare l’opinione pubblica nel confronti dei più deboli e svantaggiati. Si è ribellata da subito ai rigidi protocolli reali: ha eliminato la parola “Obbedire” dalla formula matrimoniale, ha mostrato affetto in pubblico, ha usato la moda come mezzo di comunicazione, ha svelato davvero il suo cuore, Il 1997 è l’anno in cui sostenne attivamente la campagna contro le mine anti-uomo. Muore in un incidente stradale, a Parigi, il 31 agosto 1997. In un’occasione pronunciò questa frase: “Mi piacerebbe essere regina nei cuori delle persone, ma non mi vedo come regina di questa nazione”. Diana è stata capace di illuminare il mondo con i suo sorriso gentile e velatamente malinconico. Pensava di non sapere nulla e di essere stupida, un senso di inadeguatezza che ha portato con sé per tutta la sua vita e che l’ha avvicinata al popolo. Insicura certo, ma allo stesso tempo, piena di coraggio: raccontare le battaglie private contro bulimia, depressione e ansia non è roba da tutti. Un’onestà ripagata, a livello planetario, da un immenso amore. Oggi, che la principessa avrebbe compiuto 60 anni, i suoi figli si riuniranno per inaugurare una statua a lei dedicata nel giardino di Sunken Garden a Kensington Palace, realizzata dall’artista Ian Rank-Broadley.

 

 

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