Alberto II di Monaco ha creato una sorta di rete dei siti Grimaldi di quelle località francesi e italiane che hanno in comune il nome. In effetti, ognuna delle famiglie provenienti originariamente da Genova hanno avuto storie e collocazioni territoriali diverse. Comunque, non possiamo non salutare con rispetto, ed anche entusiasmo la visita di un Capo di Stato in Calabria se i fini, com’ è stato ribadito più volte da tutti, sono quelli culturali, turistici e commerciali. Dunque, ben vengano simili contatti.
Il principe Alberto II di Monaco è stato fin troppo chiaro. La sua discendenza non ha nulla a che fare con quella dei Grimaldi, principi di Gerace e duchi di Terranova che dal 1574 al 1806 (data in cui i francesi giunti nel Regno di Napoli hanno abolito la feudalità) hanno dominato la scena politica, ed economica delle due entità amministrative assieme ai casali (Molochio, Rizziconi, Antonimina, ecc.). Il ramo di Gerace scompare nell’Ottocento con la morte dell’ultima principessa di Gerace, Maria Antonia Grimaldi, andata in sposa prima a Giovan Battista Serra e in seconde nozze a Pasquale Serra.
In effetti, nel suo discorso di Gerace, nella chiesa di S. Francesco, il principe di Monaco ha detto chiaramente che i feudatari di Gerace si sono estinti nei Serra nell’Ottocento. In molti servizi giornalistici e da parte di diversi politici viene, invece, raccontato il contrario. Secondo questa versione, il principe sarebbe venuto a far visita «ai suoi antichi possedimenti monegaschi calabresi». Niente di più sbagliato. Sembra una sottigliezza, ma è tutto. A queste imprecisioni sono seguite gli allarmismi di molte persone convinte che la presenza del principe era legata ad una presunta riconquista dei beni immobili perduti. Incredibile cosa siamo capaci di fare con le fake news! La realtà è ben diversa. Si tratta – ha detto con lucida onestà intellettuale il principe – più che altro di una «adozione». Alberto II di Monaco ha creato una sorta di rete dei siti Grimaldi di quelle località francesi e italiane che hanno in comune il nome.
In effetti, ognuna delle famiglie provenienti originariamente da Genova hanno avuto storie e collocazioni territoriali diverse. Sgombrato ogni dubbio di discendenza e di fantasiose genealogie, veniamo al dunque. Non possiamo non salutare con rispetto ed anche entusiasmo la visita di un Capo di Stato in Calabria se i fini, com’ è stato ribadito più volte da tutti, sono quelli culturali, turistici e commerciali. Dunque, ben vengano simili contatti.
Chi ha avuto l’idea di aderire ai siti storici dei Grimaldi ha fatto una scelta intelligente, perché ha posto sotto i riflettori di un vasto pubblico una parte della nostra storia dimenticata.
Qualche settimana fa, un primo obiettivo sulla storia dei Grimaldi calabresi è stato raggiunto con lo scambio culturale tra le due sedi storiche del Principato – Gerace e Terranova – con un primo convegno storico organizzato proprio nella città della Piana cui seguirà un secondo a Gerace. A questo punto, l’occasione si fa ancora più interessante, perché nel 2024 potremo ricordare che 450 anni fa il ramo genovese dei Grimaldi Oliva si appropriava di uno dei feudi più redditizi del Mezzogiorno e che per tanti secoli avrebbe esercitato il potere assoluto e indirizzato le colture e la vita dei sudditi calabresi. Peccato che, però, non abbiano lasciato nulla di concreto. Ma questa è un’altra storia che potrà essere raccontata con un grosso convegno da svolgere tra Terranova e Gerace nel 2024. E magari invitare Alberto II di Monaco. Non sarebbe una cattiva idea.
Vincenzo Cataldo