Chi vive nel torpore si sveglierà nel dramma. Oggi, come 100 anni fa, si sta sviluppando a danno della sovranità popolare È questa la nostra principale battaglia. Queste le ragioni del nostro impegno che ci portano ancora a scrivere controvento in direzione ostinata e contraria. Possiamo concludere che se il popolo tedesco avesse reagito alla prima vetrina rotta dai nazisti, avrebbe risparmiato al mondo intero, ed a sé stesso milioni di morti.
Il giorno della memoria ricorda senz’altro una delle pagine più drammatiche della storia umana ma contemporaneamente ci avverte che gli “Stati” possono degenerare e diventare mostri che divorano i propri cittadini.
I forni crematori, le bombe atomiche, le grandi tragedie belliche dell’umanità sono opera degli Stati molto prima che dei criminali.
Durante tutta la mia vita, tra tanti errori e scelte sbagliate, questa è stata una costante del mio impegno politico. Oggi sono sempre più convinto che non serva una stampa che vive all’ombra del potere. Non servono partiti che non siano in grado di fungere da contrappeso agli apparati statali.
È preoccupante quando i cittadini dimostrano apatia, disinteresse, sottomissione rispetto agli errori (che tendono a diventare orrori) degli Stati.
Le grandi tragedie di oggi che si vanno consumando in Africa, in Medio Oriente, in Ucraina, nel Mediterraneo portano dritti a tale degenerazione. Gli ucraini non hanno nulla contro i russi, né questi contro gli ucraini. Sono popoli affini legati da rapporti millenari.
Eppure Americani, russi, inglesi, ammassano truppe ai confini e preparano nuove tragedie proprio a danno dei popoli che dicono di voler difendere.
Il mostro marino che Hobbes indicava come Lieviatano s’è risvegliato e pretende il suo tributo di vittime umane.
Gli Stati si separano sempre più dai propri popoli.
L’elezione del presidente della Repubblica è un indizio, certamente ancora non drammatico, di una tale separazione.
Lo so, noi siamo stati abituati da sempre a tifare per gli sceriffi contro i fuorilegge. Mostriamo entusiasmo quando suona la carica ed “arrivano i nostri” Contemporaneamente gli Stati con i loro riti e le loro cerimonie, con i cambi di guardia dinanzi ai palazzi, le mostrine luccicanti, i soldati a cavallo, gli ermellini e le porpore tendono ad allontanare il popolo dalle loro stanze ed a chiudersi in una aura di mistero e sacralità.
Non reagendo, noi saremmo complici anzi, in qualche misura, lo siamo già.
È molto più grave una prevaricazione o una prepotenza da parte di forze riconducibili allo Stato rispetto a quelle, sicuramente esecrande, di possibili gruppi criminali e terroristi perché, ribadiamo, quando lo Stato si stacca progressivamente dal proprio popolo ii Lieviatano s’è risvegliato.
Le elezioni presidenziali (in cui si fanno anche i nomi di personalità degnissime) sono un preoccupante segnale, così come lo sono state le elezioni regionali in Calabria, ridotte ad un rito di ceto politico.
E proprio ritornando alle vicende della nostra regione, in questi giorni guardo con preoccupazione la richiesta della questura di Cosenza tesa ad ottenere una misura di sorveglianza speciale nei confronti di due giovani del comitato “prendo casa”. Niente di drammatico, ma un chiaro indizio della deriva repressiva in atto nel nostro paese. Così come preoccupa l’indifferenza, verso le sorti dell’avvocato Pittelli (persona mai conosciuta e distante anni luce dalle mie scelte politiche) e di mille come Lui che rischiano di morire in carcere.
Sono indizi flebili che seguono prove certe di una deriva giustizialista e repressiva che oggi, come 100 anni fa, si sta sviluppando a danno della sovranità popolare.
Spostandoci su un piano completamente diverso, possiamo concludere che se il popolo tedesco avesse reagito alla prima vetrina rotta dai nazisti avrebbe risparmiato al mondo intero ed a sé stesso milioni di morti.
Chi vive nel torpore si sveglierà nel dramma. In Calabria è evidente che dinanzi ad un apparato statale sempre più teso a stringere in una morsa di prevaricazioni, di diritti negati, di misure repressive, di imposizioni di tasse e balzelli, il comune cittadino è sempre più impotente. Ciò é possibile perché il nostro è un popolo sconfitto che si crogiola al sole come un gigante idiota e che si fa bastonare da un bambino senza forza alcuna.
È questa la nostra principale battaglia. Queste le ragioni del nostro impegno che ci portano ancora a scrivere controvento in direzione ostinata e contraria.