Giuseppe Serranò commenta il deprecabile furto avvenuto nella chiesa di Bovalino.
Giuseppe Serranò
L’inqualificabile gesto compiuto nella Chiesa “S. Maria ad Nives” a Bovalino Superiore ha destato profondo dolore e gettato nello sconforto la comunità di Bovalino e il mondo cattolico della Diocesi di Locri. Alcune persone, forzando una porta laterale, si sono introdotti nella chiesa, hanno preso le ostie del tabernacolo e le hanno sparse sulla mensa dell’altare portando via anche un medaglione reliquiario che era stato regalato dal vescovo Morisciano.
Un gesto, quello della profanazione dell’eucarestia, sacrilego per i cattolici che con l’ostia rappresentano il corpo di Gesù Cristo offerto in sacrificio.
Nel tempo di gesti offensivi e irriverenti contro le Religioni, non solo quella Cristiana, ne sono accaduti in ogni luogo ma quando ciò accade a “casa tua” ti assale la preoccupazione, la paura che si sia infranta l’ultima barriera, che si sia definitivamente rotto il filo che tiene unità una comunità.
Con ciò non voglio commentare questa profonda ferita alla Chiesa come grave peccato da cui il colpevole o i colpevoli debbano ravvedersi per ottenere il perdono divino. Pur essendo io un cattolico praticante mi preme ancor di più sottolineare la lacerazione di un mondo, quello spirituale che ha svolto un ruolo fondamentale nella evoluzione e nella crescita dell’umanità e che oggi, pare, non sia più capace di fornire un senso alla vita.
Assistiamo, quasi inermi, alla sua demonizzazione e al tentativo di relegarlo a sistema di credenze da evitare, ove fosse solo questo giustamente, per impedire qualsiasi forma di fanatismo.
Se però ci accostiamo con piglio critico ma sereno ci accorgeremmo invece che questo semplice concetto comprende in sé sentimenti interiori, idee, valori, la visione del mondo che vorremmo, tutti principi che universalmente contribuiscono alla crescita umana; intuiremmo che la spiritualità non deve necessariamente essere ricondotta alla religione anche se neppur questa è arida proclamazione o pura verità rivelata ma piuttosto una filosofia di vita.
Ed invece viviamo in un tempo figlio della mercificazione della società. Si è rinunciato alla ricerca della “verità” per rincorrere il potere e il potere, oggi, ostracizza e irride i non allineati.
Per i sempre più pochi coerenti e rigorosi questo è il momento del dissenso e della resilienza. La massificazione e la mercificazione di tutti e di tutto continuano a creare persone moralmente e spiritualmente vuote e allontanano dai veri valori, beni non commerciabili, come la giustizia, il bene comune, la solidarietà, il rispetto dell’altro e del suo pensiero, l’amore per il prossimo.
Accecati dalla ricerca di un nuovo modo di stare al mondo non ci rendiamo conto che basterebbe connettersi con la vita e ritornare al vecchio modo di stare assieme.