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Il mercato delle vacche

Le scorciatoie per conseguire le abilitazioni all’insegnamento all’estero hanno ripreso vigore: negli ultimi anni si è allargato a dismisura il mercato che porta numerosi precari italiani della scuola, desiderosi di fare i docenti, a conseguire master abilitanti o percorsi TFA per la specializzazione sul sostegno.

Queste organizzazioni, facilmente reperibili via web, in particolare in Romania ed in Spagna, spiegano il complesso iter che prevede come acquisire i crediti formativi e il successivo riconoscimento del titolo in Italia: queste prevedono, dopo la verifica e il procedimento di omologabilità, l’iscrizione al Master, il procedimento di accreditamento e la richiesta finale di riconoscimento del titolo al Ministero dell’Istruzione. Per invogliare i giovani laureati ad iscriversi, si indica loro la lunga lista di corsisti a cui il Miur ha concesso il decreto di riconoscimento. In Italia, invece, un corsista Tfa per arrivare all’abilitazione, deve superare una dura selezione, per poi seguire un corso universitario e un lungo percorso di tirocinio obbligatorio. Ecco perché molti decidono di andare all’estero, in Italia è decisamente più difficile. Come è già successo ad esempio con gli aspiranti medici che non superano i test di ammissione a medicina, da anni succede anche nel mondo della scuola: chi deve ottenere un’abilitazione tenta, pagando cifre considerevoli, la strada della speranza in altri paesi, soprattutto Spagna o Romania. È un salto nel buio perché non vi c’è certezza che il titolo venga riconosciuto dal ministero dell’istruzione. La difficoltà a conseguire l’abilitazione all’insegnamento e a specializzarsi per il sostegno, spinge molti precari a rivolgersi alle agenzie che offrono il titolo facile all’estero, spesso rimanendo comodamente a casa e seguendo le lezioni a distanza.

Come  FLC CGIL di Reggio Calabria ha deciso di intraprendere un’immediata azione legale, nei confronti di coloro che hanno conseguito il titolo all’estero e sono stati ammessi in graduatoria con riserva. Alcuni avrebbero dichiarato di aver superato prove selettive per accedere a presunti corsi a numero chiuso, chiedendo ed ottenendo l’attribuzione di 12 punti aggiuntivi in forza di tale mendace dichiarazione. È fatto noto che non è richiesto nessun test selettivo, come chiaramente riportato nelle procedure di reclutamento. Risulta pertanto necessaria la verifica della veridicità delle suddette dichiarazioni da parte degli aspiranti docenti, con rigorosa applicazione dell’articolo 75 del DPR numero 445 del 2000, ed esclusione dalle graduatorie di tutti quei soggetti che hanno dichiarato in maniera mendace il superamento di prove selettive. Ci auguriamo, pertanto, che il Ministero faccia chiarezza al più presto e che termini questa corsa al conseguimento del titolo all’estero che tra l’altro rischia di mettere i docenti gli uni contro gli altri.

FLC CGIL 

Reggio Calabria

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