Le carceri italiane scoppiano e, durante i mesi estivi, a livello nazionale si registra un aumento delle morti dovute ad infarti, malattie gravi e soprattutto suicidi. La legge dell’uomo assegna una pena da espiare, ma la legge non deve dimenticare l’essere umano, quello che è tutelato dalla Costituzione italiana
Annamaria Delfino
“AD CONTINENDOS HOMINES, NON AD PUNIENDOS “
Così i nostri padri Romani sancivano la legge sui reati e le punizioni: “FRENARE GLI UOMINI NON PUNIRLI “.
Esiste, però, con la nascita delle carceri e degli istituti di pena, una realtà di una vita parallela che cammina accanto a quella di un cittadino tra le righe “normale”, una realtà che coinvolge il detenuto e la famiglia, spesso con figli piccoli che ne è coinvolta tutta. Figli grandi o piccoli che loro malgrado si ritrovano all’improvviso senza la figura di riferimento, quella realtà della quale parlavo appunto, i colloqui le telefonate le bugie per farli, ma loro sono intelligenti, soffrire meno: “ …. Papà è in un posto in cui lavora e poi torna presto “ , il detenuto è privato dagli affetti più cari , vede ogni volta e lascia andare staccandosi da quegli occhietti che guardano e capiscono più di 100 adulti .
E non mi dite “…dovevano ricordarsi prima “rispondo “Nessuno tocchi Caino”
Il delinquere è, quindi, un reato, scontare è la giusta pena, ma è altrettanto giusto espiare dignitosamente con i diritti che un detenuto ha e possiede.
CARTA DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI DETENUTI E DEGLI INTERNATI: qui si recita al punto vita quotidiana, …. il detenuto ha diritto di ricevere biancheria vestiario ecc. gli è assicurata la possibilità di fare la doccia e di fruire di un periodico taglio di barba e capelli.
Così, però, non è.
Lo testimoniano le innumerevoli interpellanze, le visite di garanti in carcere, le denunce periodicamente stilate e rendicontate da famigliari e servizi sociali.
Le carceri italiane scoppiano su 190 carceri che ospitano 54.841 detenuti con una capienza effettiva di un tasso di sovraffollamento del 112% secondo il garante campano dei detenuti Ciambrello, durante i mesi estivi di Luglio e Agosto a livello nazionale si registra un aumento delle morti dovute ad infarti, malattie gravi e soprattutto suicidi.
Ilaria Cucchi senatrice della sinistra italiana, dopo la visita nel Penitenziario di Reggio Emilia dichiara di avere riscontrato un senso di abbandono e disinteresse a livello nazionale , dopo avere fatto altre visite nelle carceri italiane, celle buie, materassi a terra detenuti nel caldo stesi in uno stato di semi incoscienza.
E ancora i garanti campani Samuele Ciambrello e Pietro Ioia da sopralluoghi e visite in più penitenziari affermano che “…. il carcere è una polveriera, i detenuti si sentono abbandonati. In estate smettono di esistere”
Sul Domani Isabella De Silvestro, che si occupa di diritti umani, scrive che il carcere in estate è un contenitore che marcisce, con il caldo feroce tra le sbarre si acuiscono le patologie, si verificano più suicidi, la mancanza di fonti di refrigerazione e di più l’impossibilità ad usufruire dell’acqua portano il detenuto in uno stato di prostrazione e di vivere disumano , al di sopra di ogni pena e punizione inflittagli .
E le nostre carceri quella di Argilla’ e San Pietro non sono fuori da questa triste realtà tutt’altro, rientrano in pieno nella triste e disumana situazione carceraria che si esaspera nei torridi mesi estivi.
Pochi giorni fa, il presidente dell’unione sindacati polizia penitenziaria, Giuseppe Moretti, ha voluto vedere con i propri occhi lo stato in cui versano gli istituti di San Pietro e Arghilla’, plessi con 270 poliziotti e quasi 700 persone detenute dichiarando che la situazione di Reggio Calabria è allarmante e allo stremo.
Arriva persino, Moretti, in sintesi a chiedere lo stato di emergenza poiché lo stato di queste strutture è tale da richiedere misure straordinarie, per tale motivo sollecita un intervento Governativo che prenda in mano la situazione.
La carenza di acqua, la mancanza di un supporto psicologico adeguato al detenuto, che come già detto è in uno stato restrittivo e non rieducativo, la presenza oltre misura nelle celle porta ad uno stato igienico-sanitario disumano che neanche agli animali è riservato.
Prolificano le malattie dermatologiche, le bronchiti acute l’esasperazione delle patologie già presenti e ultimi ma all’apice di ogni equilibrio umano la sensazione e la certezza di essere abbandonati, lontani dagli affetti e avulsi da ogni diritto umano e civile che ad ogni essere viene riservato, anche e soprattutto in detenzione restrittiva .
Il garante regionale delle persone detenute, Muglia in un comunicato stampa, indirizzato in questi giorni a tutti gli organi competenti, chiede un intervento immediato nelle carceri di Reggio Calabria e di tutta la nostra regione per alleviare la pesante situazione dei detenuti in particolare chiede la rimodulazione degli orari di uscita per le ore di aria, spostandole nel tardo pomeriggio.
La possibilità di acquistare ventilatori anche a batteria l’aumento di apporto idrico e di cambio dell’alimentazione vista l’afa e il caldo opprimente, lasciare nelle ore notturne le porte delle celle aperte per fare circolare l’aria, togliere i pannelli di plastica da finestre e porte e l’igiene e la disinfettazione dei luoghi più frequentati e più soggetti alle infezioni in agguato.
Si augura il Garante che queste richieste vengano accolte.
Lo auguriamo tutti mentre si progetta il Ponte sullo Stretto, i settimanali postano vacanze e yacht di chi le colpe e le pene le ha sotterrate si difende là dove si ha un cognome altisonante l’indifendibile, dove poche centinaia di metri il km più bello d’Italia accoglie migliaia di persone, ma per una piccola fetta di uomini l’estate è l’inferno.
La legge dell’uomo assegna una pena da espiare, ma la legge non deve dimenticare l’essere umano, quello che è tutelato dalla Costituzione italiana, quell’uomo o quella donna che hanno sbagliato che devono scontare come esseri umani e non come bestie le proprie colpe.
Nessuno mai tocchi Caino!