fbpx
giovedì, Novembre 21, 2024
spot_imgspot_img
HomeIn Primo PianoGuerra invoca guerra. Sangue invoca sangue

Guerra invoca guerra. Sangue invoca sangue

Vivo come tutti voi con estrema apprensione l’aggressione militare contro l’Ucraina, ma non voglio che ciò si trasformi in una scintilla come fu Sarajevo o Danzica. Le torri gemelle. Non c è organizzazione criminale, per quanto sanguinaria, che possa provocare morte e distruzione quanto avventurieri travestiti da statisti. Ed io, invece, credo che la pace vada ricercata sempre e che per nulla al mondo si possa rischiare la fine del genere umano.

Lo so, è politicamente scorretto, e comunque non in linea con i tempi, porsi contemporaneamente a fianco del “resistenti” ucraini e dei ragazzi russi costretti a combattere una guerra assurda come tutte le guerre. So che ci si può commuovere, e tanto,  dinanzi ai bambini ucraini che vengono accolti alle frontiere polacche o ungheresi e che hanno lo stesso sguardo di quelli siriani, afgani, curdi che sono morti assiderati dietro il filo spinato o presi a frustate e caricati dalle forze di polizia dei paesi dell’Est europeo.

La guerra attuale è figlia delle guerre (o meglio delle aggressioni) condotte con estrema crudeltà da Stati forti contro popoli deboli e della stupida corsa agli armamenti che  fa regredire gli uomini all’epoca “Della pietra e della fionda”. E se  venisse usato il “Deterrente” atomico noi uomini di questo tempo verremmo maledetti non solo dagli eventuali “sopravvissuti”, ma anche dagli animali delle foreste, dai pesci che vivono nei mari, dagli alberi e dai fiori.

Altro che “Uomo” creato  ad immagine e somiglianza di Dio “.

Verremmo ricordati come la specie più pericolosa e sanguinaria tra quante sono comparse sulla faccia terra.

Perché si fanno le guerre?

Uno Stato democratico non utilizza la guerra per rapportarsi agli altri popoli e non ha alcun bisogno di ingannare i propri cittadini (come sistematicamente avviene) per convincere il popolo che si stia combattendo una guerra santa. Se ciò accade è il sintomo d’una grave e ricorrente malattia :la degenerazione dello Stato “democratico” che pur restando apparentemente tale finisce ostaggio nelle mani di pochi e forti.  Tale degenerazione inizia sempre con sintomi impercettibili e non sempre utilizzati in malafede.  Finisce sempre in tragedia.

Contro tali degenerazioni i nostri Costituenti che avevano lottato contro il fascismo ed il nazismo, hanno messo dei paletti invalicabili a tutela delle garanzie individuali di ogni cittadino e di rifiuto assoluto della guerra “Come mezzo di offesa agli altri popoli”. Altra è diversa cosa è la difesa della Patria che resta “Un dovere sacro per ogni cittadino”.

Molto spesso chi rappresenta lo Stato vive con fastidio il rispetto della Costituzione.

E se all’interno assistiamo al sistematico massacro dei diritti inviolabili della persona umana, soprattutto da parte dei Pubblici ministeri di assalto che in nome di interessi superiori non esitano a calpestare lo Stato di diritto, in politica estera si tende ad ignorare la prescrizione costituzionale sulla guerra: le truppe a Nassirya, la partecipazione alla sciagurate guerre in Libia o in Afghanistan, il bombardamento di Sarajevo sono tutte avventure militari che contrastano con la Costituzione.

Lo Stato di polizia all’interno e l’altra faccia della medaglia rispetto alla arbitraria partecipazione a guerre non dichiarate.

Ed, a questo punto, controllo occulto della stampa diventa una necessità. Putin ha di fatto messo fuorilegge tutti gli organi di stampa non allineati col suo regime, in Occidente (ed in Italia) l’informazione sulla guerra è mera propaganda. Forse ben pagata.

Vivo come tutti voi con estrema apprensione l’aggressione militare contro l’Ucraina, ma non voglio che ciò si trasformi in una scintilla come fu Sarajevo o Danzica. Le torri gemelle.

Guerra invoca guerra. Sangue invoca sangue.

Non c è organizzazione criminale, per quanto sanguinaria, che possa provocare morte e distruzione quanto avventurieri travestiti da statisti.

Il fine non è altra cosa rispetto ai mezzi che vengono usati. Se il fine è la pace l’invio di armi, la corsa agli armamenti, le rampe missilistiche ai confini della Russia, vanno in senso contrario.

Ed io, invece, credo che la pace vada ricercata sempre e che per nulla al mondo si possa rischiare la fine del genere umano.

Forse ci sono cose che non capisco. Forse la ragione umana è ripiombata nello stesso sonno di tanti anni fa, quando i bambini venivano bruciati nei lager e i dissidenti venivano mandati nei gulag.

Alle nostre orecchie non giunge più la musica di Theodorakis o i versi di Pablo Neruda. Si arriva a bandire Dostoevskij che è come colpire il cuore dell’umanità.

Non è più tempo.

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI

Le PIU' LETTE