L’ autore esprime il dolore muto e potente dei genitori del giovane Cristian, vittima di un sistema sanitario inefficiente e disinteressato. In un’atmosfera carica di tristezza, le parole risultano inutili di fronte alla tragedia condivisa da tutti i presenti. La denuncia si rivolge ai responsabili delle istituzioni, la cui negligenza ha portato alla morte di Cristian e di altri, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale nella sanità pubblica della Locride.
Le parole per esprimere il cordoglio per la morte del giovane Cristian non bastano più. In una stanza di una casa piena di dolore tutti i presenti parlavano con gli occhi.Nessuno si azzardava ad aprire bocca consapevoli della inutilità di ogni frase. Tutti ci sentivamo parte di questa tragedia e,forse, complici con la nostra enorme dose di viltà sociale per accettare senza pudore e senza vergogna ,il disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti della struttura ospedaliera. Se Occhiuto e la Di Furia avessero ascoltato il silenzio surreale e magnetico del dolore di quei genitori,l,forse avrebbero compreso che dietro il sacrificio di Cristian vi è un popolo – quello della locride – non più disposto ad accettare 10/12 ore di attesa di fronte al pronto soccorso, non vuol piu’ attendere 2 ore per l’ arrivo di una autoambulanza senza medico a bordo, non può sentirsi dire che le sale operatorie non funzionano perché qualcosa è guasto, che bisogna rivolgersi alla farmacia per acquistare i medicinali. Se la manager ospedaliera ed commissario della sanità avessero compreso il dolore sordo e muto di un padre e di una madre che d’ improvviso hanno perso la ragione di vita ,solo perché loro due se ne fottono, soprattutto dei più deboli, forse Cristian e tutti gli altri che hanno perso la vita, sarebbero ancora tra noi. È il caso che questo dignitoso ed indignato silenzio venga condiviso da tutto il popolo, sindaci compresi.
Pino Mammoliti