A Gioiosa Jonica si respira un clima di crescente malcontento, soprattutto in relazione alla gestione dell’Amministrazione Comunale. Dopo la controversa rimozione del monumento dedicato a Mino Reitano, la cittadinanza si trova ad affrontare un silenzio assordante da parte del Sindaco e della maggioranza, nonostante le richieste di chiarimenti da parte del gruppo di minoranza.
La vicenda è stata ampiamente trattata dai media, eppure, a oltre un mese dall’interpellanza formale presentata, il gruppo di minoranza non ha ricevuto alcuna risposta. Questa mancanza di trasparenza non fa altro che alimentare il sospetto che dietro questa azione ci sia un atto di ripicca, una scelta dettata più da logiche di potere che da reali necessità amministrative. La rimozione del monumento, avvenuta nottetempo e senza alcun preavviso alla cittadinanza o alle associazioni che avevano contribuito alla sua installazione, è stata percepita come un vero e proprio affronto. Per 13 anni, quel monumento ha rappresentato un punto di orgoglio per la comunità di Gioiosa Ionica, un luogo dove ogni anno si rendeva omaggio a Mino Reitano con la deposizione di fiori da parte dell’Amministrazione stessa.
Cosa è cambiato oggi?
Perché l’attuale Amministrazione, che ha continuato negli anni a omaggiare il nostro grande Artista Reitano, ha deciso di agire in modo così precipitoso e segreto? La scarsa chiarezza sull’effettiva collocazione del monumento rimosso, unita all’assenza di un piano concreto per la riqualificazione della piazza, alimenta ulteriormente il malumore tra i cittadini. Se veramente ci fosse stata una volontà di riqualificare l’area, perché non aspettare l’inizio effettivo dei lavori per rimuovere il monumento?
Questa scelta solleva dubbi sulla reale intenzione dell’amministrazione e porta molti a pensare che si tratti di un atto punitivo nei confronti di chi, a vario titolo, si è opposto all’attuale maggioranza.
Ma l’insoddisfazione verso l’Amministrazione Comunale non si ferma qui. Anche l’organizzazione degli eventi estivi ha lasciato molto a desiderare. Gioiosa Jonica, una volta fiorente polo culturale della Locride, ha visto ridursi drasticamente il numero e la qualità delle manifestazioni. Se non fosse stato per il Comitato Feste San Rocco, che ha messo in piedi alcuni spettacoli degni di nota, e per la Pro Loco, che ha organizzato tre serate di grande successo, Sacra del pezzo duro e Suoni & Sapori, evento organizzato con giovani che amano il paese e volontariamente hanno prestato la loro opera, l’estate gioiosana sarebbe stata davvero povera di eventi significativi.
In contrasto con queste iniziative apprezzate, l’Amministrazione Comunale ha speso ben 23,900 euro del bilancio comunale per organizzare due manifestazioni il 19 e 20 agosto, caratterizzate più come feste di partito che come eventi culturali inclusivi. Si trattava di serate in una location lontana dal centro, con poca partecipazione, e con bandiere rosse che hanno evocato ricordi di un passato politico che poco ha a che vedere con la cultura attuale di Gioiosa Jonica.
È inaccettabile che in un periodo di difficoltà economiche come quello attuale, i soldi pubblici vengano utilizzati per sostenere eventi di dubbia rilevanza per la comunità, piuttosto che per promuovere l’integrazione e la coesione sociale, temi peraltro sempre sostenuti dai cittadini di Gioiosa Jonica, nonché dal gruppo Consiliare di minoranza.
Questa Amministrazione, gruppo di maggioranza, anziché essere al servizio della comunità, sembra sempre più orientata a favorire gli amici degli amici, lasciando da parte chiunque possa opporsi o anche solo porre delle domande scomode. La cittadinanza è stanca di assistere a questo continuo abuso di potere, che mina la fiducia nelle istituzioni e rischia di compromettere la coesione sociale di Gioiosa Ionica.
È giunto il momento che il Sindaco e la maggioranza escano dal loro silenzio e forniscano le risposte che i cittadini meritano. La comunità Gioiosana non può più tollerare di essere ignorata e merita di sapere la verità, sia sul destino del monumento di Mino Reitano, sia sull’utilizzo dei fondi pubblici per eventi che sembrano rispondere più a logiche di partito che agli interessi della collettività.