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sabato, Novembre 23, 2024
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Il presidente Occhiuto indossa “i vestiti nuovi dell’imperatore”, ma in realtà è nudo

Giuseppe Carrozza, Segreteria Regionale Di Sinistra Italiana, scrive sulla riunione del consiglio regionale  per la discussione del famigerato ddl stilato dal leghista Roberto Calderoli.

Stamane, giovedì 18 aprile, il consiglio regionale è tornato a riunirsi a palazzo Campanella e fra i punti all’ordine del giorno è tornato protagonista della discussione il famigerato ddl stilato dal leghista Roberto Calderoli, approvato dal Consiglio dei ministri del governo Meloni e approvato al senato lo scorso mese di gennaio in attesa che la discussione si sposti alla camera dei deputati dove è già stata calendarizzata.

La massima assise istituzionale calabrese è tornata quindi ad esprimersi sulla secessione dei ricchi, sull’ autonomia regionale differenziata spacca Italia in merito alla quale il presidente Roberto Occhiuto ha mantenuto e continua a mantenere una macroscopica ambiguità e accondiscendenza verso la volontà leghista e del governo nazionale da egli sostenuto come vicesegretario nazionale di Forza Italia.

Sotto la spinta delle opposizioni, alla vigilia della discussione che avverrà a Montecitorio, il presidente Occhiuto ha confermato le sue ambiguità complici e lesive degli interessi dei calabresi e del mezzogiorno esprimendo una sua sostanziale posizione favorevole verso il regionalismo differenziato.

Occhiuto ha affermato “no money, no party” e che in assenza della determinazione e del finanziamento integrale dei lep, non potrà esserci alcuna differenziazione regionale, posizione confermata nel documento finale prodotto stamane dalla maggioranza delle destre alla fine del confronto in consiglio regionale, che ha prodotto un solo risultato ossia la spaccatura a metà del gruppo consiliare della lega e specificatamente del capogruppo Giuseppe Galardi e del consigliere Giuseppe Mattiani, entrambi ortodossi salviniani, ma il presidente occhiuto mente sapendo di mentire poiché’ egli sa bene che:

1)i livelli essenziali delle prestazioni sono di difficile determinazione e che per esserlo – e nemmeno esaustivamente – occorrerebbero anni (esempio lampante sono i lea nella sanità, determinati dopo venti anni e con risultati nettamente fallimentari considerato lo stato dell’offerta sanitaria pubblica);

2)perché’ i lep possano essere integralmente finanziati necessitano di risorse pubbliche di difficile ed enorme quantificazione, l’unico studio esistente a tal proposito redatto da svimez ha previsto la somma, per difetto, di quasi 100 miliardi di euro, cifre esorbitanti che lo stato, nelle situazioni date, non può permettersi di spendere;

3)il presidente occhiuto e le destre sorvolano poi su un fattore dirimente e cioè che lo stesso ddl Calderoli, alquanto schizofrenico e contraddittorio, presuppone la realizzazione del regionalismo asimmetrico osservando scrupolosamente l’invarianza di bilancio e quindi senza intaccare le casse dello stato, per cui, con quali fondi verranno finanziati i lep semmai fossero individuati e determinati?

Il presidente occhiuto continua a fare l’indiano perché’ sa bene che i lep non verranno mai finanziati.

Infine, sulle materie non soggette ai lep, il presidente della regione Calabria e la sua maggioranza si pongono in malafede poiché’ hanno piena contezza del fatto che, non appena il ddl Calderoli diventerà legge dello stato, le regioni interessate( veneto e Lombardia seguite dall’Emilia Romagna) potranno richiedere la competenza delle suddette materie  e che a quel punto, lep o non lep, la frammentazione dell’unità nazionale e l’istituzionalizzazione di disuguaglianze e svantaggi a discapito della Calabria e del Mezzogiorno, nonché’ dei territori meno ricchi e svantaggiati sparsi nel territorio nazionale, sarà cosa fatta e il “sogno padano del grande nord” di Gianfranco miglio e di Umberto Bossi entrerà in dirittura d’arrivo.

Presidente Roberto Occhiuto, lei crede di indossare i vestiti nuovi dell’imperatore, ma in realtà lei cammina nudo in mezzo ai calabresi che lei sta tradendo e che invece dovrebbe tutelare e difendere tracciando le linee del loro progresso sociale ed economico.

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