Si è conclusa dopo alcune settimane la requisitoria finale del rito ordinario del processo “Gotha”, sulla capacità della ‘ndrangheta reggina di influenzare il livello istituzionale e politico-amministrativo, di procurare pacchetti di voti, di stringere relazioni con il mondo dei partiti e dell’imprenditoria.
La requisitoria
La pubblica accusa è stata rappresentata dai Pubblici Ministeri, nelle persone di Giovanni Bombardieri, Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria e degli Aggiunti Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino, Giulia Pantano, Sara Amerio e Walter Ignazitto. Al termine della requisitoria con le richieste di condanna, in cui Bombardieri ha messo l’accento sulla valenza anche storica di un’indagine giudiziaria che ha l’obiettivo di ricostruire il modo di integrarsi nelle istituzioni della ‘ndrangheta, il Procuratore ha sottolineato che “oggi non c’è più spazio per chi si vuole appropriare del futuro dei nostri figli”. Durante la requisitoria l’accusa ha chiesto 19 condanne, 11 assoluzioni e il 31esimo imputato è deceduto durante il processo.
Il livello politico
Il processo con rito ordinario contro la componente riservata della ‘ndrangheta vede imputati ex parlamentari del calibro dell’avvocato Paolo Romeo e di Antonio Caridi e l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra.
Per Paolo Romeo, è stata chiesta la condanna più alta, 28 anni di reclusione per essere stato la “mente pesante” del sistema della politica reggina, capace di essere il “burattinaio” di tutti gli altri soggetti imputati, insieme all’avvocato Giorgio De Stefano – già condannato con il rito abbreviato – e che era stato capace di operare direttamente per il controllo dei fondi pubblici che erano giunti a Reggio Calabria al fine di gestirli illecitamente, con una propria rete relazionale composta da oltre 40 nomi di politici ancora in carica, nonché di governare il livello riservato della ‘ndrangheta reggina.
L’ex parlamentare del PSdI, però non è il solo imputato eccellente: con lui c’è Antonio Caridi, per cui l’accusa ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione, e l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, per cui la richiesta è stata uguale, entrambi ritenuti intranei al sistema politico-istituzionale asservito alle cosche reggine, ma strumentali alla posizione di Paolo Romeo.
Inoltre, per l’ex Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, è stato richiesto il riconoscimento della colpevolezza e la condanna a 7 anni di reclusione.
Le richieste
La Procura reggina ha chiesto al Giudice Silvia Capone, che ha fissato la camera di consiglio per metà luglio, di vagliare le seguenti richieste di condanna e assoluzione:
- Amodeo Vincenzo assoluzione
- Aricò Domenico assoluzione
- Barbieri Vincenzo Carmine 6 anni
- Cammera Marcello 16 anni
- Canale Amedeo assoluzione
- Cara Demetrio assoluzione
- Caridi Antonio Stefano 20 anni
- Cartisano Carmelo Giuseppe 16 anni
- Chirico Francesco 22 anni
- Chirico Giuseppe 23 anni
- Delfino Alessandro 9 anni
- Genoese Zerbi Saverio DECEDUTO
- Gioè Salvatore 17 anni
- Giustra Paolo 2 anni
- Iero Giuseppe 10 anni
- Marra Antonio 16 anni
- Marra Cutrupi Maria Angela assoluzione
- Minniti Angela 3 anni e 8 mesi
- Munari Teresa assoluzione
- Nucera Domenico assoluzione
- Pietropaolo Domenico assoluzione
- Pontari Giovanni assoluzione
- Raffa Giuseppe 7 anni
- Richichi Giuseppe Rocco Giovanni 7 anni e 6 mesi
- Remo Giovanni Carlo 8 anni
- Romeo Paolo 28 anni
- Sarra Alberto 20 anni
- Scordo Andrea assoluzione
- Strangio Giuseppe 13 anni
- Zoccali Rocco assoluzione
- Zumbo Giovanni 7 anni e 6 mesi