Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Navigator, in cui chiedono il riconoscimento del proprio lavoro.
La lettura dei bandi di potenziamento dei Centri per l’Impiego calabresi, pubblicati sul BURC del 31 Dicembre scorso e in scadenza il prossimo 30 Gennaio, segnalano ed evidenziano, una volta di più, il grottesco paradosso in cui si trovano i Navigator di tutta Italia.
Da una parte, come nella vicenda dell’ultima proroga di 4 mesi, vi è lo Stato centrale che ripete e ribadisce puntualmente che i Navigator devono trovare collocazione a livello regionale, visto che i servizi per il lavoro sono materia costituzionalmente riconosciuta alle Regioni e visto che vi sono i fondi per i bandi finalizzati al potenziamento dei Centri per l’Impiego.
Dall’altra, con altrettanta puntualità, vi sono le Regioni che – a più riprese, talvolta in modo anche assolutamente ingeneroso – insistono sul fatto che i Navigator sono una questione nazionale e che a quel livello occorre trovare una soluzione adeguata, non prevedendo alcun meccanismo di salvaguardia o alcuna premialità sul piano dei concorsi regionali.
In mezzo, vittime sacrificali di un confuso scenario politico-istituzionale, figli di un Dio minore a scontare la pochezza e l’inadeguatezza di tanta politica, ecco i Navigator: più di 2000 professionisti in tutta Italia e oltre 150 in Calabria, che hanno un voto medio di Laurea pari a 107/110 cui si aggiungono altri titoli ed esperienze varie, che hanno superato un selezione pubblica ben più complessa di tante procedure concorsuali oggi particolarmente utilizzate, che hanno ricevuto una congrua formazione teorica e pratica, che hanno lavorato per 2 anni e mezzo presso i servizi pubblici per il lavoro, che hanno maturato una competenza specifica proprio nel campo delle politiche attive del lavoro.
I bandi di concorso regionale esemplificano in maniera immediatamente visibile il guado in cui si muovono i Navigator, il vicolo cieco in cui la politica vuole costringerli: a oltre 150 professionisti e specialisti del settore, al lavoro da oltre 2 anni presso le strutture regionali, non viene riconosciuto alcun titolo di servizio per il servizio svolto presso i Centri per l’Impiego regionali perché contrattualizzati da un ente strumentale di livello nazionale (Anpal Servizi Spa) e non regionale (esempio: Azienda Calabria Lavoro); a tante altre figure, inserite da anni nel bacino del vasto precariato regionale, sono attribuiti fino a 6 punti (bando diplomati, Cat. C) e fino a 9 punti (bando laureati, Cat. D) aggiuntivi per gli anni di servizio svolti con qualunque tipologia contrattuale dipendente dalla Regione o da suoi enti strumentali. Come dire: cari Navigator, non solo non vi diamo alcun premio per il lavoro fornito negli ultimi anni (in condizioni di assoluta difficoltà soggettiva e di quadro generale), ma addirittura vi facciamo partire in grande svantaggio rispetto a chi ha lavorato direttamente per la Regione (e non indirettamente, come avete fatto voi Navigator contrattualizzati da un ente nazionale).
In tutti i modi, i Navigator calabresi hanno chiesto e chiedono di correggere questa gigantesca stortura e questa ingiusta discriminazione: con lettere specifiche indirizzate a Giunta e consiglieri regionali, con comunicati e note stampa, con incontri istituzionali a livello di Vice Presidenza, con richieste di correzione in autotutela dei bandi, con sollecitazioni di chiarimento a cura delle forze sindacali. Se il servizio maturato deve essere utilizzato per una migliore selezione di merito, è giusto che venga riconosciuto ogni servizio maturato nell’ambito delle politiche del lavoro e non si faccia alcuna discriminazione in base all’appartenenza territoriale del datore o committente di lavoro.
Reazioni ricevute dinanzi alle nostre numerose iniziative: praticamente zero, nemmeno da parte delle forze di minoranza in Consiglio Regionale da noi puntualmente interrogate, solo il riconoscimento un pò ipocrita del nostro valore di professionisti e il rammarico strumentale per un bando che “ormai è stato pubblicato e indietro non si può tornare”.
In un paese che reclama, a partire dai suo vertici ministeriali, l’inserimento nella Pubblica Amministrazione (e nei servizi per il lavoro, in particolare) delle migliori intelligenze e competenze, il coinvolgimento di giovani laureati in grado di innovare un settore assolutamente inadeguato alla sfida della contemporaneità, è semplicemente surreale che si decida di dismettere un patrimonio assoluto come quello dei Navigator, su cuii si è investito e su cui è certo si possa fare affidamento anche in ottica futura. Soprattutto dinanzi alla grande sfida di Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL), il nuovo importantissimo programma di riforma delle politiche attive finanziato dal PNRR che chiederà alle Regioni uno sforzo attuativo impressionante, per il quale sforzo i Centri per l’Impiego sono assolutamente inadeguati.
I Navigator chiedono semplicemente di poter lavorare, di poter mettere al servizio del proprio paese le competenze maturate: basta con i giochi politici, basta con i rimpalli da una parte all’altra, siamo lavoratori precari come tutti gli altri e meritiamo di avere anche noi una possibilità.
Per l’Associazione Nazionale Navigator
Angelo Antonio Larosa