Vincenzo Castellano, commercialista e segretario federale Italia del Meridione, spiega e analizza la riforma fiscale varata dal Governo e la creazione della Zona Economica Speciale per il Meridione.
Lo scorso 12 luglio, con 182 voti favorevoli e 97 contrari, la Camera ha approvato il disegno di legge Delega al Governo per la riforma fiscale (A.C. 1038-75-A). Si attende ora che il testo passi all’esame del Senato e, come da impegno dichiarato dal viceministro Leo, venga approvato definitivamente entro la pausa estiva.
La riforma fiscale è tra le priorità individuate nel Pnrr per dare risposta alle esigenze strutturali del Paese e costituisce parte integrante della ripresa economica e sociale che si intende avviare anche grazie alle risorse europee.
Il provvedimento, composto da venti articoli raggruppati in cinque titoli, conferisce al Governo la delega a emanare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore dello stesso, uno o più decreti legislativi volti alla revisione del quadro delle regole tributarie e risponde alla necessità di intervenire sul sistema fiscale per superare le criticità dello stesso.
Il ddl, quindi, indica i principi e criteri direttivi generali e specifici cui deve attenersi il legislatore delegato e contiene, tra l’altro, la revisione dello Statuto dei diritti del Contribuente, del sistema di imposizione dei redditi delle persone fisiche, delle società e degli enti, la revisione dell’Iva, di altri tributi indiretti (imposta di registro, sulle successioni, bollo, ecc.), della disciplina doganale, delle accise e altre imposte sui consumi, la revisione dei procedimenti amministrativi di accertamento e riscossione e il riordino organico delle disposizioni fiscali mediante la redazione di testi unici.
Tra le novità introdotte nei lavori alla Camera, ci sono la previsione di misure volte a favorire l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani under 30, la flat tax sugli straordinari, le tredicesime e i premi di produttività, il superamento graduale dell’IRAP, lo stop alla vendita on line delle sigarette elettroniche e il riordino delle tasse automobilistiche.
Il graduale superamento dell’IRAP sarà prioritario per le società di persone e per le associazioni senza personalità giuridica costituite da persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti o professioni, nella prospettiva di istituire una sovraimposta, determinata con le medesime regole dell’IRES, che assicuri un gettito in misura equivalente, da ripartire tra le regioni per il finanziamento della sanità.
Per le persone fisiche titolari di partita Iva viene prevista la progressiva introduzione della periodicità mensile dei versamenti degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto. Mentre resta in stand by la flat tax incrementale in attesa di una complessiva valutazione del regime sperimentale di tassazione degli incrementi di reddito già introdotto, per l’anno 2023, per le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni.
Nell’ambito della revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche è stata prevista anche la possibilità di introdurre, per un periodo limitato di tempo, misure idonee a favorire i trasferimenti di residenza nei comuni periferici e ultraperiferici.
Per le imprese e gli enti, tra le novità del ddl uscito dalla Camera, si registra la possibilità di riduzione dell’aliquota IRES nel caso in cui il reddito prodotto sia impiegato, in tutto o in parte, in schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili ovvero, in alternativa, la possibilità di fruire di eventuali incentivi fiscali riguardanti investimenti qualificati, anche attraverso il potenziamento dell’ammortamento, nonché di misure finalizzate alle nuove assunzioni, anche attraverso la possibile maggiorazione della deducibilità dei relativi osti.
Merita invece un cenno particolare la novità – che riguarda il Sud – introdotta nei lavori alla Camera con la lettera e-bis), che troviamo all’interno del comma 1 dell’art. 9 del ddl rubricato “Altre disposizioni”. Nell’esercizio della delega, il Governo dovrà “favorire lo sviluppo economico del Mezzogiorno e la riduzione del divario territoriale, valutando la semplificazione del sistema di agevolazioni fiscali nei riguardi delle imprese finalizzato al sostegno degli investimenti, con particolare riferimento alle zone economiche speciali”. Vista anche la recente apertura da parte dell’UE sulla proposta del ministro Fitto di costituire una Zona economica speciale unica per tutto il Mezzogiorno e i fondi del Pnrr ad esso destinati, la novità della legge delega darebbe al Governo la grande opportunità di imprimere un cambio di passo all’economia del Sud e renderlo un’unica grande zona d’impresa e di sviluppo.