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venerdì, Novembre 22, 2024
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Gustav Klimt: un secessionista a Roma

Spicca a Roma, a Palazzo Braschi, la splendida e imperdibile mostra dedicata a Gustav Klimt, intitolata Klimt. La Secessione e l’italia”. Inaugurata il 27 ottobre scorso, rimarrà aperta fino al 27 marzo 2022.  Le conquiste stilistiche e rivoluzionarie di questo pittore coautore della Secessione Viennese, sono tutte raccontate in questa rassegna di singolare bellezza che in diverse stanze” normali e virtuali.

Il fascino della libertà e dell’espressione indipendente, ha avuto in ogni momento della storia I suoi protagonisti. Che sia stato di parola, di moda, di movimento, di pensiero politico o scientifico, che sia artistico, il bisogno di portare cambiamenti ha da sempre scatenato rivoluzioni, nelle vite individuali così come nelle masse.

La nostra Europa del secolo scorso è stata teatro di grandi rivoluzioni. Sul finire del 1800 e con l’arrivo del secolo XX, l’umanità ha espresso in cento anni o poco più, tutto quello che da millenni aspettava, poteva esprimere. Ha scoperto, inventato, creato, modificato quella vita che fino a quel tempo era stata semplice ed organizzata in modo quasi elementare. La meccanica, l’industria, la scienza, partite dall’Inghilterra, hanno ribaltato le abitudini della società mondiale e i bisogni della gente. Anche l’arte ha subìto grandi cambiamenti e il pensiero classico che fino ad allora permeava stili e tendenze, divenne quasi privo di senso per I giovani artisti di allora che volevano rappresentare il mondo e sé stessi in modo non più convenzionale. Nuove avanguardie e correnti artistiche capovolgevano il concetto di rappresentazione della realtà e della psiche. L’influenza di Freud fece la sua parte, entrando nelle stanze più profonde della mente, sondando le pieghe più nascoste e più folli del comportamento umano. Un grande riverbero si ebbe nelle nuove correnti artistiche di rottura col passato, il mondo non era più lo stesso. Futurismo, Cubismo, Impressionismo, Espressionismo sono state le più importanti correnti che hanno caratterizzato le grandi novità del secolo scorso e hanno dato vita a tante altre. Ognuna di queste fu rappresentata dai geni che ne costruirono scuole di pensiero sulla nuova pittura, la scultura, la provocazione filosofica. L’Europa e il mondo hanno avuto ovunque nuovi assetti culturali spesso nati nei caffè letterari, nei salotti giovanili, nelle piazze, nei bassifondi urbani. Più passa il tempo, più il valore e la spregiudicatezza di quegli innovatori, diventano importanti ispiratori di eventi e d’interesse collettivo, sono I parametri di riferimento e di confronto.

In questo autunno ricco di iniziative culturali, spicca a Roma, a Palazzo Braschi la splendida e imperdibile mostra dedicata a Gustav Klimt, intitolata Klimt. La Secessione e l’italia”. Inaugurata il 27 ottobre scorso, rimarrà aperta fino al 27 marzo 2022.  

Le conquiste stilistiche e rivoluzionarie di questo pittore coautore della Secessione Viennese, sono tutte raccontate in questa rassegna di singolare bellezza che in diverse stanze” normali e virtuali, raccontano il mondo di Klimt e dei suoi colleghi che fecero parte del movimento. Il rapporto dell’artista con l’Italia è protagonista della mostra, ricordando che 110 anni fa August klimt partecipò a Venezia all’ Esposizione internazionale D’Arte del 1911 dove ricevette il prestigioso Premio.

Chi era Klimt e come brillò la sua stella?

Nacque in un sobborgo di Vienna nel 1862, in una famiglia dalle innate attitudini artistiche, la madre amava la musica lirica, I suoi fratelli anch’essi pittori… Il suo genio fu molto presto compreso, non solo nelle scuole che frequentò, ma anche negli ambienti che gli commissionarono varie opere finalizzate agli abbellimenti urbani, musei e palazzi della sua città. Padrone di varie tecniche artistiche, dalla ceramica, al mosaico, alla pittura, sviluppò un personale stile pittorico che rappresentò una elaborazione del tutto originale e inconfondibile, scaturita dalle influenze di più correnti artistiche nate proprio negli anni della sua giovinezza.

Klimt desiderava rapportare la pittura e l’arte in genere, ai nuovi modi di vivere di quell’epoca moderna” che ormai si proiettava nel futuro, guardava la realtà con altri occhi in un concetto alternativo e nuovo. Allo stesso tempo, l’artista molto legato alla sua Austria, non intendeva creare un distaccamento dall’arte preesistente, il suo intento e quello dei suoi seguaci, era di far nascere l’arte in un’Austria che considerava priva di una autoctona e storica identità artistica; il gap che andava colmato sarebbe stato denso di originalità e spirito indipendente, di una identità culturale ed artistica austriaca fino a quel momento invisibile. Consapevole dei tempi nuovi che erano già arrivati, klimt nel creare il movimento della Secessione viennese, ha portato fuori dalle tradizioni accademiche e dai privilegi aristocratici, le nuove visioni artistiche che abbracciavano anche l’architettura, la scultura, il design, trasgressori di qualsiasi imposizione stilistica, ma che avevano come caratteristica la libera interpretazione, l’istinto visionario proprio. L’interpretazione dello stato d’animo dell’uomo moderno, le sue ansie, le sue paure, le sue conquiste, l’arte di quel tempo ha dato vita alla nuova visione del colore sulla tela e non solo, in cui rapidi erano i passaggi dalla tinta piatta al quella brillante e luminosa. Nella imperdibile mostra di Roma, tutto questo è raccontato dentro itinerari che seguono I percorsi artistici di Klimt, dai momenti delle contaminazioni impressioniste, naturaliste e simboliste a cui appartennero suoi colleghi facenti parte della Secessione, al periodo aureo”, nato dalla fascinazione che le visite dell’artista in terra di Ravenna esercitarono attraverso l’arte bizantina, I suoi mosaici e l’oro delle tessere che ne caratterizzano le opere delle chiese. A questo periodo appartiene la mitica Giuditta”, opera esposta alla mostra. Questo ritratto femminile, famosissimo, ricco di simbolismo erotico ed uso sofisticato del colore, porta l’osservatore in un languido e tenue abbandono all’immaginazione.

Le donne di Klimt, importanti nella vita così nelle sue opere, hanno attraversato tutta la sua esistenza di uomo e di artista, divenendo protagoniste di capolavori indimenticabili come Ritratto di signora”, focus vero della mostra, delicato e luminoso, dall’avventuroso destino: rubato nel 1997, fu ritrovato nel dicembre del 2019. Oggi è presente alla mostra, ed è una vera emozione vederlo da vicino, in tutta la sua armonica bellezza.

L’età matura dell’artista racchiude la forza del colore non più delicato e quasi evanescente ma intenso e vibrante come la voce degli espressionisti anche loro influenti e carismatici presenti negli ultimi anni di Klimt.

La visita alla mostra romana, è un viaggio. Grazie anche all’apporto della tecnologia, schermi e pannelli multimediali, le opere sono contestualizzate nella storia di questo grande artista, attraverso filmati e giochi di luce di puro fascino. L’esposizione si avvale di quattordici sezioni, una più interessante dell’altra dove, dipinti, disegni, oggetti di design, ritratti di donne che sembra quasi di poter toccare, paesaggi quasi reali, figure d’intenso fascino, trasportano in un mondo magico ed emozionante, sembra di stare dentro le pagine di quei libri di storia dell’arte su cui abbiamo studiato in modo un po’ astratto. I percorsi di natura cronologica e stilistica attraversano quindi, oltre 200 opere su cui soffermarsi con attenzione, tra quelle dell’artista e di altri suoi colleghi anche italiani come Galileo Chini, Giovanni Prini, Felice Casorati, Arturo Noci, Vittorio Zecchin. E fanno emozionare, tuffare in un passato non molto lontano che ha fatto da spartiacque tra il mondo antico” e la nuova visionaria visione” della vita moderna…

Vittoria Camobreco

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