“FCS Fantastica Avventura” è un libro che racconta la storia di una squadra di calcio altoatesina, l’FC SUD TIROL. La particolarità è data dal fatto che a realizzare l’importante opera è stato un giornalista reggino, Filippo Rosace che da 33 vive e lavora in quel di Bolzano. Grazie ad un certosino impegno giornalistico, è stato possibile conoscere il percorso di un club che è entrato a far parte del salotto buono del calcio italiano.
Il fatto di per se non è insolito, perchè scrivere un libro che racconti le gesta di una squadra di calcio non è un fatto inusuale nel panorama della saggistica sportiva. Per quanto riguarda il libro dal titolo “FCS Fantastica Avventura” che racconta la storia di una squadra di calcio altoatesina, l’FC SUD TIROL appunto, la particolarità è data dal fatto che a realizzare l’importante opera è stato un giornalista reggino, Filippo Rosace che da 33 vive e lavora in quel di Bolzano. Partiamo subito con il dire che “FCS Fantastica Avventura” è il primo lavoro editoriale dedicato ad un club che è stato fondato nel 1995 e che lo scorso 24 aprile ha festeggiato la promozione in serie B. Si, è vero, il Südtirol sarà una delle avversarie della Reggina nella prossima stagione in cadetteria, ma questo, al momento, è un dato statistico, perché adesso il focus è tutto da dedicare al lavoro con il quale Filippo Rosace è riuscito, grazie ad un certosino impegno giornalistico, incastonato in 246 pagine contenenti oltre 500 fotografie, a documentare il percorso di un club che è entrato a far parte del salotto buono del calcio italiano. E per non farsi mancare nulla, e per non scontentare nessuno, Filippo Rosace ha prodotto il racconto sia nella versione in lingua italiana che in quella tedesca.
Filippo Rosace è un giornalista cresciuto a pane e calcio, sin dai tempi delle prime collaborazioni con il quotidiano “OggiSud” al quale resocontava la cronaca calcistica del Ravagnese, militante ai tempi in Prima Categoria, per poi passare alle colonne del quotidiano “Il Giornale di Calabria”, nelle quali riportava, quotidianamente, ogni notizia, informazione e movimento della Reggina Calcio, a quei tempi guidata prima da Albertino Bigon successivamente da Nevio Scala. Nel 1989 Rosace, per motivi di lavoro, si è trasferito all’ombra delle Dolomiti e lì ha continuato a sviluppare la sua passione giornalistica, dapprima con il quotidiano “Il Mattino dell’Alto Adige” e successivamente (e ancora oggi) sulle colonne del quotidiano “Alto Adige”. Ma perché un giornalista reggino si è voluto cimentare in questa impresa? Da tenere presente che la città che lo ha adottato è una comunità popolata da tre etnie: italiana, tedesca e ladina. Un territorio, quello altoatesino, che ha attraversato stagioni contrastate, contrapposizioni etniche anche violente e, per questo, fortemente legato alle tradizioni ed alle tre lingue che caratterizzano le tre comunità. Quindi Rosace è riuscito, in una certa misura, a trarre una prima sintesi di questo senso di appartenenza, offrendo alla comunità un’opera editoriale che rappresenta un unicum per il mondo sportivo regionale.
Il libro “FCS Fantastica Avventura”, che tra l’altro è pubblicato in coedizione con la casa editrice reggina Città del Sole edizioni, ha riscosso un buon successo con oltre mille copie vendute, che sono state richieste anche dai numerosi altoatesini sparsi per il mondo. Dicevamo delle stagioni difficili dell’Alto Adige, son certo di non esagerare ricordando che quel territorio dal dopoguerra alla fine degli anni ’80 ha vissuto stagioni drammatiche; dopo la guerra, infatti, gli altoatesini di lingua tedesca speravano nell’unificazione con l’Austria, ma l’accordo De Gasperi-Gruber stabilì che la provincia rimanesse all’Italia in condizioni di autonomia. Verso la metà degli anni ‘50, in seguito al ritorno di molti abitanti dalla Germania e alla ricostituzione della Repubblica Austriaca, decisa a sostenere istanze rivendicazioniste, la politica altoatesina si radicalizzò. La stampa e il clero di lingua tedesca si inserirono nella controversia etnica evocando una “marcia della morte” orchestrata dal Governo italiano ai danni della popolazione di lingua tedesca, attraverso l’industrializzazione e l’immigrazione da altre regioni d’Italia.
La radicalizzazione portò alla nascita di movimenti terroristici: il Gruppo Stieler, autore di diversi danneggiamenti; il Comitato per la liberazione del Sudtirolo, che perseguì anche una strategia stragista. Il Governo italiano rispose al terrorismo con una massiccia presenza militare in Alto Adige.
La questione dell’Alto Adige raggiunse le Nazioni Unite. Dopo anni di discussione, nel 1972, l’Alto Adige ottenne un’ampia autonomia separata dal Trentino, racchiusa nel Pacchetto per l’Alto Adige e contenuta nel secondo statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige, che consegnava la maggioranza politica al gruppo tedesco e istituzionalizzava la separazione etnica attraverso la cosiddetta proporzionale etnica.
Ciononostante, gli attentati terroristici ripresero con forza nella seconda metà degli anni ‘70, per finire solamente alla fine degli anni ’80 quando fu raggiunta la pacificazione e ha coinciso con un lungo periodo di grande prosperità economica. Dopo un passato tormentato l’Alto Adige è, oggi, un esempio di pacifica convivenza fra gruppi etnici, con un tessuto produttivo industriale, ed agricolo di assoluto livello europeo. Ho voluto sottolineare questo aspetto come messaggio di speranza per quei pochi irriducibili, come il sottoscritto, che ancora sperano nello sviluppo della nostra Calabria. Ma veniamo all’interrogativo iniziale: come mai un giornalista reggino si è impegnato a narrare la storia di un club altoatesino?
«Mi sono sempre interessato di calcio anche a Bolzano – risponde Rosace – ed ho seguito da vicino le gesta del club altoatesino sin dai primi giorni della sua costituzione. La storia del FC Südtirol è una storia affascinante che travalica gli stessi contenuti sportivi e calcistici, per abbracciare quelli di tipo politico e sociale. Devo dire che, approfondendo ogni aspetto e particolare, ho cominciato a coltivare l’idea di dover raccontare il percorso di questo club, e non solo dal punto di vista calcistico. Perché nessuno lo ha fatto prima? Diciamo che la risposta all’interrogativo appartiene a quella intraprendenza che ci contraddistingue: ovvero a quel desiderio di creare ed essere sempre propositivi al cospetto di ogni fatto nuovo. Bisogna anche aggiungere – continua Rosace – che il mio non è stato un lavoro semplice, e non solo dal punto di vista redazionale. Insomma, il fatto che un giornalista proveniente da un altro parallelo, e perdipiù meridionale, si facesse carico di descrivere e raccontare il percorso della più importante squadra di calcio altoatesina non fu visto immediatamente di buon occhio, anche da parte dello stesso club. Ricordo che l’idea di scrivere un libro sul FC Südtirol cominciai ad alimentarla sin dal 2016, ma trovandomi di fronte ad un “fuoco di sbarramento ideologico” accantonai momentaneamente il proposito. La mia testardaggine, ed il mio convincimento di poter riuscire a realizzare un documento prezioso per la comunità locale, e non solo, mi spinse a riprendere in mano le bozze del libro e portare a compimento l’opera pubblicata nel 2020».
La passione di Rosace verso l’FC SUD TIROL e la sua storia non si è limitata solo alla pubblicazione del libro. Il 6 maggio scorso, difatti, il giornalista reggino ha organizzato un gala per la prima del docufilm “La Fantastica Avventura”. Docufilm scritto e diretto dallo stesso Filippo Rosace che sarà trasmesso, nella sua versione ridotta (60 minuti), da Rai Bolzano e Rai Suedtirol e in un tour di incontri presso le scuole medie e superiori del territorio altoatesino.
Franco Arcidiaco