Oggi, arrivato al consiglio regionale, un deserto, neanche l’ombra di una persona. Entro nel bar ci siamo solo tre persone, il bar si è ridotto di un 60%. Basterebbero queste parole per capire bene che i tempi sono proprio cambiati.
Oggi è stata una giornata grigia, come il clima del resto che forse influenza anche i miei pensieri. In effetti, arrivato al consiglio regionale per assistere alla prima assemblea del 2024, ho visto una serie di auto funebri in fila per protestare contro la modifica di una legge regionale. Queste auto, in qualche modo, oltre al clima potrebbero effettivamente aver influenzato ulteriormente il mio umore. Entrato nel palazzo dedicato al nostro illustre concittadino Tommaso Campanella, la situazione se possibile peggiora. Un deserto, neanche l’ombra di una persona. Entro nel bar, una volta centro della politica calabrese, dove incontravi consiglieri comunali, regionale, assessori, parlamentari e alle volte anche sottosegretari, ci siamo solo tre persone, il bar si è ridotto di un 60%.
Basterebbero queste parole per capire bene che i tempi sono proprio cambiati. La speranza mi torna, quando lascio il freddo dei corridoi ed entro negli uffici della stampa, dove incontro alcuni amici che lavorano nella struttura dell’ufficio stampa, che per fortuna hanno resistito alle varie legislature, covid e quant’altro. Poi, girando per il palazzo mi torna la nostalgia dei tempi passati e mi viene naturale il paragone di questo periodo politico che sempre identificato come il periodo della morte della politica, delle semplificazioni, della velocità, con i tempi di cui parlavo prima, dove la politica imperava.
Una luce arriva dall’aula dell’assemblea che mantiene sempre il suo fascino, dove sta per iniziare il consiglio, certamente nessuna responsabilità può avere il presidente Mancuso e nemmeno il presidente Occhiuto, oggi presente con un braccio fasciato dopo il recente incidente stradale.
Effettivamente, questo vuoto, questa mancanza di attività è figlia di questo periodo storico, è figlia di questa fase temporale degli anni post covid, dei social e del virtuale. Un periodo che speriamo passi, altrimenti questi istituti dovranno essere ripensati, perché così rischiano l’estinzione come i dinosauri.