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giovedì, Novembre 21, 2024
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Il Partito Democratico riparte dalle montagne della Calabria

Il partito democratico sta tornando in Calabria. Nei giorni scorsi Elly Schlein, Segretaria del Partito Democratico ha visitato il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena con lo scopo di “riconquistare” le aree interne, soprattutto quelle della montagna. Da questo punto parte il progetto che arriverà fino alla Calabria.

di Bruno Gemelli

«Taverna tutta tavuli e tijilli, / funci di la muntagna e cucuzzelli, / e duva ti nn’adduni ca su illi; / tenanu a faccia de li povarelli», slang popolare che s’era perso e che i dem calabresi hanno, forse senza saperlo, ritrovato approfondendo sé stessi.

A Taverna, patria dei fratelli Gregorio e Mattia Preti, tra i principali esponenti della stagione matura del barocco italiano e, più in particolare, del caravaggismo e della pittura napoletana del Seicento, s’è conclusa la festa regionale del Partito democratico. Una forza politica che ha scelto la montagna, e più in generale le aree interne, per rigenerarsi e ripartire nell’opposizione alla destra reale e mascherata. D’altronde c’era stata, prima dell’estate, la prova generale a Soveria Manelli che ha incoraggiato gli organizzatori a proseguire su questa strada che, per adesso, è solo un viottolo di campagna. Infatti, per coerenza e conseguenza, l’11 e 12 ottobre si terranno a Mormanno, sul Pollino, gli stati generali della montagna, targati Pd, con la partecipazione della Segretaria Elly Schlein. È lei che ha iniziato questo viaggio visitando, nei giorni scorsi, il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, un luogo che racconta la storia importante di lavoro e di lotta dei minatori lì nel cuore del Monte Amiata. La leader Democratica ha aperto una nuova fase della sua segreteria con un lavoro che ha l’obiettivo ambizioso di “conquistare” le aree interne, i piccoli centri, le periferie. L’idea portante è quella di avviare e portare a termine una riforma della forma partito che, partendo dall’analisi dei flussi elettorali delle scorse europee e dei risultati delle amministrative, rilanci con vigore la propria azione chiamando a raccolta iscritti, simpatizzanti, insomma chi è disposto a combattere populismi e sovranismi. Oggi, a un anno e mezzo dal suo arrivo al Nazareno e con un partito al 24 per cento, le condizioni sembrano esserci tutte. Ma nell’idea di una riforma profonda della forma partito c’è soprattutto l’analisi di come la politica nostrana e mondiale sia sotto il ricatto, neppure tanto velato, dei nuovi corporativismi.

Per fare ciò Schlein ha dovuto e deve motivare e pacificare le sue anime interne. Su ciò aiutata dall’arretramento di Stefano Bonaccini che, nel frattempo, è diventato Europarlamentare, la sciando la guida dell’Emilia-Romagna a Irene Priolo. Un cognome che ricorda Antonio Priolo, socialista, primo sindaco di Reggio Calabria dopo la Liberazione. La presenza di un nuovo scacchiere, per adesso solo abbozzato, è ciò che s’è colto nella festa di Taverna, nella quale, ancora una volta, si sono mischiate le carte delle appartenenze interne, visto che l’area Bonaccini anche in Calabria aveva una leva elettorale molto forte, è ora sembra disponibile a misurarsi con le nuove evoluzioni.

Dopo aver conquistato Vibo Valentia e fatta una malleva politica a Catanzaro, il Pd calabrese pensa di riconquistare la Regione. Ambizione difficile, difficilissima, ma non impossibile. Per adesso nel centrosinistra c’è in campo solo la candidatura del sindaco di Cosenza Franz Caruso.

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