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I.T.T. DI Marina di Gioiosa Jonica: eutanasia di una scuola

L’ITT “Umberto Zanotti Bianco” di Marina di Gioiosa Jonica è stato decretato accorpato, per necessità di sopravvivenza. Si è decretata, così, per sciatteria più che per scelta, la fine dell’ITT per come l’avevano pensato quei tanto bistrattati politici della Prima Repubblica, oggi, da rimpiangere.

Vito Pirruccio

In questi mesi di “taglio e cucito” per salvare il salvabile degli istituti calabresi stiamo assistendo a un dibattito su numeri e proclami di insediamenti culturali sul territorio che spariscono o, meglio, vengono dimensionati, in ragione di dati inconfutabili: calo spaventoso delle nascite, fuga dei giovani dalla nostra Regione e non-scelte del recente passato che, oggi, come nodi arrivano al pettine.

Il dimensionamento in provincia di Reggio Calabria, come tutte le iniziative in materia di istruzione, è perfettibile, ma non è onesto scaricare sui decisori attuali responsabilità che vengono da lontano, frutto di errori che si sono perpetuati nel tempo. Penso solamente a cosa è avvenuto nell’ultimo decennio con la concessione, senza alcun criterio logico e formativo, di indirizzi a man bassa che non hanno arricchito la proposta formativa di comunità, ma realizzato allotropi (è il termine più adatto per indicare due o più indirizzi uguali creati su un bacino territoriale ristretto) che hanno sparigliato l’offerta, indebolendola nel suo complesso. Quando, poi, ad un indirizzo turistico, testato e sperimentato per anni, sacrifichi le lingue e i suoi insegnanti madrelingua di conversazione, vuol dire che hai deciso di decretarne la fine.

Nei primi anni ’90, nell’apposita commissione istituita al Ministero di Viale Trastevere, presieduta dall’ispettrice Semerari e composta dai rappresentanti dei 17 Istituti Tecnici per il Turismo, allora, esistenti in Italia (Solo tre nel Mezzogiorno: Amalfi, Marina di Gioiosa Jonica e Palermo), abbiamo lavorato sodo e dato avvio alla sperimentazione ITER. Si è trattato di un lavoro di studio e di confronto durato un anno e realizzato per proiettare strutturalmente l’ultima creatura del sistema scolastico italiano dentro la dimensione europea. In nuce l’ITT già possedeva questa visione. Infatti, fin dal suo nascere, l’Istituto Tecnico per il Turismo svolgeva i soggiorni all’estero nei paesi delle lingue studiate. Soggiorni, tutto a carico della scuola, che duravano un mese, con ospitalità in famiglia e studio antimeridiano nelle scuole pubbliche selezionate, per praticare effettivamente la lingua e per calarsi nel contesto culturale del paese ospitante. In Irlanda, in Francia, in Germania, in Svizzera eravamo “di casa” e, così, maturava nei ragazzi il valore e la dimensione effettiva dell’apprendimento della lingua di comunicazione. Per non parlare degli stages lavorativi presso agenzie di viaggio e tour operator obbligatori per presentarsi agli Esami di Stato. Molti studenti, oggi affermati professionisti, durante la loro frequenza all’ITT hanno sperimentato, 30/40 anni fa, come “lavorare per competenze” (L’alternanza scuola-lavoro) in ambienti lavorativi di prestigio non solo in Italia, ma anche in Paesi europei e, persino, negli USA e nel Canada.

Quando l’inflazione di indirizzi ha scompaginato il sistema e le pseudo riforme hanno svilito l’insegnamento delle lingue nella struttura didattica dell’ITT, degli Istituti Turistici sono rimasti l’acronimo e il contenitore senza contenuti professionalizzanti.

Si è decretata, così, per sciatteria più che per scelta, la fine dell’ITT per come l’avevano pensato quei tanto bistrattati politici della Prima Repubblica, oggi, da rimpiangere. Sarei ingrato, a questo punto, se non ricordassi che la scelta di collocare l’ITT a Marina di Gioiosa Jonica (Unico in Calabria e nato come sezione staccata di Palermo nella metà degli anni ‘70) è stata dell’onorevole Riccardo Misasi, Ministro DC della P.I. dal 1970-1972, e dei referenti del luogo, allora definiti da noi sanguigni protestatari “componenti del sistema clientelare”, ma, ai quali andrebbe, da parte nostra, restituito il “dovuto” se comparati con il vuoto di rappresentanza di oggi.

L’ITT di Marina di Gioiosa Jonica, ho scritto in altre circostanze, è stato una fucina di cultura e di formazione. E non è un’ esagerazione.

Il compianto e amatissimo Preside Carmelo Filocamo, allievo prediletto del professore Giacomo Debenedetti che lo voleva suo assistente alla cattedra di Letteratura Italia alla Sapienza di Roma, ha speso la sua vita professionale per l’ITT di Marina di Gioiosa Jonica. La scelta di guidare per 20 anni l’ITT è leggibile, persino, nell’intitolazione dell’istituto che ha voluto dedicare al grande filantropo meridionalista Umberto Zanotti Bianco. Rappresentava, insomma, una scelta culturale strategica per lo sviluppo della Calabria e della zona jonica, in particolare. In 20 anni il Preside Carmelo Filocamo, primo scopritore di Saverio Strati scrittore, chiamò intorno a sé il segretario Giacomo Pagano e figure prestigiose di insegnanti (l’elenco sarebbe lunghissimo e correrei il rischio di saltarne qualcuno. Ne cito solo tre che siedono in cielo insieme all’ amatissima guida: don Salvatore Albanese, la professoressa Carolina Scordino e il professore Giuseppe Barillaro) e fece dell’ITT “Umberto Zanotti Bianco” un polo di serietà culturale che, senza disprezzare nessuno, aveva pochi paragoni nel sistema scolastico reggino e calabrese.

L’ITT di Marina di Gioiosa Jonica, durante il periodo in cui ho lavorato come docente, con il Preside Carmelo Filocamo e il Preside Antonio Cavallo, era la meta preferita di uomini di cultura, di spettacolo, di esponenti della società civile. In quelle aule strette, nella mansarda e nello scantinato-biblioteca sono passati uomini e donne della cultura e dell’impegno civico nazionale: Pasquino Crupi, Sharo Gambino, Nicola Zitara, Maria Falcone, Giovanni Impastato, don Luigi Ciotti, il Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante e tanti ancora. Un elenco lunghissimo di uomini e donne i quali facevano tappa all’ITT per dialogare con i ragazzi e portare dentro l’aula l’alito della cultura e dell’impegno civile.

Dentro quel mondo in evoluzione ragazzi, dirigente, docenti, personale di segreteria e famiglie erano appassionatamente uniti per realizzare la “comunità educante” e gli imprenditori turistici del luogo portavano i loro figli per consegnare loro le aziende, accoglievano i ragazzi nelle loro strutture lavorative e si creava rete. I ragazzi crearono l’Inno dell’ITT che cantavano a squarcia gola durante le manifestazioni, durante i viaggi, nella Giornata della Pasqua dello Studente che trascorrevano, ogni anno, in una località calabrese di richiamo ambientale-culturale. Per celebrare la Pasqua era d’obbligo partire con 14-15 autobus per una località calabrese e, credenti e laici, celebrare la Risurrezione tutti insieme: don Salvatore Albanese, preside, professori, collaboratori scolastici, addetti alla segreteria e rappresentanti dei genitori nel Consiglio d’Istituto.

Questo è stato l’ITT “Umberto Zanotti Bianco” di Marina di Gioiosa Jonica, oggi, decretato accorpato, per necessità di sopravvivenza, a un’altra storica istituzione scolastica della Locride con la speranza non chiuda definitivamente i battenti.

Dall’oltretomba Il Preside Carmelo Filocamo e i suoi fidatissimi collaboratori professoressa Carolina Scordino e professore Giuseppe Barillaro si muniranno di lacrime umane se sarà dato loro vedere la scorciatoia imboccata da quella scuola immaginata, concepita, diretta e sostenuta. Neanche la sacralità e l’estasi del luogo, ne sono sicuro, li risparmierà dal dolore.

Noi che abbiamo gustato nel profondo quel vento di cultura e siamo tra i mortali vogliamo testardamente sperare di assistere a uno scatto d’orgoglio che restituisca all’ITT, sia pure da accorpato, un briciolo di quella vitalità perduta. In fondo i Nostri ci hanno insegnato sulle ali del poeta che “Ogni volta che ella – nel nostro caso la scuola ITT – mi torna alla mente, mi nasce un brivido di gioia …”

 

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