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Giornalista ucciso nei Paesi Bassi, sapevi che è uno degli emergenti narco Stati

Ci sono nazioni insospettabili, in cui il crimine viene percepito come poco diffuso e cittadini e turisti reputano questi luoghi molto sicuri. La realtà però ogni tanto emerge com’è purtroppo successo in Olanda in questi giorni, un coraggioso giornalista d’inchiesta  Peter Rudolf de Vries è stato ucciso per le strade del centro di Amsterdam.

Il reporter aveva 64 anni ed è rimasto in ospedale a lottare tra la vita e la morte per 9 giorni dopo essere stato raggiunto da 5 colpi di pistola. Una delle pallottole l’ha colpito in testa. Ad aggredirlo sono stati, secondo le ricostruzioni diffuse dalla Polizia, un cittadino polacco di 35 anni e un 21enne di Rotterdam.

La sua battaglia per sopravvivere l’ha persa il 15 Luglio e la famiglia ha rilasciato questa dichiarazione per annunciare la sua scomparsa: “Peter ha combattuto fino alla fine, ma non è stato in grado di vincere la battaglia. Ha vissuto secondo la sua convinzione: In ginocchio non c’è modo di essere liberi”.

Non tutti conoscevano il suo nome in Italia, ma è stato uno dei più importanti giornalisti di cronaca nera degli ultimi 30 anni. Le sue inchieste hanno contribuito a risolvere numerosi omicidi avvenuti nei Paesi Bassi.

Si è sempre occupato della criminalità organizzata che opera in Olanda e per le sue inchieste è stato spesso minacciato, ma non ha mai accettato la scorta che gli era stata offerta.

L’omicidio ha provocato grande indignazione nel mondo e il premier Mark Rutte ha dichiarato: “La morte di Peter de Vries è quasi impossibile da comprendere. Non tollereremo mai questi atti di violenza nei Paesi Bassi: Peter ha sempre cercato la verità e la difesa della giustizia. E questo rende ancora più drammatico il fatto che lui stesso sia diventato ora vittima di una grande ingiustizia. Tutto questo non deve rimanere impunito”.

In tanti però continuano a faticare l’associazione tra criminalità organizzata e i Paesi Bassi. Nell’idea comune è una sorta di paradiso, tollerante e florido. Ma in un’intervista realizzata da Anna Holligan per la BBC nel 2019, Jan Struijs, leader del più grande sindacato di polizia olandese, ha affermato: “Abbiamo di certo le caratteristiche di un narco-Stato. Certo, non siamo il Messico. Non abbiamo 14.400 omicidi. Ma se guardiamo alle infrastrutture, ai grandi soldi guadagnati dalla criminalità organizzata, all’economia parallela. Sì, abbiamo un narco-Stato”.

I casi di minacce e di uccisioni violente sono cresciute e i civili coinvolti sono sempre più numerosi. Analizzando le cronache dei Paesi Bassi si trovano notizie di omicidi di avvocati, di testimoni e Struijs nella stessa intervista citata poco fa ha dichiarato che anche sindaci e poliziotti subiscono pressioni.

Nel Nord Est dell’Olanda qualche anno fa è stata individuata e sequestrata una raffineria di droga con una capacità produttiva di 200 kg di cocaina giornalieri. Dagli esperti di narco traffico il Paese è considerato uno dei maggiori centri di produzione delle droghe sintetiche, il valore del mercato nero è stimato in più di 22 miliardi di dollari l’anno ed è in costante aumento.

I motivi dietro l’uccisione di Peter Rudolf de Vries sono ancora da chiarire. Di certo la polizia sta cercando risposte tra casi seguiti da questo coraggioso reporter e nelle denunce sulla criminalità organizzata attiva nel suo Paese riportate dal giornalista.

 

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