L’ordine del giorno presentato da Massimo Ripepi riguarda Gesù e le battaglie da combattere in suo nome. Il consigliere di Fratelli d’Italia si è fatto portavoce di Cristo, nonché della chiesa “Gesù Cristo è Signore” di Catona, e si è imbarcato in una crociata contro i pericoli del ddl Zan.
Il cristianissimo Cicerone
Ripepi, coordinatore nazionale del Movimento Pace e fondatore nel 2014 del Movimento Pace Italia, di cui è tuttora presidente, in consiglio comunale a Reggio Calabria si è improvvisato moderno Cicerone e, come quello difendeva la Repubblica dai presunti tiranni, questo ha difeso il Cattolicesimo dal ddl Zan, l’ormai celeberrimo disegno di legge contro l’omotransfobia. Come il suo modello latino, anche Ripepi comincia con una captatio benevolentiae: “Spero che i miei colleghi cristiani, ultra cattolici e cattolici siano fermamente contrari al voto per un disegno di legge che si oppone a Gesù Cristo e alla dottrina sociale della Chiesa. Auspico che nella coscienza dei miei colleghi possa vincere Cristo e soccombere Mammona con tutti i suoi interessi personali, politici e partitici”, recita il consigliere.
La cristianissima arringa
Dopo l’attacco, Ripepi si slancia in un’arringa che ha come parola chiave l’etica cristiana. Cavalcando l’onda della diplomazia, definisce il disegno di legge Zan “catastrofico e pericolosissimo per la libertà di espressione”. Si dice poi preoccupato per le sorti dei cittadini italiani e per la loro libertà di pensiero e di azione e aggiunge, a detrimento del satanico disegno di legge, che non aiuta affatto a proteggere le persone discriminate in base al sesso, ma si limita a imporre al nostro sistema penale una visione etico-ideologica.
Le cristianissime stimmate
Massimo Ripepi non deve aver ritenuto la propria arringa convincente, se poi ha avuto bisogno di scarabocchiarsi le stimmate sul palmo delle mani. Esibendo fieramente la scritta “+Gesù Cristo – Mammona”, ha terminato il suo discorso con quest’ultimo, dolente e un po’ goffo tentativo di persuasione.
Ma noi, che siamo cinici e non ci lasciamo convincere facilmente, aspettiamo trepidanti la prossima puntata … pardon! il prossimo Consiglio Comunale.