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lunedì, Settembre 16, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 28 Luglio.

Accadde che:

1914 (110 anni fa): scoppia la Prima guerra mondiale: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia, dopo che questa non è riuscita a rispettare tutte le condizioni dell’ultimatum del 23 luglio, che gli era stato posto a seguito dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip. La decisione arrivò al termine di quella che è definita “Crisi di luglio”. Ciò determinò l’irrimediabile acuirsi della crisi e la progressiva mobilitazione delle potenze europee per il gioco delle alleanze tra i vari stati. La Russia, in nome dell’amicizia etnica ed economica con la Serbia, iniziò la mobilitazione del proprio esercito. Allarmata dalla mobilitazione della Russia, la Germania le dichiarò guerra il 1º agosto 1914 e, seguendo lo schema del piano Schlieffen, due giorni dopo attaccò la Francia. Con l’invasione tedesca del Belgio, anche la Gran Bretagna il 4 agosto dichiarò guerra alla Germania. La diplomazia aveva ormai lasciato il posto alle armi. Con la dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia del 28 luglio 1914, per l’Italia si pose il problema di decidere o meno sulla neutralità contemplata dal trattato della Triplice, ma l’l’esercito italiano era del tutto impreparato ad una guerra su vasta scala, pertanto dichiarò la sua neutralità. La Grande Guerra si concluse l’11 novembre 1918, il bilancio in vite umane e feriti fu senza precedenti: 8,5 milioni i morti e 20 milioni i feriti gravi.

1980 (44 anni fa): Pietro Mennea vince, a Mosca, la medaglia d’oro olimpica davanti all’inglese Wells. Fu il più grande risultato conseguito da Pietro nel campo agonistico.  La sua carriera è stata lunghissima, basti dire che ha partecipato a cinque olimpiadi.  Ai precedenti Giochi di Monaco 72, conquistò la medaglia di bronzo nella sua specialità. Aveva solo 20 anni ed era alla sua prima olimpiade. Solo un anno prima, nel 1979 a Città del Messico, Mennea aveva segnato il record del mondo sulla stessa distanza, correndo i 200 metri in 19″72. Da quel giorno il tempo di Mennea non fu mai più raggiunto da un atleta del vecchio continente e da un bianco. Ci vollero, invece, ben 17 anni perché l’impresa di togliere a Mennea il record mondiale riuscisse a un afroamericano, Michael Johnson. Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, oltre che grande atleta è stato una grande persona anche al di fuori dello sport. Si è, infatti, laureato quattro volte: in giurisprudenza, scienze politiche, scienze motorie e sportive e lettere. Così, dopo la carriera agonistica svolse attività politica e scrisse molti saggi su vari argomenti, esercitando le professioni di avvocato e commercialista. Ha condotto nel corso della sua vita una battaglia contro le droghe per i giovani. A Emanuela Audisio, di Repubblica, ha detto: “Non ho rimpianti. Rifarei tutto, anzi di più. E mi allenerei otto ore al giorno. La fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni”. Morì il 21 marzo 2013, a 60 anni, in una clinica di Roma, per un tumore al pancreas.

Scomparso oggi:

2004 (20 anni fa): muore, a Orsigna (Pistoia), Tiziano Terzani giornalista e scrittore. Nato, a Firenze, il 14 settembre 1938, è stato un profondo conoscitore del continente asiatico e uno dei giornalisti italiani di maggior prestigio a livello internazionale,
autore, inoltre, di reportage e racconti tradotti in tutto il mondo. Un grande maestro di vita, soprattutto negli ultimi anni del suo percorso, quando con il suo atteggiamento, la sua profonda comprensione della vita e della morte insegnò come si possa vivere e morire con infinita serenità. Terzani non fu molto conosciuto in Italia, durante la sua attività giornalistica, poiché la testata per la quale lavorava principalmente era un periodico tedesco, ma oggi è ampiamente riconosciuto quale uno dei massimi scrittori italiani di viaggi del XX secolo, appassionato cronista del proprio tempo, entusiasta ricercatore della verità degli avvenimenti e dei suoi protagonisti. Una mente tra le più lucide, progressiste e non violente di inizio XXI secolo. Lo scrittore ha esposto il grande problema della società occidentale, la presunzione dell’uomo bianco che crede di essere superiore a tutti gli altri abitanti della Terra, ha chiarito come la civiltà occidentale, che si considera più evoluta di altre, abbia cancellato tradizioni millenarie come quelle legate alla popolazione aborigena. In questo monologo sulla felicità ribadisce che tutto il nostro mondo è fondato sul profitto; che fin da piccoli, già dai primi anni di scuola, ci insegnano a sopraffare gli altri, con qualsiasi mezzo, per primeggiare. Ci spiega come le distorsioni del sistema economico moderno ci abbiano portato all’infelicità.

 

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