Il 30 dicembre 2024 la Giunta Regionale della Calabria chiude l’anno delle meraviglie deliberando la riorganizzazione della Rete scolastica regionale con l’ accorpamento di altre 7 autonomie così suddivise: 2 per la provincia di Cosenza, 2 per quella di Reggio Calabria, 1 per ognuna delle rimanenti province.
Vito Pirruccio
Archiviate le passerelle festaiole dell’“Anno che verrà” e delle altre promozioni da grande e piccolo schermo, dopo la sbornia a suon di motivi più o meno orecchiabili si ritorna con i piedi per terra e, nel mentre eravamo frastornati dalle danze e dalle canzoni datate ma di successo, lor signori non hanno perso tempo per presentarci in sordina il “Conto che verrà”. Anzi, il “Conto è già arrivato”.
Il 30 dicembre 2024 la Giunta Regionale della Calabria chiude l’anno delle meraviglie con questo comunicato stampa:
“La Giunta regionale, riunitasi oggi, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Istruzione, edilizia scolastica Maria Stefania Caracciolo, ha deliberato la riorganizzazione della Rete scolastica regionale in attuazione del Decreto del Ministero dell’Istruzione e del Merito di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze n.127 del 30 giugno 2023 che, per l’anno 2025-2026, riconosce alla Calabria 279 autonomie scolastiche, con conseguente soppressione di due autonomie, una per la Città Metropolitana di Reggio e un’altra per la provincia di Catanzaro”.
“Inoltre, tenuto conto della mancata proroga dell’articolo 5, comma 3, del dl 215/2023 – è detto nel comunicato – sono state adottate le conseguenti determinazioni a completamento dell’iter avviato con la Città Metropolitana di Reggio Calabria e le Province calabresi, con conseguente accorpamento di altre 7 autonomie così suddivise: 2 per la provincia di Cosenza, 2 per quella di Reggio Calabria, 1 per ognuna delle rimanenti province”.
A stretto giro di lancio d’agenzia arriva (Udite, udite …!) il conto del Governo con l’approvazione della Legge Finanziaria 2025 a passaggio monocamerale (Renzi, il vispo toscanaccio tanto bistrattato, perse il referendum accusato di voler ridurre gli spazi di democrazia nel mentre i suoi detrattori di destra e di sinistra li riducono con beffarda sfacciataggine):
A partire dall’anno scolastico 2025/2026, è prevista una diminuzione complessiva di 5.660 posti nell’organico dei docenti. Questa misura, regolata attraverso decreti congiunti del Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, interesserà principalmente l’organico dell’autonomia.
La Legge di Bilancio prevede, inoltre, una diminuzione di 2.174 posti per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), a partire dall’anno scolastico 2026/2027.
Che dire? Come volevasi dimostrare!
Ma il dato a mio modestissimo avviso più preoccupante è quello che arriva dall’OCSE: “In Italia, oltre un terzo degli adulti si trova in uno stato di analfabetismo funzionale e quasi la metà affronta gravi difficoltà nel risolvere i problemi (…). L’indagine ha evidenziato che gli italiani si posizionano tra 15 e 20 punti al di sotto della media OCSE nella comprensione dei testi scritti, nell’elaborazione delle informazioni numeriche e nella risoluzione di problemi complessi. In particolare, il 35% degli adulti italiani rientra nella categoria degli “analfabeti funzionali”, persone che hanno difficoltà a comprendere e utilizzare le informazioni nella vita quotidiana nonostante siano in grado di leggere e scrivere (…), La disparità tra Nord e Sud emerge chiaramente: le regioni settentrionali e centrali si allineano spesso alla media OCSE, mentre il Mezzogiorno registra valori costantemente inferiori. L’unica area del Paese che raggiunge la sufficienza nella comprensione e nell’utilizzo dei numeri è il Nord-Est, mettendo in luce un’Italia divisa in due velocità”[1].
L’altro giorno chi ha osato criticare i fasti della promozione turistica della Regione Calabria e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, mettendoli a confronto col disastro calabrese dei servizi e delle infrastrutture classificabili da Terzo Mondo, è stato zittito o tenuto ai margini dell’informazione per non guastare i piani del lungimirante manovratore governativo. Nel frattempo, è arrivata la mannaia sui servizi scolastici e formativi senza i quali non si risale la china.
Adesso a festa conclusa, invece di concentrarsi sul “fuorionda educativo” di Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri diventato virale a commento del Capodanno Reggino, dovremmo chiedere ai nostri Governanti di fare una zoomata sullo stato comatoso degli edifici scolastici e dei luoghi deputati alla crescita dei bambini, ragazzi e giovani i quali, nonostante la valanga di soldi del PNRR, continuano ad essere privi di certificazione di agibilità e di impianti di riscaldamento e di condizionamento; di commissionare a Calabria Film Commission inquadrature veritiere sulle strade colabrodo, sui depuratori non funzionanti, sui cumuli di spazzatura ai bordi delle strade, sull’invio di camion fuori Regione per lo smaltimento dei rifiuti nel mentre noi comuni mortali paghiamo tariffe salatissime della TARI.
Sarebbe l’unica promozione verità rispettosa della nostra intelligenza di cittadini.